Non troppo tempo fa ti abbiamo portato la nostra breve anteprima sul primo romanzo ufficiale dedicato all’universo di Overwatch, L’Eroe di Numbani. Dopo le prime impressioni positive, abbiamo deciso che valeva decisamente la pena leggere l’intero romanzo, per vedere fino a che punto potesse approfondire la nascita di Orisa, la lore di Overwatch e, più in generale, se il libro mantenesse alto l’interesse per tutta la sua durata.
Se sei appassionato di Overwatch, saprai benissimo che l’approfondimento della lore ha subito una brusca frenata, vista l’assenza di altri corti antimati e data la mancanza di storie brevi, che forse erano il modo migliore per avvicinarsi maggiormente agli eroi. L’arrivo di un romanzo, quindi, è un’occasione d’oro per tutti quei giocatori che hanno sempre voluto saperne di più sull’universo Blizzard, andando ben oltre le classiche partite PvP del videogioco.
L’universo di gioco, infatti, esplora anche tematiche particolarmente interessanti, come il rapporto tra umani e IA (con la guerra Omnic e con personaggi come Orisa stessa) o quale sia il limite del “bene”, nel caso di azioni militari segrete (Blackwatch). In questo caso, il romanzo esplora il primo tema, concentrandosi quindi sull’intelligenza artificiale.
Una bambina geniale
Come accennato anche nell’anteprima, la protagonista della storia è Efi, la bambina che vediamo anche nel corto animato sulle origini di Orisa. Come si poteva già intuire, Efi è un vero e proprio genio: è in grado di risolvere facilmente problemi di matematica e logica, sa programmare e costruire robot e frequenta in anticipo i vari cicli di studio.
Rispetto ai ragazzini della sua età, quindi, la protagonista è interessata ad argomenti molto più complessi del normale ed è ossessionata dai robot. Questo la porta spesso a sentirsi esclusa dai suoi coetenei, visti gli interessi così diversi. Ciononostante, genio o meno, Efi resta comunque una dodicenne.
Una parte centrale del personaggio, infatti, è proprio il fatto di essere una bambina. Molti degli intoppi che hanno reso difficile la nascita di Orisa sono dati proprio dalla giovane età della protagonista. La ragazzina si scontra spesso con i suoi genitori, con le persone intorno a lei ed costretta a giustificare continuamente le conseguenze più catastrofiche causate dalle azioni del robot.
L’autrice ha sfruttato molto bene questo dettaglio della lore, presentandoci una protagonista non ancora matura, nonchè limitata proprio dalla sua giovanissima età. Uno dei tanti dettagli che rende giustizia alla lore di Orisa.
Grazie a Efi, tra l’altro, abbiamo anche occasione di approfondire più da vicino la lore di Overwatch. Vivendo a Numbani, la bambina riflette spesso sulla sua comunità, su Talon e sulla convivenza tra umani e omnic. Il suo punto di vista ci dà modo di vedere come gli eventi accennati nei vari frammenti di storia abbiano influenzato le vite delle persone comuni: vediamo più da vicino le conseguenze della guerra degli omnic, il terrore che causa Doomfist o il razzismo di alcune persone contro i robot.
Tutti temi che erano solo stati accennati in modo frammentato, ma che ora trovano finalmente una forma più organica e curata. L’Eroe di Numbani è pieno di citazioni e riferimenti, che vanno da piccole frasi a descrizioni vere e proprie. A tal proposito, è evidente la cura che Nicky Drayden ha messo nella ricerca di informazioni sull’universo di Overwatch. Non solo tutto ciò che viene citato è coerente con quanto sappiamo, ma è anche contestualizzato alla perfezione nel romanzo stesso.
Non basta? Tutto questo è arricchito da citazioni a diverse culture, come quella Nigeriana. Durante la storia possiamo leggere nomi di indumenti o di piatti appartenenti a determinati popoli. Sono piccoli dettagli, ma contribuiscono a un mondo più credibile.
