Ling: A Road Alone è un gioco di ruolo d’avventura indie, sviluppato da Chautauqua Software e pubblicato da Winking Entertainment, rilasciato per la prima volta su Steam il 17 settembre 2019 e approdato anche su PlayStation 4 il 2 ottobre dello stesso anno.
Una sinergia tra gusto orientale e occidentale
Il termine Ling corrisponde al simbolo cinese ‘泠’ che nella nostra lingua significa gelo o freddo; in effetti, l’avventura del nostro giovane armato di spadone inizia in un luogo desolato e silenzioso, ricoperto da candida neve, dove l’unico colore caldo è rappresentato dal sangue dei nemici. Tutto intorno a noi sembra indicare un ambiente orientaleggiante, con la presenza di templi con statue buddiste, alberi che ricordano vagamente la flora di quelle zone e boss singolari che rimandano alla mente l’immagine dei demoni della cultura e tradizione cinese.
Il viaggio intrapreso dal nostro giovane sembra essere più spirituale che fisico, ogni ambientazione è legata anche ad una stagione della sua vita o del suo cuore. I nemici che dovrà incontrare e affrontare sono forti e temibili e forse non gli consentiranno di giungere alla fine del suo percorso; percorso che lo porta concretamente a scontrarsi con se stesso e le sue paure. Trattandosi di un viaggio, spesso, cambierà zona e dalle fredde terre orientali si sposterà al caldo nefasto del deserto, con elementi in stile greco-ateniese, rappresentati da statue greche del IV-V secolo a.c. e resti di colonne e antichi templi fino ai colori sgargianti delle foglie che danzano in autunno.
Abbiamo nell’ambientazione, dunque, una forte sinergia tra elementi di cultura orientale, e elementi artistici dal sapore intensamente occidentale. Non si conosce il vero motivo di questa commistione, spesso sembra del tutto una scelta grafica-estetica senza un significato di sostanza o legata alla trama, purtroppo però, di questo non saremo mai certi fino in fondo.
Questa unione di elementi così differenti è una strategia che può funzionare solo in alcuni casi; ad esempio quando abbiamo a che fare con titoli il cui sfondo deve assumere solo una funzione estetica e superficiale (i giochi con gare di corsa), ma quando si tratta di un viaggio interiore è essenziale che l’ambiente di gioco sia evocativo di un qualcosa: i sentimenti del protagonista, le sue paure, i suoi ricordi ecc. Nel caso di Ling: A Road Alone, ammesso che questo sia stato fatto, vuol dire che non è stato trasmesso adeguatamente al giocatore.
Meccaniche di gioco
Veniamo al cuore della recensione, e purtroppo alla parte più compromessa del titolo. Il gameplay si incentra principalmente su due azioni: dare pugni e colpire i nemici con lo spadone. Possiamo da subito riscontrare una falla nel sistema di gioco, ovvero, non solo la presenza di sole due azioni in combattimento ma anche il fatto, quanto mai inutile, che tutti i tasti del joystick, se premuti, diano input agli stessi 2 comandi. Non ha alcun senso poter utilizzare tutti i tasti per fare la stessa cosa, forse sarebbe stato meglio aggiungere qualche azione in più.
Rimanendo sulla “questione comandi” un’altra falla, forse più grave, mina la buona riuscita del gameplay; i comandi non rispondono immediatamente all’input della pressione sul tasto, ritarda di pochissimo ma non è immediato e questo non è un problema da poco in un titolo ideato per una console, di certo non datata, come PlayStation 4.
Altro problema molto fastidioso in combattimento, è l’assenza di un’opzione per “agganciare” i nemici e quindi, mantenere su di loro il focus dell’attenzione. Questo mi ha creato non pochi disagi durante i combattimenti, spesso la visuale era ostruita dagli alberi o dalle strutture che si posizionavano davanti ai personaggi e non mi consentivano di vedere cosa stesse succedendo.
I problemi non sono finiti qui. Le mancanze in questo titolo sono davvero tante a cominciare dall’assenza di un tutorial o guida iniziale, di vere e proprie combo per concatenare gli attacchi, la mancanza di abilità, di interazione con gli oggetti e con l’ambiente di gioco, assenza di una mini mappa, e per finire mancano persino i nomi dei boss sopra alla barra dei loro HP (punti vita). A questo punto fare un elenco di quello che non funziona nelle meccaniche di Ling è inutile, è di certo più veloce indicare ciò che invece funziona del titolo.
Grafica e sound
Qualche aspetto positivo di Ling: A Road Alone esiste e si rintraccia soprattutto nello stile grafico che sì risulta primitivo, ma molto gradevole e di buon impatto, tralasciando il fatto che il nostro protagonista non lasci impronte sulla neve e sulla sabbia. Il sound invece trovo che sia fatto molto bene, si alternano silenzi desolanti a cori esilaranti che trasmettono adrenalina e euforia al giocatore, a vere e proprie tracce rock-metal molto stimolanti.