Sentir parlare di gaming e di tutto ciò che ruota attorno a questo universo suscita sempre interesse e piacere nella numerosa schiera di videogiocatori e fan del settore. Scoprire che un programma popolare della TV italiana come Le Iene ne abbia addirittura dedicato un intero servizio accresce ancor di più la nostra curiosità. Andiamo dunque a ripercorrere il “viaggio” verso la scoperta dell’acqua calda della iena Niccolò De Devitiis alla Milano Games Week, la più importante fiera del videogioco su suolo nazionale che si teneva nel capoluogo lombardo dal 27 al 29 settembre scorso.
Attraverso una canzonatura travestita da informazione, il servizio si apre snocciolando dati che possono sembrare esagerati solo per chi non ha ancora capito da che parte gira il mondo da qualche anno a questa parte. “Una finale di videogiochi” è stata seguita da un pubblico live di più di 100 mila persone che “sono uscite di casa, hanno preso la macchina e hanno pagato un biglietto da 80€ per vedere due ragazzi che seduti alla loro console si sfidano ai videogame”. A contrasto con i toni screditatori del programma Mediaset vengono comunque elencati numeri importanti come i 16 milioni di spettatori che seguivano la “finale di videogiochi” via streaming, un numero impressionante. Esaurita l’intro acchiappa-citrulli entriamo finalmente nel vivo della fiera milanese dove attraverso varie interviste a passanti e gamer più o meno famosi del web, viene ribadito un concetto tanto elementare quanto incomprensibile per alcuni: nel 2019 i videogiochi e gli Esports sono una realtà intrattenitiva affermata capace di permettere addirittura a qualche videogiocatore di definirsi ProPlayer, ovvero un videogiocatore professionista… una sorta di “atleta”. E davanti ai traguardi raggiunti da un mercato in continua evoluzione che vale ormai 1 miliardo di Euro a livello planetario ecco che, attraverso il classico montaggio artificioso, riparte la sagra della fregnaccia: con moltiplicazioni di folli visualizzazioni di Youtube per mirabolanti guadagni, il De Devitiis tende a dipingere fantomatici profitti automatici per chiunque abbia deciso di intraprendere la carriera di Youtuber rappresentando la vera realtà dei fatti quantomeno in maniera facilona e disinformativa.
Terminati i conti in tasca ai passanti, il servizio ci mostra finalmente qualcosa di apprezzabile andando perlomeno a documentare gli allenamenti di chi è davvero pagato per essere tra i top mondiali dei videogiocatori: per essere un proplayer non basta avere un pad in mano, ma servono ovviamente tanto impegno, capacità di gestione dello stress, un’apprezzabile visione periferica e riflessi degni di un atleta. Penso tra me e me: “…Ma stà a vedè che mò sto Devitiis me dice qualcosa de serio!!…” macchè, adesso arriva il turno del “Capo dei Capi”. Non Don Vito Corleone ma Cicciogamer89, conosciuto da mamma e papà come Mirko Alessandrini. La scena è delle più tristi (e maleducate) che si possa immaginare: mentre Cicciogamer (di certo il nome d’arte non lo aiuta) fa quello che deve, ovvero giocare ad un evento a cui è stato invitato (e probabilmente pagato) davanti a una schiera di appassionati giunti fin lì per vederlo all’opera su Fortnite, la iena si aggira alle spalle del gamer romano in maniera disorientata e confusa (Rain Man sei tu???). In quello che risulta forse divertente per alcuni solo nel montaggio Mediaset, Cicciogamer risponde serenamente ed educatamente alle insistenti domande fuori luogo dell’inviato in smoking continuando imperturbabile a giocare, conservando la sua naturale e caratteristica flemma… chapeau!
Finito di parlare e ridere con (ma soprattutto di) Cicciogamer, ecco che i toni diventano di colpo tetri e il De Devitiis non ride più: in sottofondo, ad accompagnare l’espressione allarmata e gli occhi improvvisamente inquieti della iena, risuona una sorta di de profundis probabilmente attribuibile alle OST di Harry Potter. La chiosa pesa come un macigno:
“Secondo uno studio legale canadese, i creatori di Fortnite hanno assunto psicologi per scavare nel cervello umano e creare più dipendenza possibile, soprattutto tra i ragazzini”
Per un meritatissimo e classico contrappasso, quello che voleva essere un momento di riflessione e serietà, risulta (non nei contenuti, bensì nei modi) la parte più divertente del servizio, evidenziando ancor di più il target di pubblico rimasto ai programmi della televisione italiana (buongiornissimo kaffeeeeeee… sì, parlo proprio di loro).
Nel 2019 chiunque al passo coi tempi dovrebbe essere cosciente di ciò che è diventato il mercato videoludico, il gaming, gli Esports, Youtube, Twitch e via discorrendo. Addirittura Andrea Agnelli, durante l’ultima assemblea degli azionisti di Juventus S.p.A ha citato gli Esports come principali competitors a cui anche il calcio professionistico dovrà rivolgersi per il prossimo futuro. Agnelli sì, De Devitiis no… strano il mondo.