Leisure Suit Larry è un nome familiare a molti videogiocatori, soprattutto per i fan dei punta e clicca, ma grazie all’opera di svecchiamento da parte dello studio tedesco CrazyBunch, le cosiddette sexventure di Larry Luffer sono tornate recentemente a occupare i nostri schermi.
La serie infatti ha inizio nel 1987, creata dalla penna di quel matto di Al Lowe, caratterizzata da un mix di umorismo e doppi sensi che anche la più pudica delle persone potrebbe capire, il tutto all’interno di situazioni paradossali. L’ultimo capitolo (ovvero il settimo) con la firma di Al Lowe risale al 1997, mentre i due successivi, Magna cum Laude e Box Office Bust, datati rispettivamente 2004 e 2008, non videro il coinvolgimento dell’autore originale, oltre all’assenza dello stesso Larry, sostituito dal nipote Larry Lovage.
Questi due capitoli non ottennero il successo sperato, complice anche il fatto che differivano molto nel mood che permeava i giochi precedenti, in cui la sessualità era molto più esplicita, nuda (in tutti i sensi) e cruda, mentre negli ultimi capitoli si è andati verso un “alleggerimento” dei contenuti espliciti.
E stesso destino è toccato anche al gioco che analizzeremo in questa recensione, Leisure Suit Larry: Wet Dreams Dry Twice, seguito diretto di Wet Dreams Don’t Dry. Avevamo già analizzato il titolo nella sua versione per console, ma vediamo come se la cava nella sua versione Android.
Leisure Suit Larry: Wet Dreams Dry Twice, ma non con l’umidtà dei Tropici
Come detto poco sopra, stiamo parlando di un sequel, il quale risulta essere totalmente accessibile anche a chi non avesse giocato all’avventura precedente, poiché proprio all’inizio delle nostre disavventure avremo la possibilità di farci raccontare i fatti accaduti fino ad ora.
Il nostro stempiato protagonista, con tanto di pancetta, si trova catapultato nel XXI secolo e dovrà imparare a destreggiarsi in un mondo dove ormai il politicamente corretto è imperante, ma dove è anche più facile imbattersi in incontri piccanti grazie alle app come Timber oppure condividere le nostre peripezie con Instacrap; tutto grazie alla tecnologia del nostro PiPhone inventato dal genio Bill Jobs, meglio conosciuto come BJ.
In Leisure Suit Larry: Wet Dreams Dry Twice, il nostro audace protagonista (almeno così dice lui, ma io non gli crederei) è alla ricerca della sua amata Faith, assistente di BJ alla Prune, scomparsa chissà dove dopo un’esplosione nel capitolo precedente, ma che poco dopo scopriamo essere ancora viva.
Partiremo quindi dall’isola di Cancùm (prova a leggerlo con la pronuncia inglese e capirai), sfuggendo da un matrimonio combinato con una non meglio specificata figlia del sindaco, e da lì inizieranno le numerose peripezie del non poi tanto povero Larry Luffer.
Ci troveremo ad essere inseguiti da una pericolosa spia, ingaggiata dal nuovo proprietario della Prune, palesemente simile a Psy e dai dubbi gusti sessuali (sì, proprio quello che dieci anni fa fece ballare mezzo mondo), catturati da una tribù di lesbiche cannibali e in situazioni che diventeranno via via sempre più paradossali.
La trama non ha chissà che pretese, ma scorre bene grazie ai dialoghi ben scritti, conditi da battute a doppio senso e citazioni più o meno palesi alla cinematografia (la famosa frase di Bladerunner in versione erotica è da manuale), videogiochi (già il titolo dovrebbe far rizzare…le orecchie di un certo Hidetaka Miyazaki) e molto altro.
Per quanto riguarda l’umorismo, questo si attesta su buoni livelli, in linea con i lavori di Al Lowe; sicuramente molto più espliciti degli ultimi capitoli americani, ma allo stesso tempo in linea con i tempi correnti in cui vige un politically correct a volte fin troppo soffocante.
