Il panorama dei giochi indipendenti horror è uno dei più vasti e variegati. C’è da dire, però, che la maggior parte di questi giochi siano abbastanza mediocri, con meccaniche già viste, storie scontate e che sfruttano l’espediente del jumpscare come unica fonte di paura.
Ci sono giochi, invece, che riescono a fare tutto il contrario. Look Outside rientra proprio in questa fattispecie. Sviluppato da Francis Coulombe e pubblicato da Devolver Digital, questo rpg survival horror ci trasporterà in un incubo claustrofobico, nel quale esplorazione, tensione psicologica e combattimenti a turni compongono un mix sorprendente. Scopriamolo nel dettaglio!
Look Outside: forse meglio non farlo
La storia di Look Outside è avvolta nel mistero fin dai primi minuti. Il protagonista, Sam (nome predefinito, ma modificabile a inizio partita), si risveglia nel suo appartamento con le finestre accuratamente coperte. Una voce lo avverte: “Non guardare fuori.” Si tratta del nostro vicino di casa, un occhio che ci osserva da un buco nella parete.

Da lì inizia una spirale di paranoia e terrore, mentre il protagonista esplora il complesso residenziale, nel quale è ambientato l’intero gioco, in cerca di risposte. La storia ci viene mano a mano rivelata dai numerosi dialoghi con i grotteschi abitanti del condominio e da alcuni documenti che troveremo sparsi per i livelli di gioco. C’è da dire che, soprattutto i dialoghi, risultano molto spesso criptici e toccherà unire i puntini per riuscire a capirci qualcosa. Anche gli ambienti avranno sempre qualcosa da narrare, fornendo vari indizi su cosa sta succedendo.

La paura, in Look Outside, non è data da visioni mostruose (anche se non mancheranno) o da jumpscare scontati, ma si rifà maggiormente al senso di orrore cosmico tanto caro a Lovecraft. È la follia che sta al centro di tutto, quella linea sottile che sta tra cosa è reale e cosa è frutto della nostra immaginazione, che non a caso è stata tradotta anche in una meccanica specifica del gioco. Oltretutto, per capire cosa sta succedendo, avremo a disposizione solamente 15 giorni, fattore che aggiunge un’ansia indescrivibile, soprattutto visto che il protagonista dovrà dormire, svagarsi, mangiare, e ogni azione ci costerà del tempo.
Survival horror e combattimenti a turni, accoppiata di successo?
Look Outside ci darà la facoltà di scegliere tra due opzioni di difficoltà: facile o normale. Ecco, non fatevi fregare, la modalità normale – quella che ho scelto – è tosta. Un messaggio ci consiglierà di sfruttare al meglio le risorse e vi consiglio caldamente di farlo, perché il titolo di Francis Coulombe non perdona. Dai combattimenti a turni, fino alla gestione dell’inventario, ogni elemento è stato pensato per mettere in difficoltà il giocatore e di fargli pesare le scelte prese durante il corso della storia. Non avete raccolto quell’oggetto? Peggio per voi. Non avete parlato con quel NPC? Forse era meglio averlo fatto.

Questo perché, insieme alla meccanica che gestisce la paura del protagonista, i combattimenti potranno essere risolti in due modi: con la forza, oppure parlando o interagendo con le creature che ci si pareranno davanti (ma non sempre potremo ricorrere alla parlantina). Look Outside ha molti finali e sarà il modo in cui affronteremo ogni sfida che decreterà il nostro esito. Il combattimento a turni prende a piene mani dai capostipiti del genere. In ogni turno potremo compiere un azione e poi toccherà ai nostri avversari. Si nota l’influenza di Fear & Hunger, soprattutto nel comportamento di alcuni mostri e nei dettagli spaventosi dei loro sprite, ma ciò è solo un bene.

Se proprio devo trovare una nota negativa nel loop di gameplay di Look Outside, quella è da ricercarsi nella massiccia presenza di backtracking, soprattutto visto che non avremo la possibilità di recuperare una mappa del complesso abitativo. Capisco che è una scelta più che sensata, vista la natura claustrofobica del level design, ma a volte è stato abbastanza frustrante dover tornare indietro fino ad aree iniziali più e più volte.
Grafica e sonoro
Look Outside è stato realizzato interamente in pixel art, con uno stile che ricorda i classici horror creati con RPG maker o simili, diffusi soprattutto in Giappone. Lo stile è “grezzo”, ma è un’evidente scelta di design, visto che il risultato finale è decisamente riuscito e spaventoso. I close-up sul protagonista e sugli npc che troveremo nel condominio sono spesso disturbanti, con i dettagli dei volti che riescono a trasmettere la follia e l’orrore che stanno vivendo in modo eccellente.

Ovviamente, non sarebbe un gioco horror senza un sonoro di tutto rispetto e anche qua è stato fatto un lavoro egregio. Non che Look Outside abbia una grande varietà di suoni ed effetti, soprattutto visto che stiamo parlando di un titolo in 2D, ma il senso di terrore c’è anche grazie ai continui suoni bianchi che ci accompagneranno durante l’avventura. Una colonna musicale e sonora minimale, che sfrutta gli insegnamenti dei classici, come Silent Hill 2, e diventa “massiccia” quando deve, trasformandosi in un tappeto di ansia che ci coprirà nei momenti più tesi.