Sviluppato da Round8 e Neowiz Games e pubblicato in sinergia con Fireshine Games, Lies of P è un action game soulslike a tinte gotiche dichiaratamente ispirato al Pinocchio di Carlo Collodi. Noi abbiamo accompagnato Pinocchio nel suo lungo e difficile, nonché sanguinoso viaggio su PlayStation 5 e, dopo innumerevoli morti e rinascite, siamo pronti a mostrarti la nostra recensione!
Lies of P – Bugia in corso…
“Bugia in corso” con tanto di naso che si allunga è la frase cha appare durante i pochi e sopportabili caricamenti di Lies of P. Abbiamo deciso di esordire così nel parlare della narrazione del titolo perché Pinocchio, o P che dir si voglia, ossia il protagonista indiscusso di queste vicende, è accuratamente e solo apparentemente con delicata superficialità legato a un sistema di menzogne che lo accompagnerà dall’inizio fino alla fine, passando anche per le missioni secondarie.
Ma procediamo con ordine. Siamo a Krat, una città immaginaria afflitta da diversi flagelli. Il primo è la così detta “Frenesia dei burattini” che ha visto i burattini di tutta la città ribellarsi alle loro leggi, qui racchiuse in un “Grande Patto” suddiviso in quattro punti: il burattino deve obbedire agli ordini del proprio creatore, non può fare del male agli umani, deve proteggere Krat e i suoi abitanti e non può mentire. Fondamentalmente, si sono ribellati e hanno iniziato a devastare tutto e a massacrare ogni essere umano costringendo i pochi sopravvissuti a fuggire. Il secondo flagello è una strana malattia: il morbo pietrificante.
Dei due mali principali di questo mondo gotico e che palesemente, in più punti, richiama tanto Bloodborne quanto Steelrising (qui il nostro approfondimento a riguardo) per architetture, atmosfere, colpo d’occhio e nemici, Lies of P riesce comunque a raccontare una storia sua. Lo fa con richiami spesso fumosi all’opera letteraria di riferimento ma anche osando ne virare su atmosfere decisamente più macabre e che ricordano un po’ quel capolavoro di The Last of Us dei Naughty Dog (a te scoprire perché).
La narrativa di Lies of P segue fedelmente la struttura classica di un soulslike, frammentando la macro trama in missioni e cercando di non essere mai fin troppo chiaro. Lo stesso inizio, con P che viene risvegliato da una voce, solo, rinchiuso in un vagone in una stazione in preda al caos e farcita di cadaveri è un qualcosa che spiazza e che di Pinocchio, l’opera di Collodi, sembra avere molto poco. Eppure Collodi, o meglio, il suo libro, viene citato eccome dal nostro “grillo parlante” Gemini, una lanterna “robot”. Anzi, è presente fisicamente all’interno dell’hotel che ci funge da hub e che rievoca palesemente Bloodborne per la sua funzione ludica e strategica trattandosi di uno dei pochissimi rifugi sicuri dove poter inviare i nostri eventuali e futuri alleati.
Chi si aspetta di rivivere la fiaba di Pinocchio in modo più o meno fedele all’originale o al classico Disney, resterà probabilmente deluso oltre ad aver decisamente frainteso le intenzioni narrative di Lies of P. Questa è una storia per sommi capi inedita, metaforica, profonda, articolata su più strati e dotata di una lore che, ancora una volta, da bravo soulslike, è frammentata in documenti, cartelli da leggere, persone con cui parlare, oggetti da guardare e panorami devastati e cupi in cui smarrire lo sguardo.
Lo stesso hotel Krat, il nostro hub, ha una storia tutta sua dal fascino indiscutibile: un ex castell isolato, costruito da un aristocratico patito dell’occultismo e che sembrava ricevere rivelazioni da un albero splendente. Successivamente, fu convertito in istituto psichiatrico con tanto di pazienti che lamentavano forti allucinazioni e infine un hotel di lusso nonché luogo sicuro e nostra piccola fortezza in cui tirare un sospiro di calma prima della prossima battaglia.
