Sviluppato da BUCK e Antfood e pubblicato in sinergia con Hawthorn Games, Let’s! Revolution! è un puzzle game roguelite che dona nuova vita alle meccaniche del Campo Minato, forte di un’atmosfera fantasy cartoonesca ben riuscita. Noi abbiamo inseguito il re codardo ed egoista vestendo i panni di innumerevoli eroi su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Let’s! Revolution! e il re capriccioso
Narrativamente parlando, Let’s! Revolution! offre ben poco in termini di innovazione e coinvolgimento. A conti fatti, la storia di Let’s! Revolution! è abbastanza banalotta e classica, oltre che prevedibile e permane in superficie senza mai scavare più di tanto nonostante un roster di eroi selezionabili e gradualmente espandibile ricchi di fascino e potere narrativo.
Il background di ogni eroe, con le rispettive caratteristiche non solo ludiche ma anche motivazionali (perché inseguono il re codardo?) sono abbastanza varie e, seppur non sorprendono per profondità sono comunque gradevoli. Certo, un maggior approfondimento avrebbe reso il tutto ancora più coinvolgente ed emozionante considerando che uno dei limiti di Let’s! Revolution! è il rischio di diventare presto ripetitivo.
Il motivo è semplice, gli eroi variano ma la trama di fondo e lo scopo permangono fondamentalmente gli stessi: inseguire il re codardo. Il sovrano, se non fosse chiaro, è la nemesi di turno e per gran parte dell’avventura si limiterà a nascondersi per poi scappare, di bioma in bioma, lasciando al ruolo di ostacolo i suoi fedeli servitori più o meno armati.
Purtroppo, salvo qualche sporadico dialogo, i nemici sono mera carne da macello e non riescono ad attirare l’attenzione se non grazie a una resa grafica accattivante e a delle animazioni semplici ma fluide e idonee alle atmosfere fantasy cartoonesche che dominano l’opera. C’è comunque da dire che raccontare una storia profonda e coinvolgente non è l’obiettivo principale di Let’s! Revolution!
Parliamo fondamentalmente di un Campo Minato in chiave fantasy che arricchisce il gameplay originale con sfumature e poteri ben congegnate e che mirano a rendere l’esperienza di gioco, in media molto bassa, il più varia possibile man mano che si sbloccano e cambiano i protagonisti. Andiamo quindi a scoprire nel dettaglio il cuore pulsante di Let’s! Revolution!: il suo gameplay.
Campo Minato fantasy
Let’s! Revolution! prende le regole del Campo Minato e le amplia fondendole a quelle di un roguelite e incastrandole in un sistema a turni strategico che, lo ammettiamo subito: è in grado di catturarti per ore e ore. Prima di approfondire ogni dettaglio ludico, ci teniamo a evidenziare che Let’s! Revolution! è adatto a tutti: neofiti inclusi.
Il titolo dispone infatti tanto di un sistema NG+ per appassionati e amanti delle sfide più ostiche che di una modalità facile che andrà a semplificare l’esperienza generale offrendoci, ad esempio, un maggior numero di energia vitale. Questo permette di plasmare l’esperienza a nostro piacimento, addestrandoci gradualmente col tipo di gioco e preparandoci alle sfide più ardue e all’agognato 100%.
Ogni run ci chiede di selezionare un eroe tra i vari che andremo a sbloccare. Ogni eroe è una classe a sé per un totale di 6. Oltre alla tipologia di attacchi ed abilità passive, ogni eroe si caratterizza anche per come si può muovere all’interno dell’area di gioco e per eventuali azioni extra (come caselle in cui nascondersi e quant’altro).
Un esempio pratico è il primo e unico eroe che potremo selezionare nelle prime run: Asso. Questo combattente ha come bonus passivo quello di ottenere ulteriori bonus se sconfiggi tutti i nemici nell’area di gioco e di rilevare le tessere per ricaricare i propri attacchi potenti. Parliamo di un guerriero abbastanza standard, votato all’azione dalla mobilità medio-bassa, intuitivo da apprendere e che regala una coerente prima esperienza di gioco.
