Sviluppato da Home e Ristretto Studios e pubblicato da Homa stesso in sinergia con Qubic Games, Life Bubble è un mini-simulatore di esplorazione planetaria in 3D nonché trasposizione di un titolo nato originariamente per dispositivi mobile. Noi abbiamo indossato la tuta d’astronauta su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Life Bubble: tutto in una bolla
Originariamente nato per sistemi mobile iOS e Android e pubblicato a metà del 2023, Life Bubble rientra nel sempre più vasto mondo, tanto caro a Kemco, di titoli mobile che vengono trasportati e riadattati su console, sopratutto la Nintendo Switch. Non sorprende quindi ritrovarci tra le mani un’opera contornata da limiti tecnici e invasa da piccole microtransazioni opzionali che andremo ad analizzare nei successivi paragrafi.
Procedendo con ordine, Life Bubble narra le vicende di un anonimo esploratore spaziale che, atterrato su un pianeta sconosciuto e potenzialmente ostile, ha come scopo quello di colonizzare. Come? Esplorando, scoprendo e raccogliendo nuovi materiali e utilizzando questi per dar vita a nuove strutture che possano rendere più ospitale la nostra permanenza sul suolo alieno.
Il nemico principale di Life Bubble, infatti, è l’ambiente stesso. Sì, ci sono alieni cattivi armati di classici blaster, ma ciò che ci porta realmente al game over è l’atmosfera stessa. L’aria non ci è amica. Tutto ciò che è fuori dalla bolla che ci accompagnerà perennemente per tutta l’avventura, è un potenziale pericolo. La bolla, nostro fedele indicatore a schermo, delimita il perimetro di sicurezza ed è tra le prime cose di cui dovremo avere cura in quanto è espandibile e potenziabile.
In termini narrativi, seppur siano presenti altri astronauti da liberare e una donzella a fungere da guida fornendoci una carrellata di anonime missioni, Life Bubble è un titolo che punta più al gameplay che al raccontare una storia con un intreccio degno. Ciò che andremo quindi a leggere, di missione in missione, è un pretesto che lega ogni singola missione mordi e fuggi che andremo ad eseguire e il cui scopo finale permane sempre e solo quello di esplorare un suolo sconosciuto raccogliendo materiali, costruendo cose e cercando di sopravvivere.
Bisogna, infatti, tenere a mente che parliamo sempre di un titolo mobile molto fedele alle sue radici e che è votato quindi a essere un passatempo fugace, uno scacciapensieri a tema interplanetario e neanche troppo originale considerando che richiama molti altri titoli del genere come Terradome 3D (di recupera anche la meccanica della bolla) e My Little Universe di cui abbiamo anche fatto una recensione.
Dentro i confini di una bolla
Life Bubble è un simulatore 3D di colonizzazione spaziale nonché gestionale di risorse con una piccola spruzzata di azione automatica. Giocare al titolo firmato Ristretto Studios è immediato, facile e molto accessibile, la visuale isometrica di permette di avere una buona panoramica delle zone accessibili (e quindi protette da bolle) e quelle invece ostiche e da esplorare con cautela.
Ricordiamo, infatti, che esplorare fuori dalla bolla ci renderà soggetti a un mini-timer che prosciugherà la nostra vita fino alla morte. Bisogna quindi pianificare bene come muoversi e a cosa dare le priorità. Di base, il titolo è molto semplice e, a patto di avere un po’ di pazienza nel ripetere di continuo le medesime azioni, non ti troverai mai realmente in difficoltà.
Il nostro astronauta è armato di tutte le strumentazioni necessarie per picconare rocce e cristalli, conservare materiali e riutilizzarli. Il tutto automaticamente. Basterà avvicinarsi a una risorsa da raccogliere o costruire e le risorse verranno create o utilizzate in modo rapido ed efficiente. Certo, l’interattività viene meno ma ricordiamoci sempre che parliamo di un titolo mobile che punta a essere sintetico e rapido.
Medesimo discorso di automatizzazione anche per il combattimento. I nemici sono prevalentemente fermi su mappa e, come tutte le risorse, il loro respawn sarà sempre e solo nel medesimo posto. Questo significa che la ripetitività, già intrinseca nel titolo, viene accentuata ulteriormente da una praticamente nulla randomizzazione dell’area di gioco.
La varietà estetica e ludica, infatti, è abbastanza carente salvo quel mini stupore che si ottiene man mano che si espandono le aree di gioco sicure ed esplorabili. Andare a scovare nuovi materiali con relativi nuovi pericoli, seppur con non molta differenza, regala un riscontro gradevole afflitto però da una lentezza generale che ci accompagnerà per tutte le ore di gioco.
Per proseguire nella trama principale, dovremo soddisfare alcune missioni che non sono altro che richieste di aiuto o di costruzione. Entrambe richiedono quasi sempre una serie di materiali da raccogliere e investire. Un procedimento inizialmente lungo e irrimediabilmente noioso che viene in parte mitigato dalla possibilità di creare arnesi automatici di raccolta e conservazione dei materiali.
Il sistema ludico viene a sua volta appesantito da un inventario originariamente piccolo. Questo significa che ti ritroverai più volte a fare avanti e indietro col potenziale rischio di perdere i materiali non raccolti (che dopo qualche minuto, svaniranno). Come detto, ogni cosa ritorna al suo posto dopo un TOT di tempo, quindi non ti troverai mai davvero a secco di materie prime ma il sistema diventa irrimediabilmente lento e ripetitivo.
Da segnalare la presenza di uno store con valuta in game che ci permette di potenziare il nostro protagonista, migliorandone la velocità, il massimale di vita, la dimensione della bolla e l’efficienza degli strumenti. Questi ultimi possono essere potenziati ulteriormente con dei DLC a pagamento. Il sistema è simile a quello visto in tanti titoli Kemco e prevede una serie di contenuti del tutto opzionali ma che, al costo di 1,99 euro l’uno, garantiscono un boost ludico non indifferente in termini di velocità di raccolta di materiali.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Life Bubble è colorato e accogliente, un mini mondo piacevole da vedere seppur povero di varietà. Il colpo d’occhio è sufficiente anche se è palese, ancora una volta, il suo ispirarsi ad altri titoli e a quanto, a conti fatti, l’inventiva sia molto bassa. Anche le creature aliene deludono per numero e originalità. Un peccato, sarebbe bastato davvero poco per rendere il titolo più identitario.
Anche il sonoro non spicca molto, risultando comunque gradevole e mai opprimente o eccessivamente ridondante. Gradita la presenza della lingua italiana (sottotitoli) anche se la mole di testo a schermo è abbastanza bassa.