L’invenzione del videogioco è recente se la paragoniamo a quella del cinema e nonostante ciò l’industria che amiamo di più si è già evoluta col tempo adattandosi alle esigenze dei giocatori. In questo articolo ti parlerò di come è cambiato il gameplay tenendo come riferimento principale la fascia cronologica che comprende l’entrata in scena della prima PlayStation e il 2021.
In realtà i videogiochi esistono da molto tempo prima rispetto alla nascita della celebre console ma ho scelto di tralasciare questa parte perché altrimenti il discorso diventerebbe troppo complesso e poi l’argomento “pre-PlayStation” tocca una nicchia di giocatori troppo stretta.
L’articolo sarà diviso in due sezioni: Prima e Dopo. La parte “Prima” comprende sostanzialmente PlayStation 1 e 2, mentre la parte “Dopo” inizia dall’avvio di PlayStation 3 e Xbox 360 fino a oggi.
Gameplay: Prima
Quando è stata lanciata PlayStation non c’erano ancora gli immensi budget di oggi, perciò gli sviluppatori, anche appartenenti alle grandi software house, dovevano cercare di creare dei prodotti divertenti a un costo di produzione il più basso possibile.
Da questa situazione difficoltosa alcuni game designer sono riusciti a dare vita a titoli destinati a rimanere per sempre nella storia videoludica, vediamo qualche esempio:
- Silent Hill: la nebbia che offusca la visione del personaggio è uno dei simboli più importanti della serie horror. Il motivo per cui è stata implementata stava nel fatto che gli sviluppatori non avevano gli strumenti adatti per realizzare con precisione i poligoni dell’ambiente di gioco.
- Metal Gear Solid: sin dai due primissimi capitoli su MSX2 Hideo Kojima aveva un budget talmente limitato che non poteva permettersi di mettere troppi soldati e creare troppe animazioni d’azione poiché erano molto costose. Così gli è venuta l’idea di inserire pochi nemici nelle mappe e invece di progettare un gioco basato sulle sparatorie ne ha creato uno in cui la meccanica principale sta nell’infiltrarsi senza farsi notare. Il resto è storia.
Un elemento aggiuntivo, che cambiò profondamente l’industria tramite la PlayStation, fu la possibilità di creare giochi con animazioni in 3D. Prima dell’arrivo della console di Sony il gameplay era solo bidimensionale, infatti se pensiamo ai primi Super Mario abbiamo un’idea chiara del vecchio modo di giocare.
Questa novità tecnica è stata importante per il miglioramento della qualità dei videogiochi, tant’è vero che Hideo Kojima l’ha definita un “sogno”. Un’altra serie videoludica già affermata nel mercato ha avuto un grande boost grazie al 3D ed è Final Fantasy.
Con Final Fantasy 7 il team di Square Enix ha avuto modo di dare una fortissima spinta alla saga da tutti i punti di vista e la visuale in 3D è uno di quegli aspetti che ne hanno decretato il successo.
Tuttavia la messa in scena della telecamera tridimensionale era in uno stato embrionale e non c’erano le soluzioni grafiche che abbiamo oggi e in un certo senso gli sviluppatori hanno dovuto trovare i compromessi adatti per non compromettere la qualità del gameplay.
Un caso emblematico e curioso è quello di Resident Evil: nonostante il fatto che il modo in cui sia stata gestita la telecamera nel gameplay della prima serie survival horror sia ancora oggi molto apprezzato dai fan della serie, il creatore del gioco Shinji Mikami lo detesta profondamente.
Questa simpatica contraddizione ci fa capire che Mikami era consapevole del fatto che negli anni a venire i videogiochi avrebbero dovuto integrare una telecamera mobile (per telecamera mobile intendo dire la possibilità di muovere la visuale con l’analogico destro o col mouse) e che quella statica prima o poi sarebbe stata abbandonata.