Come avrai capito, Lies of P è dotato di una narrativa stratificata, un po’ frammentata, non sempre chiara ma che farà sentire a casa chi vive di pane e soulslike con in più il vantaggio di avere al suo interno rivisitazioni personali dei personaggi di una storia conosciuta praticamente da tutti. E ti assicuriamo che cercare richiami o traduzioni delle trame di Pinocchio è decisamente un extra appagante e divertente. Inoltre Geppetto in chiave borghese con capello pettinato, monocolo e abiti decisamente più eleganti di quanto visto su grande schermo e immaginato fra le pagine dei libri è qualcosa di coraggioso e che sì, ci è piaciuto e non è il solo personaggio che merita più di una nota di merito.
Lies of P – Menare e morire con stile
Lies of P è un videogioco d’azione soulslike che riprende quanto fatto dal team di Hidetaka Miyazaki e lo unisce a qualche meccanica di Steelrising potenziando il tutto con un intrigante sistema di personalizzazione e una marea di oggetti ed equipaggiamenti che vanno a rendere il gioco sempre più stratificato di capitolo in capitolo. Prima di scendere nel dettaglio , infatti, è bene chiarire che Lies of P introduce piccole innovazioni in modo graduale e molto furbo. Man mano ti ritroverai a poter personalizzare sempre di più P, introducendo nuovi metodi per far male ai nemici e allo stesso tempo per sopravvivere a pericoli sempre più ostici e crudeli.
Iniziamo a parlare del sistema di cinture, uno degli elementi alla base della personalizzazione, che diventerà sempre più vasta e capillare, di Lies of P. All’inizio avremo due cinture e un borsello. Ogni cintura ha determinati spazi con determinati oggetti da inserire a proprio piacimento. Stessa cosa il borsello. Occhio agli spazi e a tal proposito, l’inventario non è infinito come non è infinito il peso che può portare P (anche se è una delle statistiche che potrai aumentare salendo di livello o indossando determinati equipaggiamenti).
La gestione degli oggetti delle cinture è decisamente immediata e affidata ai tasti direzionali. Banalmente il tasto in alto per la cintura superiore e quello in basso per la inferiore. Se premi più volte il tasto in alto, switcherai gli oggetti di quella cintura e se vorrai usarlo basterà premere il tasto quadrato. Discorso analogo per il borsello che però per essere utilizzato richiede di tener premuto il tasto X. Niente di macchinoso come sembra anzi, il sistema funziona in modo veloce e appagante con animazioni di utilizzo degli oggetti mai eccessive.
Tra gli oggetti più importanti troviamo la Cella a impulso. Questa richiama palesemente il sistema di cure di Steelrising e sostituisce le varie pozioni. In breve: niente pozioni. Le celle a impulso, infatti, sono gli oggetti che ti permettono di curare i PV ed esiste un numero massimo di utilizzi (che potrai poi ampliare con determinati potenziamenti). Quando il numero di utilizzi finisce, la cella si scarica per poi ricaricarsi (per solo un utilizzo) man mano che attacchi i nemici. Ovviamente, le cella ricarica tutti i suoi utilizzi non appena giungi a uno Stargazer.
Lo Stargazer è il falò di Lies of P, piccolo barlume di tranquillità da cercare in giro come un’oasi nel deserto grazie al quale potrai ricaricare le celle, le tue energie, far riapparire tutti i nemici sconfitti, teletrasportarti in hotel o in tutti gli Stargazer già attivati oltre a poter utilizzare una delle tante opzioni a disposizione e che sbloccherai man mano come: cambiare il Braccio a Legione, montare nuovi armi, ecc.