Le scelte nei dialoghi non influiranno mai sul proseguimento della storia o degli eventi e anche se all’inizio sembra di trovarsi in una sorta di corridoio, a un certo punto il titolo si apre lasciandoci più libertà d’azione. Ho notato anche un forzato allungamento di brodo per proseguire con la storia, ma comunque non così eccesivo. È possibile finire Leisure Suit Larry: Wet Dreams Dry Twice in circa 10 ore di gioco, con probabilmente qualche ora in più se si rimane bloccati in qualche enigma.
Punta e clicca…a volte compulsivamente
L’opera di svecchiamento di Leisure Suite Larry si nota in alcune cose e forse meno in altre. Nei capitoli originali sviluppati da Sierra, poteva capitare che il nostro Larry passasse a miglior vita in modi molto fantasiosi, cosa rimasta anche in Leisure Suit Larry: Wet Dreams Dry Twice, ma con l’aggiunta che una volta morti non dovremo ricominciare da capo, ma ricominceremo esattamente da dove la nostra anima ci aveva lasciati. Un miglioramento che viene incontro soprattutto ai neofiti del genere.
Mentre sull’accessibilità degli enigmi, si poteva fare qualcosa di più. La maggior parte lo sono, ma ci sono stati momenti in cui il gioco non dava degli indizi ben chiari sul da farsi, il che porta a cliccare spasmodicamente finché non si trova la quadra del cerchio.
I suggerimenti ci sono, è vero, ma potevano essere integrati meglio ed essere meno generici, soprattutto per chi non fosse abituato alle avventure grafiche, poiché potrebbe risultare tedioso. Difatti, spesso non sapremo esattamente come proseguire, se non basandoci sugli obiettivi contenuti nel nostro PiPhone, dove troveremo anche l’Inventario, una fotocamera per fotografare gli oggetti non trasportabili e l’app di Instacrap dove sono impressi alcuni filmati da sbloccare.
Entrando nello specifico della versione mobile di Leisure Suit Larry: Wet Dreams Dry Twice, devo segnalare a volte la non precisione dei prompt, il che può essere abbastanza fastidioso, soprattutto nei momenti in cui due oggetti sono molto vicini tra loro. Non possiamo pretendere la precisione di un mouse, ma spero possa essere migliorato.
Apprezzabilissima la facoltà di poter velocizzare gli spostamenti tra uno scenario e l’altro tenendo premuto il prompt specifico, e un ottimo lavoro è stato fatto anche nella sezione Inventario quando è necessario combinare gli oggetti.
Per il resto, il gameplay presenta la classica formula delle avventure grafiche, perciò avremo la raccolta di oggetti, nel caso di Leisure Suit Larry: Wet Dreams Dry Twice eccessiva, la possibilità di combinarli e trovare il modo fantasioso di utilizzarli per andare avanti nella storia. Inoltre sarà fondamentale parlare con tutti i personaggi e prestare attenzione alle loro parole per poter cogliere indizi utili.
Tecnicamente parlando
Lo stile cartoonesco 2D è veramente delizioso e ben realizzato, con animazioni fluide sia delle espressioni facciali che dei semplici movimenti dei personaggi. Peccato per le sequenze dei filmati di intermezzo, che avrei preferito essere animati piuttosto che statici, cosa dovuta probabilmente al budget limitato.
Gli ambienti di gioco sono ricchi di dettagli e con colori sgargianti e coerenti con i diversi setting di Leisure Suit Larry: Wet Dreams Dry Twice.
La musica che accompagna le avventure di Larry non rimane impressa, ma fa il suo lavoro, risultando rilassante nella maggior parte del tempo. Punta di pregio è il doppiaggio in inglese, con la voce nasale e stridula di Larry rimasta identica all’originale (complimenti al doppiatore). Se non conosci bene l’inglese non preoccuparti, Leisure Suit Larry: Wet Dreams Dry Twice ha i sottotitoli in italiano.
Peccato per un fastidioso bug proprio nell’audio dei dialoghi che a volte diventano muti quando si entra in gioco, mentre la musica e i rumori rimangono intatti. Un peccato, soprattutto quando si tratta di un’avventura grafica dove i dialoghi sono la cosa principale. Chiudendo l’applicazione, la cui avvio è anche abbastanza lungo, il problema non si risolve del tutto. Spero che con un aggiornamento futuro, i ragazzi di CrazyBunch sistemino tutto.