E così è stato. Questo cambiamento è evidente nella gran parte dei titoli PlayStation 2. Ad esempio questo è possibile vedere in Resident Evil 4, considerato uno dei capolavori di Mikami, o in Metal Gear Solid 3 e tanti altri titoli che hanno fatto la fortuna con PlayStation 2, come le saghe di Ratchet & Clank e Jak & Daxter.
Con PlayStation 2 assistiamo anche alla progettazione di mappe di gioco sempre più grandi ed è in questo periodo che nasce l’open world. La saga videoludica che ha dato vita a questo nuovo e cruciale elemento di gameplay è GTA, in particolar modo GTA 3 che è stato il primo grande open world (anche i primi due lo erano ma il terzo capitolo segna un grande passo in avanti).
Dopo GTA 3 arriva il famigerato GTA San Andreas che si affermerà come uno dei migliori open world di sempre e come uno dei titoli migliori del brand di Rockstar.
Si espande inoltre il genere action e i giochi iniziano a diventare sempre più dinamici e frenetici. La velocità del gameplay è un fattore che accompagnerà la crescita dell’industria fino a oggi e con PlayStation 2 si gettano le basi di questo carattere tecnico. God of War è senza ombra di dubbio il titolo in cui riesce meglio il concetto di azione, insieme ad altri come Devil May Cry.
Questo è anche il periodo più fertile per i picchiaduro perché con PlayStation 2 si estende il multiplayer locale, cioè la modalità multigiocatore sulla stessa console. La serie di Tekken in questo periodo dà il meglio di sé, infatti Tekken 4 e 5 sono i picchiaduro dell’epoca. Il bello dei picchiaduro sta nello sfidare a duello i propri amici e l’ideale è giocarci in 2, ecco perché hanno così tanto successo in questo periodo.
Si diffondono anche i videogiochi sportivi, soprattutto quelli calcistici rappresentati da PES e Fifa (anche qui vale il concetto di multiplayer locale come nei picchiaduro). Nell’epoca di PlayStation 2 PES domina il mercato (ammettilo, anche tu ti sei divertito a giocare a PES 2006), mentre Fifa diventerà più importante a partire dall’epoca di PlayStation 3 e Xbox 360.
Gameplay: Dopo
Microsoft effettua dei passi da gigante con il lancio di Xbox 360, riuscendo a mettersi seriamente in concorrenza con Sony. Con PlayStation 3 e Xbox 360 il mondo videoludico migliora sensibilmente sul lato grafico e ciò incide anche sul gameplay.
E’ in questo lasso di tempo che nasce la lotta colossale tra le due società ed è il momento in cui nascono le cosiddette “esclusive”. Ma ritorniamo al gameplay.
I giochi diventano sempre più dinamici e veloci grazie ai corposi budget a disposizione delle software house e la ricerca di una maggiore adrenalina prepara il terreno per l’esplosione di un uno dei generi più amati: l’FPS.
Call of Duty e Battlefield, sebbene siano nati entrambi più o meno nel 2002/03, raggiungono il successo mondiale intorno al 2007/08. In questa generazione viene aggiunto un altro elemento che cambia il concetto di multiplayer: l’online.
Si passa dal giocare con l’amico nella stessa stanzetta al poter giocare con milioni di persone provenienti da tutte le parti del mondo e non è un caso se i due FPS siano diventati delle serie di grande successo, abbattendo costantemente qualsiasi record di vendita. Il multiplayer online in realtà esisteva già da parecchio tempo però è in questa generazione che diventa famoso.
Lo sparatutto si sviluppa anche in terza persona e la serie di Uncharted è un ottimo testimone di questa sottocategoria di gameplay del genere.
Altri generi videoludici che si espandono insieme all’FPS sono il MOBA (League of Legends) e il MMORPG (World of Warcraft). La differenza tra i due generi sta nel fatto che i MMORPG sono semplicemente dei giochi di ruolo di cui le storie vengono giocate con altri gamers in multiplayer, invece i MOBA sono dei giochi in cui si compete e si lotta in un’arena.
