Se ultimamente non hai vissuto lontano dal telefono, hai sicuramente sentito nominare Loop Hero, “il GDR che si gioca da solo”, come dicono molti. La domanda viene quindi spontanea, come può un titolo quasi del tutto automatico essere divertente? Non è facile dare una risposta, ma sappi che parliamo di un gioco unico, originale e in grado di sviluppare al meglio la sua idea di partenza.
Come dice anche il nome, Loop Hero ci mette nei panni di un eroe intrappolato in un loop senza fine, dove sconfiggere nemici, ottenere equipaggiamento, combattere avversari più forti e ottenere oggetti ancora migliori. In pratica, il classico loop tipico dei giochi di ruolo, che qui diventa evidente. Il giocatore, però, non veste i panni dell’eroe, ma gestisce anche il mondo di gioco. Vediamo come!
L’oscurità eterna
Sorprendentemente, Loop Hero vanta un comparto narrativo sufficientemente elaborato che, pur non essendo il punto centrale della produzione, riesce comunque a intrattenere con i suoi brevi dialoghi e con riflessioni sorprendentemente profonde che a volte riguardano da vicino le classiche contraddizioni dei giochi di ruolo e che contribuiscono a creare l’atmosfera postapocalittica del titolo.
Tutto parte da una semplice premessa: un potente Lich ha maledetto l’intero mondo, facendolo piombare in un’oscurità perpetua che ha annullato lo scorrere del tempo e i ricordi delle persone: tutto svanisce, tutto viene dimenticato e nulla sembra mai indicare uno scorrere naturale delle cose.
Il sole non sorge più, alcuni animali sono spariti e tutto sembra perennemente avvolto da una cappa di oscurità. Apparentemente, solo il protagonista riesce a ricordare oggetti, nemici e paesaggi per brevi periodi, riuscendo quindi a intraprendere delle spedizioni per cercare una soluzione al problema.
Da queste premesse parte una trama che, pur rimanendo abbastanza lineare, offre alcuni spunti di riflessione sui classici topoi dei GDR, grazie a dialoghi brevi ma memorabili, che solitamente appaiono con la scoperta di un nuovo edificio, nemico o carta. Una piccola aggiunta che arricchisce il gameplay e delinea un’atmosfera ricca di fascino.
Casa dolce casa
Prima di parlare del loop vero e proprio, vale la pena descrivere l’accampamento. Questo è un vero e proprio HUB centrale, da cui partiranno tutte le spedizioni.
Innanzitutto, qui è possibile sbloccare edifici, utilizzando le risorse raccolte durante le varie partite. Questi hanno gli effetti più disparati, che vanno dallo sblocco di pozioni, equipaggiamento, nuove classi o persino nuove funzionalità da attivare nell’HUB stesso o durante le partite. In pratica, qui abbiamo la vera e propria progressione del titolo, esterna al loop infinito di spedizioni.
Il loop di gameplay, quindi, è semplice e immediato: si parte all’avventura, si raccolgono risorse, si potenzia l’accampamento per sbloccare nuove funzionalità e si riparte nuovamente. Tutto questo, però, è più profondo di quanto possa sembrare. Lo sblocco degli edifici, per fortuna, non va a sostituire l’abilità del giocatore e la necessità di comprendere le meccaniche di gioco. Per poter vincere, non serve il grinding fine a sè stesso, ma anche una buona dose di padronanza del gameplay.
Prima ancora di partire per una spedizione, infatti, possiamo comporre un vero e proprio deck. Questo è assemblato con “carte” che rappresentano ciò che possiamo ottenere durante le varie run. In particolare, è composto da biomi che fanno spawnare determinati tipi di nemici, o elementi dello scenario che aumentano le statistiche o forniscono altri effetti aggiuntivi.
Il viaggio dell’eroe
Per capire bene l’importanza delle carte, parliamo finalmente del loop, elemento davvero originale e ben strutturato, nonché fulcro del gameplay di Loop Hero. Ogni spedizione, si svolge in un percorso generato casualmente, che torna sempre al punto di inizio, come se fosse un circuito. Questo percorso è diviso in caselle inizialmente vuote e circondato dall’oscurità creata dal Lich.
All’inizio di ogni partita, quindi, il nostro eroe inizia il suo giro sul loop che, eccetto per la presenza di alcuni slime, è vuoto. Dopo aver sconfitto il primo budino verdognolo, però, tutto cambia: si ottengono i primi oggetti di equipaggiamento e le carte presenti nel nostro deck.
Queste sono veri e propri elementi dello scenario, da posizionare lungo il percorso o ai suoi lati, in modo da influenzare le creature che spawneranno e le statistiche dell’eroe. Ad esempio, possiamo trovare carte foresta, che fanno apparire dei Lupiratto, dei cimiteri che generano scheletri o anche elementi più elaborati, come i Campi di Battaglia, i quali fanno spawnare un forziere all’inizio di ogni ciclo, creando però dei fantasmi.
