Disco Elysium: The Final Cut dopo un ‘inizio burrascoso nella sua versione console, soprattutto per PlayStation 5, e il mea culpa da parte di ZA/UM, che in pochissimo tempo è riuscita a correggere l’errore commesso con la patch 1.3, ha finalmente raggiunto gli standard degni di una produzione che al suo debutto su PC fece man bassa di premi.
A colpire di più, nella nuova versione The Final Cut, è stata senza ombra di dubbio la prova attoriale di Lenval Brown, narratore della storia che è riuscito in maniera brillante ha raccontare il tormento interiore del protagonista Harry. Ma chi è Lenval Brown? Lo scopriamo grazie all’intervista dei ragazzi di PC Gamer e in questo articolo ne riporterò le parti salienti, ma se sei interessato a leggerla per intero (e mastichi un po’ di inglese) ti lascio il link qui.
Disco Elysium: l’incredibile storia di Lenval Brown
Come ha fatto un ragazzo che non ha mai avuto alcuna esperienza nella recitazione a trovarsi a doppiare 350.000 parole in un gioco importante come Disco Elysium? Il destino ha voluto che un’amica di Brown fosse a sua volta amica di Kaur Kender, produttore esecutivo di Disco Elysium, e che ella abbia fatto il nome di Brown quando ha sentito che lo studio di sviluppo cercava una voce per il trailer.
Fa un test, piace ed ecco che gli propongono di leggere alcuni script per poi chiedergli ufficialmente di diventare il narratore della storia. Certo, Brown non avrà avuto un’esperienza attoriale, ma con la voce ci sa fare, essendo un cantante e rapper e frontman di una band. Non un attore, ma usando le parole di Brown, “mi sono comportato come se stessi facendo una qualsiasi performance”.
Il lavoro di produzione è stato molto lungo, ben otto mesi e un totale di 350.000 parole. Non avendo mai giocato a Disco Elysium, l’approccio che lo ha guidato nella sua performance è stato quello di essere il più chiaro possibile, e ciò lo ha portato ad un interpretazione lenta e meticolosa, poiché i dialoghi sono fondamentali per il giocatore per capire cosa stia succedendo. Un lavoro certosino è stato fatto anche per differenziare le diverse parti del cervello di Harry che parlano.
Tutte le voci di Harry hanno uno stile diverso di scrittura e quello che ha colpito di più Brown è stata l’abilità Shivers, che dona a Harry la capacità extrasensoriale di connettersi alla città, e che è stata la più facile da interpretare proprio per l’unicità della stessa.
Proprio il gran numero di voci rischiava di creare molta confusione, per questo non si è voluta creare una distinzione netta tra una voce e l’altra, poiché “ognuna è un prisma attraverso il quale Harry è filtrato”. L’obiettivo è stato quello di lasciare comunque libertà al giocatore di poter leggere e interpretare a proprio modo. Brown sottolinea appunto che il lavoro “non riguarda me, ma la persona che sta giocando”. Per questo motivo l’interpretazione di Brown è molto intimista, poiché è la voce interiore di Harry, e ognuno di noi deve avere la libertà di interpretarla in maniera del tutto personale.
Brown ha sfruttato l’essere un cantante, abituato a scrivere rime per le sue canzoni, per poter gestire tutta questa mole di lavoro. Avere un ritmo lo ha aiutato a leggere in modo corretto le parole e ad interpretarle con l’intenzione giusta, dando più o meno enfasi a seconda del personaggio.
Il lavoro fatto è veramente incredibile e la meticolosità che Brown ha messo nel suo lavoro è encomiabile. Talmente concentrato da “realizzare solo alla fine di star interpretando il personaggio principale”.