Ti è capitato mai, caro lettore, di star facendo qualcosa e improvvisamente vieni colpito da un’idea, e da quella inizi a farti tanti di quei film mentali al punto che dovrebbero darti un Oscar per quanto ogni cosa sia strutturata alla perfezione? E tutto ciò che riesci a dirti è che hai ragione tu, e se qualcun altro non ci ha pensato allora è un povero stupido illuso. A me è capitato con Life is Strange.
Ovviamente, succede tutto nel giro di un paio di secondi in cui non sei più proprietario del tuo corpo ed entri in uno stato di simil-trance fissando un punto nel vuoto. Mentre tu stai creando pensieri contorti e allucinanti, chi ti vede dall’esterno può solo notare una persona colpita dal classico Errore 404.
Ecco, questo è ciò che mi è successo qualche settimana fa mentre ero in auto. In piena estate con 40° Celsius all’ombra immagina come può essere “piacevole” guidare in pieno centro cittadino, mentre la radio continua solamente a trasmettere gli orribili tormentoni estivi. Ci sta tutta estraniarti, per almeno cinque o sei secondi, mentre il semaforo è rosso, per pensare a qualcosa che, in teoria, sembra non fare nessun buco nell’acqua.
Non sembra affatto tanto tempo, ma la nostra mente è un buco nero e la dilatazione spazio temporale è infinita, in soli sei secondi possiamo tranquillamente progettare tutta la nostra vita. Ma non nel mio caso, io ho pensato ad una teoria assurda su Life is Strange, perché programmare la mia vita mi mette solo ansia.
Ma come sono arrivato a pensare a Life is Strange improvvisamente mentre ero in macchina? Beh, nella mia mente il collegamento ha tutta una sua logica. Più o meno i miei ragionamenti sono stati i seguenti: “Madò che casino che c’è oggi! Certo che se dovesse esserci un’apocalisse zombie improvvisa non avrei modo di fuggire e di sicuro si creerebbe il caos, un po’ come accaduto all’inizio del primo The Last of Us.
Cavolo, che bello quel gioco! E il secondo mi è piaciuto pure di più, specialmente per come hanno reso la città di Seattle. Eppure non ricordo che ci fossero altri giochi ambientati a Seattle, ad eccezione di Life is Strange dove veniva solo accennata. Oddio! Seattle! Cosa diavolo succede a Seattle che noi non sappiamo?!”
Cosa diavolo succede a Seattle che noi non sappiamo?!
Sì, so cosa stai pensando.
“Aaron ma tu non devi bere prima di metterti alla guida!”
E io ti stupirò dicendoti che sono totalmente astemio e che il mio ragionamento è comunque fondato su alcune cose che gli sviluppatori di Life is Strange, Dontnod Entertainment, non ci hanno mai mostrato.
Pensiamo alla trama principale del primo Life is Strange. Cosa sappiamo nello specifico? Che Max Caulfield deve evitare che un cataclisma di proporzioni pari a quelle di un uragano si abbatta nella sua città natale: Arcadia Bay. Durante il corso della storia la ragazza si rende conto di possedere il potere del controllo del tempo ed è proprio l’utilizzo di quest’ultimo ciò che alimenta e infine fa abbattere il mastodontico uragano nella cittadina.
Fin qui ti chiederai cosa ci sia di così strano. Beh, grazie all’episodio extra di Life is Strange: Before the Storm, in cui vediamo due giovani Max e Chloe qualche giorno prima della partenza di Max, notiamo come la ragazza non possieda nessun potere. Tuttavia, quando nel gioco principale iniziano a manifestarsi le abilità temporali della protagonista, sappiamo che Max è appena tornata dalla città in cui si era trasferita per qualche anno: Seattle.
Inizialmente potremmo non farci caso, come se stessimo parlando di una qualsiasi altra città e fin qui, mi chiederesti “e dove sta tutto questo trip mentale?“. Tutto si ricollega con Life is Strange 2.
I fratelli Diaz, Sean e Daniel, vivevano tranquilli la loro adolescenza fin quando un giorno, durante un momento critico nel quale il loro padre ha perso la vita, il più piccolo dei due ha dato improvvisamente prova di poter utilizzare il potere della telecinesi. E qual è la città in cui vivevano i Diaz? Proprio Seattle.
Quindi una domanda nasce spontanea: si tratta di una pura coincidenza, oppure a Seattle sta davvero succedendo qualcosa? Pura casualità che entrambi i protagonisti posseggano dei superpoteri ed entrambi vivevano (o hanno vissuto) in quella città? Risulta difficile da pensare che Dontnod, tra tutte le città degli Stati Uniti abbia deciso di sfruttare proprio Seattle per entrambi i titoli.
Anche Life is Strange: True Colors avrà a che fare con Seattle?