Ma per arrivare al primo Stargazer, e chi ha affrontato la demo di Lies of P lo sa, dovrai combattere un bel po’. Ed ecco che il titolo ci chiede da subito “Via” intraprendere tra: Via del Grillo, ossia quella più equilibrata, la Via del Bastardo, incentrata sulla destrezza e la rapidità e infine la Via dello Spazzino focalizzata sulla forza. Quale che sia la tua scelta, ti sveliamo che presto potrai recuperare tutte le tre armi e anzi, consigliamo calorosamente di farlo per poter sperimentare con mano e soprattutto per poter avere più elementi per la tua arma personalizzata.
Come in ogni soulslike che si rispetti, anche qui c’è la parata e la schivata, con quest’ultima che non rende immortali e che consuma energia così come la corsa. La guardia è essenziale e permette, se ben indirizzata, di subire una riduzione dei danni a scapito del consumo di energia. I danni ridotti vengono però trasferiti al “Recupero-guardia” che, se utilizzata per attaccare i nemici, permette anche di recuperare i PV. Non solo, se riesci a parare poco prima di essere colpito, attiverai l’utilissima “Guardia Perfetta”. Questa non solo evita di subire qualsivoglia danno ma permette di distruggere l’arma del nemico e/o di sbilanciarlo.
Potrai sbilanciare un nemico anche utilizzando un attacco caricato che si tratta di un attacco più lento ma più forte. In realtà potrai sbilanciarlo anche con le Arti della Favola, delle speciali tecniche legate alla lama e all’impugnatura di ogni arma (ogni lama e ogni impugnatura ha una sua Arte della Favola). Per utilizzare le arti della Favola, vengono consumati slot Favola, piccole barre celesti visibili a schermo che si ricaricano man mano che attacchi i nemici con la relativa arma. In ogni caso, per sbilanciare un nemico dovrai tener d’occhio la sua barra dell’energia, quando questa viene avvolta da un’aura bianca, quello è il momento di infierire di brutto.
Un nemico sbilanciato, infatti, oltre a rallentare o fermarsi per qualche secondo, è anche potenziale vittima di un “attacco fatale” che, se ben eseguito, può infliggere copiosi danni e portare a vantaggi non di poco conto. Ma in Lies of P hai due armi a disposizione. Se quella che impugni con la mano destra è la principale, non sottovalutare il Braccio a Legione, il sinistro. Si tratta di un particolare braccio meccanico che potrai personalizzare e potenziare e che ha anche diversi ruoli essenziali come quello di “limare” l’arma principale. Esatto, ogni arma ha una sua “durevolezza” che va a consumarsi man mano che la si utilizza. Dovrai quindi tener d’occhio anche quel parametro.
Il braccio a Legione in Lies of P è un’arma versatile, anche questa altamente personalizzabile e che può diventare ora un cannone, ora un lanciafiamme. Gli utilizzi sono vari, tutti potenziabili grazie a determinati oggetti e riuscire a concatenare combo con braccio e arma bianca regala soddisfazioni non di poco conto. E parlando di armi, abbiamo già accennato che queste si suddividono in lama e impugnatura. Ogni pezzo ha delle sue caratteristiche e presto otterrai la possibilità di smontarle e rimontarle a tuo piacimento creando armi innovative e adattandole al tuo stile e alla tua necessità.
Non solo, ogni arma è potenziabile con le pietre lunari o pietre lunari speciali, basterà andare da Eugénie nell’hotel e il gioco è fatto. In più, con delle speciali manovelle, potrai anche alterare le impugnature intaccandone le proprietà e adattandole al tuo stile di gioco. E non abbiamo ancora finito. Potrai personalizzare anche la mola speciale sulla smerigliatrice che va a conferire alla propria arma un effetto speciale di vario genere (causando danni di stato). Si tratta di un’opzione utilizzabile una sola volta e che può però essere ricaricata tornando allo Stargazer.