Una bambina troppo grossa?
Chiaramente, tolto tutto questo, il punto centrale del romanzo è Orisa, la sua nascita e la sua necessità di capire il mondo. L’Eroe di Numbani, infatti, narra dell’attacco di Doomfist a Numbani, appunto. Il terrorista, a capo di Talon riesce a distruggere senza nessuno sforso gli OR15 che difendono la pacifica cittadina.
Assistendo alla scena, Efi decide di partire da uno di quei robot distrutti, perfezionarlo e migliorarlo, al fine di rendendolo abbastanza forte da sconfiggere Doomfist stesso. Le intenzioni della bambina però andranno oltre: ispirata dalle gesta degli eroi di Overwatch, deciderà di creare un vero eroe di Numbani. Un guardiano che possa provare empatia per le persone, aiutare le comunità nella vita quotidiana e, chiaramente, combattere per proteggerla.
Un progetto ambizioso e difficile, che richiede un robot dotato di un’intelligenza artificiale molto più avanzata di quella degli OR15. Proprio per questo, infatti, la sua attuazione sarà piena di problemi.
Il libro ci mostra tutto quello che è accaduto da questo incipit, fino all’eroe che possiamo impersonare in Overwatch. Prima di diventare un robot totalmente senziente, infatti, Orisa aveva un’intelligenza molto più basilare e piena di errori, che spesso hanno causato scompiglio, con danni più o meno gravi.
Come si intuiva durante l’incipit, il rapporto tra umani e intelligenze artificiali è al centro di tutto il romanzo, sia per quanto riguarda la storia di Orisa ed Efi, sia per la città di Numbani, che vede convivere le persone in carne e ossa accanto agli Omnic. Lo stesso conflitto al centro della trama vede contrapporre i Efi (che crede nella convivenza con i robot) a Doomfist, (il quale pensa che accettarli come pari significhi indebolire l’umanità).
La città dove si ambienta il romanzo diventa centrale per esplorare il tema, dato che qui umani e Omnic sono riusciti a vivere in armonia, con questi ultimi che si sono integrati nella vita comunitaria. Numbani è praticamente un posto perfetto, dove regna la pace e dove la tecnologia è avanzatissima.
Anche stavolta va lodata la bravura della scrittrice nella descrizione dei robot e, in particolare, del lento apprendimento di Orisa. La sua intelligenza, infatti, è limitata dai processi puramente logici di un computer e spesso è proprio questo a causare parecchi problemi. Il fatto che Nicky Drayden abbia già scritto un romanzo di fantascienza ha sicuramente aiutato a ottenere questo risultato.
Quindi, è un bel libro?
Nel complesso, L’Eroe di Numbani è un libro scorrevole. L’autrice ha uno stile piacevole e riesce a descrivere molto bene sia i momenti più banali (come Efi che si esalta per il concerto di Lùcio) sia quelli più drammatici (come l’attentato di Doomfist all’aereoporto o alcune scene con Orisa).
La storia è interessante dall’inizio alla fine e, a parte qualche momento troppo inverosimile, riesce a essere avvincente. I temi vengono affrontati in modo leggero e le varie citazioni non sono mai eccessive. Anzi, il romanzo potrebbe essere visto quasi come un libro indipendente, capace di intrattenere anche chi cerce una storia sci-fi non troppo impegnativa.
Dato che Overwatch non ha una trama lineare, ma solo dei frammenti di lore, l’autrice ha avuto la libertà di scrivere una trama unica e inedita. Le origini di Orisa sono state approfondite al meglio e, grazie al libro, possiamo sapere molto di più su un personaggio che meritava maggiore attenzione.
Speriamo solo di vedere dei romanzi anche sugli altri personaggi interessanti che Overwatch ha da offrire, come Zenyatta, Widowmaker, Reaper e molti altri.