Il nuovo capitolo di Life is Strange, True Colors, ci metterà nei panni di una ragazza di nome Alex Chen che arriva nella cittadina di Haven Springs. Sappiamo relativamente poco sul suo passato, ma siamo a conoscenza che durante il gioco la ragazza scoprirà di avere un particolare potere empatico in grado di captare le emozioni altrui.
Già, lo scoprirà durante il gioco. Alex non viene presentata come una ragazza con i superpoteri sin dall’inizio, tantomeno lei ne è a conoscenza. Non sapendo, inoltre, nulla del passato di Alex, al momento, non possiamo far altro che teorizzare. E se, proprio come Max e Daniel, anche Alex avesse vissuto per qualche tempo a Seattle?
Di certo sappiamo che ogni gioco è collegato all’altro da un sottilissimo filo conduttore, nonostante le storie e i personaggi cambino totalmente. Possiamo vedere delle location già visitate o personaggi che erano semplici comparse in un capitolo rivelarsi successivamente dei personaggi fondamentali in un altro capitolo.
In Life is Strange 2, ad esempio, durante il primo episodio ci ritroveremo a vedere (seppur da lontano) Arcadia Bay e sempre nello stesso gioco abbiamo modo di scoprire che fine ha fatto David Madsen, il patrigno di Chloe. In Life is Strange: Before the Storm abbiamo conosciuto Steph Gingrich come personaggio secondario (per non dire terziario), tuttavia la ritroviamo come personaggio importante in True Colors.
Abbiamo già tre personaggi superdotati e una città che potrebbe accomunarli. Ancora una volta, ripeto: pura casualità? Mi vien difficile da credere che sia tutto frutto del caso e che invece gli sviluppatori stiano cercando di mettere semplicemente le loro pedine sulla scacchiera aspettando il momento giusto per iniziare la vera partita.
Vedremo in futuro un possibile “Life is Strange: Assemble”?
Non so se tu, caro lettore, sei un amante del cinema, e in particolar modo (dato che stiamo parlando di gente con superpoteri) del Marvel Cinematic Universe. Inizialmente sono stati creati dei film stand-alone incentrati sui singoli personaggi, per familiarizzare con essi e capirne il carattere e il passato. Successivamente, dopo aver presentato i primi quattro personaggi più importanti, è stato deciso di riunirli tutti insieme in un unico film: The Avengers.
E se con Life is Strange gli sviluppatori stanno facendo la stessa identica cosa senza che noi ne sappiamo nulla? Se ci hanno presentato inizialmente Max Caulfield con il suo potere della manipolazione temporale, successivamente Daniel Diaz e le sue capacità telecinetiche, adesso Alex Chen con il suo potere empatico… cosa ci vieta di pensare che in futuro ci sarà un Life is Strange 4 con un altro protagonista con superpoteri e infine un gioco corale in cui tutti i personaggi si ritroveranno insieme per lottare contro chi magari tira i fili a Seattle.
Non so, immagino già l’epicità di un tale capitolo in cui i vari protagonisti uniscono le forze utilizzando i loro superpoteri. Magari con una soundtrack che comprende quelle particolari musiche e canzoni d’impatto che caratterizzano da sempre la saga di Life is Strange.
Dopotutto non è impensabile come cosa. Nel finale del primo Life is Strange possiamo decidere se salvare Chloe o Arcadia Bay, ma nonostante tutto Max riesce a sopravvivere e non sappiamo cosa le succeda dopo la fine (beh, se non vogliamo tenere in conto il sequel a fumetto). La fine di Life is Strange 2 è la più difficile da gestire: abbiamo, infatti, più finali ma quello che reputo il più veritiero è quello in cui Daniel viene fermato dalla polizia mentre Sean riesce ad arrivare in Messico, quindi anche in quel caso potrebbe essere fattibile un ritorno del giovane Diaz.
Non sappiamo ancora come finirà Life is Strange: True Colors, ma possiamo immaginare che non sarà un finale in cui la protagonista ci lascerà le penne e che quindi potrebbe sempre tornare in un possibile sequel.
Conclusioni
Avrei potuto fantasticare ancora un po’ trovando spunti e riflessioni sul possibile gioco corale di Life is Strange. Ma poi mi sono reso conto che l’automobile dietro la mia aveva iniziato a suonare (e possibilmente mi son beccato anche una maledizione) quando il semaforo era diventato verde.
Non è stata la prima volta in cui ho fatto un simile trip mentale, tantomeno sarà l’ultima. Tuttavia è la prima volta che metto su carta (o in questo caso, su schermo) uno di questi viaggi mentali. Chissà, magari ce ne saranno altri. Per adesso mi piacerebbe sapere, caro lettore, cosa ne pensi di questa assurda teoria.