Abbiamo già parlato di come Game Freak sia rimasta a lungo all’ombra di Pokémon, un problema che torna a farsi vivo con l’arrivo di Little Town Hero su Nintendo Switch. Il nuovo titolo, dal laconico nome in codice “Town” con cui è stato inizialmente annunciato, è solo l’ultimo arrivato dei progetti non-Pokémon di Game Freak: un fardello notevole, questo, a fronte dell’imminenza di Pokémon Spada e Scudo.
Sull’ultimo arrivato della “divisione piccola” del talentuoso team di sviluppo (denominata Gear Project) si è sbottonato Masao Taya, il director che ha curato il progetto dall’inizio, in un’intervista con il sito britannico Nintendo Life, discutendo della sua intenzione di creare “un gioco di ruolo per chi ha poco tempo”, in maniera non dissimile dall’indie Archlion Saga. Riportiamo qui una traduzione dell’intervista.
Nintendo Life: “Prima di tutto, si presenti e ci illustri il suo ruolo a Game Freak.”
Masao Taya: “Mi sono candidato come programmatore a Game Freak vent’anni fa con la speranza di creare, un giorno, un gioco tutto mio. Da allora ho lavorato per lo più al battle system [il gameplay di base delle battaglie, ndt] in Pokémon. Ho programmato tutti i battle system dopo [Pokémon] Bianco e Nero. E il mio sogno si è avverato quando ho potuto dirigere Pocket Card Jockey. Pure Little Town Hero, però, è nato dal mio desiderio di creare un GdR su misura per me e per i miei amici.”
NL: “Puoi dirci un po’ di più della storia di Little Town Hero? Perché Axe [nome canonico di default del protagonista, ndt] è tanto smanioso di lasciare il suo villaggio idilliaco?”
MT: “Ma non lo vuole mica lasciare. Lui è solo curioso di sapere come sia fatto il mondo esterno al villaggio. E quella curiosità viene ulteriormente amplificata dal suo divieto di abbandonarlo. Ne saprete di più giocando, ma c’è un motivo di cui persino Axe è all’oscuro. Ha a che fare con suo padre.”
NL: “Game Freak ha rilasciato diversi giochi non-Pokémon di recente – i titoli Gear Project, compreso HarmoKnight, Giga Wrecker Alt. e il brillante Pocket Card Jockey su 3DS (uno dei nostri preferiti) – per quanto la maggioranza dei giocatori assoceranno Game Freak a quell’altra serie di giochi con scontri a turni. Qual è stata l’idea dietro lo sviluppo di un altro gioco di ruolo a turni?”
MT: “Innanzitutto, dovrei ringraziare tutti coloro i quali si sono divertiti con Pocket Card Jockey. Grazie! Ho giocato giochi di ruolo a turni da quand’ero piccolo, più o meno intorno al loro boom dovuto a giochi come Dragon Quest e Final Fantasy. Credo che Pokémon sia nato per la maggior parte grazie ai passi compiuti dai capostipiti delle due serie.
Ma al di fuori del mio amore per il genere, non è che io abbia giocato a chissà quanti altri giochi di ruolo, al di fuori di Pokémon. Ovvio, essere adulti riduce anche il tempo che si può dedicare ai giochi, ma credo ci sia dell’altro. I GdR succhiano tempo, e parecchio, e viste le dimensioni che stanno raggiungendo le mappe da esplorare, è sempre più facile perdersi e rimanere bloccati in aree dove si possono solo affrontare nemici deboli. Anche per questo – se non soprattutto per questo – ho smesso di giocare al genere così tanto.
Così, con Little Town Hero, abbiamo avuto la cura di non esagerare con la mappa, e di non metterci nemici che si possono sconfiggere solo spammando gli attacchi. Invece, abbiamo mirato a un battle system interessante che faccia ragionare di più il giocatore su come sconfiggere il nemico, ogni singola volta.”
NL: “In Little Town Hero si combatte con le ‘idee’ – può dirci di più del battle system? Come si differenzia da altri tipi di battaglie a turni?”
MT: “Il battle system usa qualcosa come i GCC digitali (Giochi di Carte Collezionabili digitali) come base. In quei giochi, le unità si affrontano, e serve una scelta attenta dei personaggi per mettersi in una posizione di vantaggio che favorisca un esito positivo. Stessa cosa in Little Town Hero – se non ti metti in una posizione di vantaggio, non riuscirai a torcere nemmeno un singolo HP all’avversario.
Se confrontate altri tipi di battaglie a turni ai GCC digitali, le azioni sono semplici e i numeri di nemici che si affrontano in blocco sono limitati. (Pokémon è un po’ diverso perché mi ci sono fatto un bel mazzo, con il battle system, così potete affrontare un gran numero di nemici e superare delle difficoltà toste… ma quelle divertenti, ovvio!)
Quindi, a differenza di altri GdR a turni non puoi battere i nemici più duri spammando la tua mossa più forte, o scegliendo le unità migliori per portare a termine l’opera. Devi pensare alle mosse che fai.”
NL: “I giochi Gear Project sembrano permettere agli sviluppatori di Game Freak di allenare la propria creatività. Little Town Hero è un’opportunità per fare ciò che ‘non è concesso’ fare nei giochi Pokémon? O è una rampa di lancio per certe idee che vorreste sviluppare – o trasferire – in futuro [inteso come giochi futuri di Pokémon, ndt]?”