L’avvento del gameplay online crea un’enorme influenza sul pubblico videoludico: ci si abitua sempre di più a dei ritmi molto elevati e la frenesia diventa un parametro cruciale per soddisfare i gusti dei giocatori. Ci sono tre limiti che si riscontrano a causa di questo fenomeno:
- I giochi dal ritmo lento spesso vengono ingiustamente considerati noiosi.
- Si cerca di abbassare eccessivamente il grado di difficoltà dell’esperienza.
- Si presta meno attenzione alle storie dei videogiochi.
I primi due punti di debolezza hanno creato l’occasione perfetta per l’inserimento di due software house che hanno dato un enorme contributo all’industria: Bethesda e FromSoftware.
Le serie The Elder Scrolls e Fallout di Bethesda sono conosciutissime proprio perché il ritmo di gioco è tendenzialmente lento. In aggiunta nella pietra miliare del team, Skyrim, non c’è neanche la possibilità di giocare online e ciò crea un contrasto molto forte con le idee del divertimento online e della velocità che in un certo senso saturano il divertimento dopo esserci stati esposti per tanto tempo, come ogni cosa.
Il genere soulslike, inventato da Hidetaka Miyazaki, invece, scuote i giocatori e li invita a ritrovare il piacere nelle sfide difficili. La filosofia del game designer nipponico è che il videogioco deve in qualche modo rispecchiare la vita reale e il modo per farlo sta nel riprodurre sotto forma di gameplay l’idea di resilienza.
Così come nella vita reale bisogna affrontare delle avversità per raggiungere un certo obbiettivo, lo stesso bisogna fare nel gioco per uccidere il boss.
Il problema della storia nei videogiochi è stato affrontato da molte software house ma in questo caso voglio farti due esempi di titoli che sono entrati nell’Olimpo videoludico proprio perché oltre alla meticolosità tecnica hanno reso il gameplay stratosferico grazie alla bellezza delle loro storie: The Witcher 3 e The Last of Us.
I due giochi sono molto diversi tra loro e non c’è bisogno che ti spieghi di cosa trattino ma ciò che voglio sottolineare, in particolar modo per The Witcher 3, è che spesso quando un gioco è troppo veloce si fa fatica a gustarlo. La bellezza di questo titolo sta anche nel fatto che gli sviluppatori hanno creato delle quest piene di sottotrame da godersi nel corso del gameplay.
The Last of Us invece è un’esperienza molto meno longeva rispetto alle avventure di Geralt e punta a creare degli eventi molto intensi emotivamente.
Ritorniamo nuovamente al gameplay (siamo nella fase finale).
Un altro gioco che mi sento di citare è Death Stranding. Oltre alla magnifica trama del gioco, il grande cambiamento che Kojima ha portato all’interno della sua ultima opera videoludica è la messa in atto di un multiplayer asincrono, cioè c’è sempre la possibilità di giocare con altri players ma non nello stesso momento. Ti consiglio vivamente di leggere la nostra recensione perché in questo articolo non riuscirò a dedicargli lo spazio che merita e così capirai meglio il concetto di multiplayer asincrono.
L’ultimo passo di questo lungo articolo riguarda un genere multiplayer completamente nuovo: il battle royale.
Il gameplay di questo genere consiste nel combattere in un’arena piena zeppa di altri giocatori e l’ultimo che rimane in vita vince. Il successo di questo genere è stato trainato da Fortnite ma oggi ci sono altri titoli come Apex Legends che fanno concorrenza al gioco di Epic Games.
Anche Call of Duty si è adattato al trend, infatti Warzone non è altro che un battle royale. Probabilmente anche Battlefield 6 (in uscita) dovrebbe avere le caratteristiche di gameplay di questo nuovo genere.
Con questo concludo il mio discorso su come si è evoluto il gameplay nei videogiochi. Purtroppo ho dovuto limitare il numero di giochi da citare e che hanno fatto la differenza in questo settore (come Minecraft, Assassin’s Creed, Crash Bandicoot ecc) ma nonostante ciò ho cercato di fornirti un quadro generale di come si sia trasformato negli anni il modo di giocare.