Non solo: tra le carte abbiamo anche dei veri e propri biomi, che aumentano le statisiche dell’eroe semplicemente quando vengono posizionati. Ad esempio, otterremo spesso delle carte roccia o montagna, che aggiungono PV permanenti per carta simile posizionata nelle caselle adiacenti.
Infine, possiamo trovare anche delle carte che non riguardano mostri o biomi, come i villaggi o i campi di grano. Queste, per esempio, guariscono l’eroe quando questo ci passa sopra, dando anche una quest da completare.
Ma non è finita qui! Tutto questo si può combinare in modi inaspettati, facendo ottenere al nostro personaggio dei potenti bonus passivi: posizionare 9 montagne vicine genera un enorme monte, il quale aumenta di molto le statistiche, ma che aggiunge delle arpie tra gli incontri con i nemici del loop. Oppure, posizionando un villaggio vicino a una dimora dei vampiri, si otterrà un villaggio distrutto, che tornerà utile solo dopo diversi turni. Loop Hero è pieno di combinazioni simili, che possono davvero fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Di fatto, combinare al meglio tutte le carte ottenute permette di ottenere dei bonus davvero non trascurabili, che alla lunga si sommano con effetti sempre più evidenti.
In pratica, nonostante la struttura alla base del gameplay possa essere immediata, Loop Hero si mostra poi profondo e difficile da padroneggiare al meglio, dato che richiede al giocatore attenzione costante e comprensione delle varie combinazioni e meccaniche di gioco. La combinazione delle carte ottenute aggiunge quindi una profondità inaspettata a un primo sguardo, rendendo l’esperienza varia e sorprendente, anche dopo diverse run.
Loop Hero: un GDR che si gioca da solo?
Questa frase, che è stata detta un gran numero di volte, non è del tutto vera. Loop Hero richiede al giocatore attenzione costante, anche se molte azioni sono automatiche. E’ vero: il nostro eroe si muove da solo sul loop e i combattimenti si svolgono in autonomia, ma l’influenza che il giocatore può avere sulla partita è comunque determinante.
Dopo ogni scontro, infatti, si ottengono continuamente nuove carte da posizionare e oggetti da equipaggiare. Questi ultimi servono “solo” a migliorare le statistiche del protagonista, consentendogli di affrontare più facilmente i mostri dei successivi giri del loop (anche se, in realtà, è possibile tenere conto di abilità passive, per creare build), mentre le carte vanno posizionate in modo oculato in modo da ottenere i giusti bonus e, soprattutto, per ottenere un loop equilibrato: il nostro eroe ha bisogno di oggetti e punti esperienza per restare al passo con i nemici progressivamente più forti, quindi ha bisogno di creature da uccidere nel giro attuale del loop. Tuttavia, esagerare con il posizionamento degli ostacoli, rischia di rendere il loop impossibile da superare, per i troppi danni subiti.
Forse proprio qui si vede uno dei pochi difetti della produzione: ci sono alcune run (pochissime a dir la verità) in cui si ottengono carte troppo poco influenti, facendo perdere tanti PV all’eroe durante i primi giri. In alcuni casi, per esempio, non ho ottenuto armi prima del secondo/terzo loop, rendendo ogni combattimento lungo e fin troppo oneroso per i punti vita dell’eroe.
Infine, se proprio dobbiamo trovare un altro difetto, va detto che la struttura di Loop Hero, per quanto ben congegnata, è circoscritta nei suoi stessi limiti: com’è evidente, il gameplay è un loop continuo di spedizioni, grinding di risorse e nuove spedizioni. Il tutto risulta divertente e profondo, sopratutto per un giocatore disposto ad apprendere le varie meccaniche, ma ci sono poche variazioni sul tema. Per fortuna, proseguendo nella costruzione dell’accampamento si ottengono edifici che aggiungono altro pepe alla formula, grazie a nuove classi, meccaniche o caratteristiche.
Chiaramente, anche il percorso che forma il loop è generato casualmente a ogni partita, costringendo il giocatore ad adattare la disposiozione delle varie carte.
Arte d’altri tempi
Il comparto tecnico di Loop Hero è un altro pregio del titolo. Il gioco sfoggia una splendida pixel art che vanta sprite davvero belli da vedere e ben animati. Durante i dialoghi, invece, vediamo ritratti più dettagliati, ma composti comunque in pixel art. Il tutto richiama molto da vicino alcuni tra i primi videogiochi per PC, dove le animazioni erano minimali e il comparto grafico era quasi un accompagnamento alle meccaniche ludiche. Proprio per questo, pur non facendo gridare al miracolo, il gioco risulta sempre bello da vedere.
Il comparto artistico è semplicemente ottimo, grazie al design originale di alcuni nemici, degli eroi e persino dell’interfaccia utente, che ancora una volta è fatta per richiamare i vecchissimi strategici per PC, come Metal Marines, con varie finestre dedicate ad azioni diverse.
Infine, il comparto sonoro si accosta a quanto visto fin’ora, richiamando ancora una volta i classici vecchia scuola, grazie a musiche orecchiabili, ed effetti sonori non troppo elaborati.