Altri eroi possono invece muoversi con distanza maggiore ma magari colpire solo a distanze brevi o unicamente in diagonale o magari non possono proprio attaccare in quanto votati alla fuga o allo stealth. Ricordiamo, infatti, che lo scopo del gioco non è quello di combattere ma di scovare la casella in cui si nasconde il re. Ogni area di gioco è suddivisa in caselle tutte da scoprire man mano che ci spostiamo.
All’inizio di ogni turno, potremo muoverci, utilizzare abilità ed eventualmente ingaggiare un nemico. Nel caso in cui dovessimo localizzare il re, questi scapperà e noi potremo decidere se procedere nel liberare ogni casella o se uscire dal tabellone di gioco e procedere a quello successivo, continuando l’inseguimento. Tale scelta fa parte della strategia di fondo del titolo stesso che include anche un sistema di valute interne.
Queste monete, ottenibili eliminando i nemici o soddisfacendo le condizioni per attivare i vari bonus passivi o equipaggiati (come eliminare ogni nemico dell’area), possono essere investite coi vari PNG secondari. Anche questi vanno scoperti e la loro presenza è totalmente casuale, come è procedurale anche la composizione delle varie aree rendendo, di fatto, ogni run totalmente diversa e imprevedibile per posizione di nemici, re, oggetti, ecc.
I PNG fungono da mercanti e, in modo simile a quanto visto nel recente South Park Snow Day (qui trovi la nostra recensione) ci permettono di selezionare uno o più bonus che appaiono in modo totalmente casuale. A seconda del PNG i suoi oggetti potranno riguardare bonus passivi alle nostre statistiche (come un incremento dell’energia vitale), un potenziamento alla skill di combattimento, un nuovo oggetto consumabile e quant’altro. Tutti elementi che, da bravo roguelite, andremo a resettare in caso di game over (perdendo anche tutte le monete ottenute).
Ogni eroe, infatti, possiede diverse abilità che richiedono però un certo valore di energia per essere utilizzate. Tale energia si ricarica con oggetti consumabili o scoprendo le varie caselle. Ogni casella si scopre passandoci sopra e automaticamente si svelano le caselle intorno che saranno tutte numerate, seguendo a conti fatti la struttura del Campo Minato.
Qui, al posto delle mine (comunque presenti come trappole e citazione), ci si nascondono i nemici. Ecco perché bisogna ragionare bene su quali caselle scoprire. Per aiutarci, bisogna intuire i suggerimenti dati dai numeri. Se una casella ha un numero zero, puoi procedere senza alcun pericolo, viceversa, un numero alto indica un’alta percentuale di nemico nelle vicinanze.
Entrare in una casella col nemico, oltre a svelarlo, ci farà incassare il danno rendendoci altresì vulnerabili per il turno successivo. Sì, perché lo ricordiamo, Let’s! Revolution! è un gioco a turni che ci vede alternare noi e i nemici. Questi ultimi sono ben caratterizzati con statistiche e abilità specifiche e che andranno a diventare sempre più ostici e furbi man mano che ci si avvicina alle battute finali, sapendo mettere a dura prova il nostro ingegno.
Come si fa quindi a rivelare una casella senza saltarci sopra direttamente? Usando uno dei nostri attacchi, investendo energia e confidando di beccare il nemico. Se, infatti, colpiamo una tessera coperta con dentro un nemico, questi sarà svelato e incasserà anche il danno, avvantaggiandoci non poco. Tutti questi elementi vanno a creare un ibrido coerente e dal gameplay coinvolgente, seppur potenzialmente ripetitivo e sicuramente non adatto a qualsiasi utente.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Let’s! Revolution! è un piccolo gioiellino. Forte di colori accesi e di biomi vari e coerenti, l’opera si difende egregiamente offrendo anche delle animazioni fluide e gradevoli. Senza contare la planimetria stessa delle aree di gioco, smezzate tra le varie caselle e che diventano parte integrante della strategia ludica stessa: banalmente, seguire un percorso di strada ci aiuterà a scovare facilmente i nemici che, a loro volta, difficilmente sono nascosti in zone prive di edificazioni o manto stradale.
Anche il sonoro, con tracce inedite, è conforme e coerente con tutta l’opera che ha anche il pregio di possedere degli utili sottotitoli in lingua italiana, anche se la mole di testo a schermo è abbastanza ridotta. Infine, il titolo si difende egregiamente in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con la versione portatile particolarmente consigliata.