MT: “Beh, io sono solo un programmatore per Pokémon, quindi non ho modo di influenzarne storia o personaggi. Semmai, è per la mia esperienza nell’aver giocato altri giochi di ruolo diversi da Pokémon quand’ero giovane (tipo Dragon Quest, ecc.) che ho voluto creare una storia mia, quindi sono felice di vedere questo avverarsi con Little Town Hero.
Non lo considero una rampa di lancio per idee nuove, ma a volte mi ritrovo a pensare cose del tipo ‘Sarebbe divertente dare un seguito a questa parte della storia.’ o ‘Se faccio questo, potrebbe essere più interessante…’. Questo vale anche per Pocket Card Jockey.”
NL: “Descrivete il gioco nel suo ‘Compatto progresso nella storia ideato per il gamer impegnato’, che a noi suona molto bene vista la mole di giochi in uscita su Switch! Potrebbero esserci fan di Pokémon che si aspettano esperienze di uguale magnitudine, però. Potrebbe esprimersi meglio su cosa si dovrebbero aspettarsi i giocatori in tal senso? Il gamer medio quanto ci metterebbe a completare il gioco?”
MT: “Non si tratta di un’avventura dalle mappe titaniche. L’unica area in cui il giocatore potrà avventurarsi sarà una singola, piccola città. Immaginatevi l’area in cui uno studente delle medie possa farsi dei… giri in bici, credo? (Nota: non ci sono bici nel gioco.)
I mostri sono grandi, fanno paura, e non si possono catturare indebolendoli. Ovvio, questo significa che non li si può soprannominare a piacimento, o averli al proprio fianco in un’avventura. Il personaggio principale li combatte per proteggere il villaggio, che per il ragazzino in questione non è un compito da poco. Comunque, un modo per vincere c’è sempre. In quanto alla lunghezza, per chi capisce al volo il battle system, parliamo di 10, 12 ore. Se però ci si impiega di più, parliamo invece di un numero di ore tra le 15 e le 20.”
NL: “L’annuncio della collaborazione di Toby Fox, creatore di Undertale (di cui ho parlato nel mio secondo speciale), alla colonna sonora è stato accolto a braccia più che aperte dai fan. Ma com’è nata la collaborazione?”
MT: “Tutto ha avuto inizio grazie a [Go] Ichinose, compositore e creatore per conto di Game Freak. Lui e Toby sono amici su Twitter. Io stesso sono un grande fan di UNDERTALE e quando ho chiesto ad Ichinose di chiedere a Fox di occuparsi della musica di Little Town Hero, ha accettato di buon grado.
Dopodiché gli abbiamo mandato il look del gioco e le informazioni su Little Town Hero, e l’abbiamo incontrato durante la sua visita in Giappone [presumibilmente la stessa in cui Fox ha incontrato Masahiro Sakurai, portando a Megalovania e al costume di Sans in Super Smash Bros. Ultimate, ndt], e l’abbiamo invitato fuori per cenare con il resto dello staff. Abbiamo tirato tardi, ma già la mattina dopo, al mio arrivo in ufficio, ho visto che Toby mi aveva mandato le frasi [musicali] sulle quali abbiamo poi costruito il tema portante di Little Town Hero. Ed era così bello. Calzava a pennello al gioco. Ero così sotto shock da rendere tutto lo staff partecipe del risultato immediato della collaborazione. Sorriso da orecchio a orecchio sulle labbra di tutti.”
NL: “Come abbiamo visto con Pokémon Spada e Scudo, la serie Pokémon viene scrutinata intensamente dai fan, con analisi di ogni singolo fotogramma dei trailer ed ogni alterazione oggetto di intense diatribe online. Allo stesso tempo, non si sa granché di Little Town Hero. Dal punto di vista dello sviluppatore, lavorare su una IP nuova di zecca si dimostra poi così diverso da lavorare a un gioco Pokémon? Quali sono i pro e i contro?”
MT: “Come dite, Pokémon attira molta attenzione e ci sono molti membri dello staff a curarsi delle pubbliche relazioni, quindi ci sono cose che i fan possono apprezzare sia prima dell’uscita del gioco che dopo. In qualità di sviluppatori, le pubbliche relazioni non sono affar nostro. Comunque abbiamo meno addetti alle pubbliche relazioni per giochi nuovi come Little Town [Hero], così noi sviluppatori dobbiamo pensare anche a cosa bisogna fare. Non che mi dispiaccia, ma a volte sento di aver bisogno di 48 ore al giorno, o forse un gemello a darmi una mano.”
NL: “Per finire, con Little Town Hero dietro l’angolo, ci sono feature o aspetti del gioco che vorresti evidenziare ai giocatori che ne aspettano l’uscita?”
MT: “Probabilmente suonerò come un disco rotto ormai, ma il gioco è nato dalla nostra volontà di creare un gioco di ruolo che sfidi il giocatore e che si possa completare in poco tempo. Il battle system è qualcosa che vale la pena di imparare, quindi per persone che amano i giochi strategici come i GCC digitali, per favore, provate a comprare il gioco. Anche se non vi attira il genere, potrete vincere una volta compreso il battle system, quindi dategli una chance, se potete!”
Per quanto concerne l’ultimo appello di Taya, di certo una demo non guasterebbe, ma anche dopo questi interessanti retroscena il titolo sembra dimostrarsi sempre più appetibile.