Non può invece essere ricaricata la pietra dei desideri che inserirai e utilizzerai con il “cubo magico”. Altro arnese che otterrai nel corso del gioco che va ad aggiungersi alla vastissima gamma di strumenti personalizzabili che rendono Lies of P un titolo estremamente stratificato, pieno di caratteristiche e oggetti da tenere d’occhio e con una possibilità concreta di poter creare un proprio stile di combattimento riaddatandolo continuamente di nemico in nemico. E non abbiamo ancora parlato dell’Organo-P, un sistema ramificato di potenziamenti che funziona a quarzo e che ti permette di potenziare in modo passivo e permanente diversi fattori di P stesso (come il numero delle celle per ricaricare i PV o diminuire il consumo di energia mentre corri, ecc.).
E se vuoi personalizzare anche esteticamente il nostro P, non temere. Presto troverai abiti e maschere di vario genere e con diversi richiami proprio al mondo di Collodi e non solo. Tra gli elementi collezionabili, ci sono anche dei vinili con delle tracce audio inedite e che servono alla nostra “umanità”. E parlando di umanità, P sarà di tanto in tanto messo alla prova. Ci saranno delle scelte da fare e quasi sempre dovrai decidere se mentire o meno. Ecco, ogni scelta porterà a una conseguenza (diretta o meno) e quindi a uno dei finali del titolo. A te scoprirli tutti. Diventerai un “bambino vero”?
Un mondo oscuro pieno di pericoli
Lies of P non è un gioco facile. Nonostante si possa grindare anche qui, con Ergo al posto delle “anime” (ma in fondo è la stessa cosa) da dover portare a una nostra cara amica – fatina sei tu? – per salire di livello e decidere man mano cosa potenziare del nostro eroe, il titolo non va mai preso sottogamba. Caricare a testa bassa, significa morire anche contro un banale midboss. E se parliamo di boss, la situazione si complica ancora di più. I boss di Lies of P sono splendidi. Catturano, affascinano e regalano una competizione degna di un soulslike, soprattuto quando arriverai ai boss con più “forme”.
Inoltre l’esplorazione di Lies of P è intelligente, dotata di un level design con le solite scorciatoie da aprire. Parliamo di aree interconnesse, sviluppate anche verticalmente e che vedono P dotato anche di un salto (non comodissimo). E c’è molto da scoprire in effetti e non mancano neanche le missioni secondarie qui dotate di un indicatore all’interno degli Stargaze che ti permette di capire dove andare a consegnare il determinato oggetto richiesto anche se avrai comunque bisogno di memoria per ricordarti da chi tornare.
Infine, tornando ai boss, non mancano gli Spettri. Si tratta di un alleato dotato di un’IA un pochino discutibile che al costo di un determinato oggetto, apparirà per aiutarci contro i boss. Non farà miracoli ma la sua presenza semplifica leggermente le cose anche se Lies of P rimane comunque un titolo dalla difficoltà generale medio/alta e che sa regalare non poche soddisfazioni. Peccato solo per un effetto novità abbastanza risicato. Quanto visto e giocato ha un po’ il sapore di “già visto” e i legami con Pinocchio, seppur presenti, faticano un po’ a restituire un’identità forte e coraggiosa.
Grafica e sonoro
Tecnicamente il titolo si difende abbastanza bene ma non è esente da difetti. C’è qualche rallentamento quando lo schermo si affolla di nemici e in più situazioni siamo stati colpiti dai nemici nonostante la presenza di massicci muri a nostra difesa. Niente di gravissimo ma confidiamo comunque in qualche piccola patch di correzione. Esteticamente, invece, il titolo si difende abbastanza bene. Non si grida al miracolo ma il colpo d’occhio è positivo con ambientazioni gotiche che, seppur non originalissime, incentivano l’esplorazione.
I boss sono l’elemento che cattura di più per estetica e potenza visiva laddove i personaggi umani faticano un po’ a spiccare. Lo stesso Geppetto, se non fosse Geppetto, sarebbe un anonimo borghese dai capelli grigi. Il sonoro non è affatto male, con tracce idonee e funzionali all’esperienza. Molto buono anche il doppiaggio in inglese mentre è molto apprezzata la presenza dei sottotitoli in lingua italiana.