Sviluppato e pubblicato da Marvelous, Loop8: Summer of Gods è un gioco di ruolo a turni con forti elementi da visual novel e dallo stile grafico a tratti sbalorditivo. Noi abbiamo affrontato innumerevoli loop insieme a Nini e compagni utilizzando la Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto ad affrontare i Kegai insieme a noi con il potere delle relazioni umane?
Loop8: Summer of Gods – La fine del mondo tra anime e gioco di ruolo
Il primo impatto con Loop8: Summer of Gods è pura magia. Chi ha mai visto un’opera animata del maestro Makoto Shinkai, ritroverà in Loop8: Summer of Gods più di un richiamo. Gli scorci, la metro che si sposta sui binari, Nini che guarda dal finestrino, gli scenari che mutano lentamente. Ambientazioni rurali dai colori vivi e pulsanti. Tutto estremamente Giapponese. E questo tutto non lesina dettagli, mai. Ma sono scenari che, seppur vivi, non nascondono un’innegabile malinconia – altra dote del già citato Shinkai.
Ma in Loop8: Summer of Gods c’è di più. C’è un alone distopico feroce. E la tranquillità del quotidiano viene ben presto mescolata a un’atmosfera fantascientifica che rievoca Evangelion. Sfidiamo chiunque a non collegare i maestosi Kegai dell’opening agli Angeli dell’opera del leggendario Hideaki anno. D’altronde, come gli angeli, anche i Kegai sono creature spesso colossali, pericolose, di cui non si sa molto se non che vogliono porre fine al creato e all’umanità tutta.
Iniziare Loop8: Summer of Gods riporta quindi a rivivere esperienze estremamente gradevoli. L’opening è pura magia Giapponese e non ti nascondiamo di esserci smarrita in essa più del dovuto. Purtroppo, però, lo sviluppo del canovaccio narrativo non è dei migliori e le motivazioni principali sono due: confuso e casuale. Nel dettaglio, le avventure di Nini iniziano abbastanza bene, parliamo di un ragazzo che mette piede nella città di Ashihara, il tutto ambientato nel 1983. Qui viene accolto e ospitato da una ragazza, tale Konoha, che afferma di essere sua cugina e che funge da stravagante e gradevole “mentore” per i nostri primi passi.
Col passare delle prime ore, veniamo a scoprire qualche dettaglio in più sullo stesso Nini e su Ashihara. Nini viene dallo spazio, una stazione spaziale, per l’esattezza, di nome Hope. Stazione che è stata distrutta dai Kegai rendendolo, a conti fatti, un orfano. Ashihara, invece, situata sulla Terra, è una delle ultime roccaforti del genere umano. Un luogo che, per qualche motivo, è sempre stato risparmiato dai Kegai eppure qualcosa nell’aria suggerisce che il tempo sta cambiando. Anzi no, il tempo sta finendo.
La trama di Loop8: Summer of Gods prende il via in modo abbastanza classico per gli anime Giapponesi, con Nini che viene introdotto nella scuola del paese, iniziando a stringere legami con professori e studenti. Nonostante sia estate, infatti, la scuola offre una serie di lezioni mattutine a cui è bene prestare attenzione. Ma, allo stesso tempo, Nini incontra nella stessa casse una ragazza dotata di orecchie e coda (che però vede solo Nini grazie a un suo inusuale potere) di nome Beni, che decanta la fine del mondo e, come se non bastasse, si aggiunge un’altra nuova e misteriosa studentessa di nome Ichika.
Ma questi non sono gli unici personaggi che incontreremo anzi, Loop8: Summer of Gods non lesina affatto nell’infarcire il cast di vari elementi intriganti come Machina, la ragazza robotica o il misterioso Hori il cui passato è tutto da svelare. I personaggi sono tanti e con tutti è possibile stringere diversi legami per svelarne dettagli, progetti e personalità. Certo, proprio dato il gran numero a disposizione è innegabile riscontrare alcune differenze, anche notevoli, con membri del cast decisamente più sottotono rispetto ad altri. Ma nulla di gravissimo.
Ciò che potrebbe far storcere il naso, invece, come accennato è la confusione e la casualità della narrazione. Nel dettaglio, non saprai tutto subito, ovviamente, ma chi ti è intorno non se ne cura affatto. Quindi ti potresti ritrovare a vivere cut-scene, ad affrontare dialoghi e perfino a dover decidere se portare o meno qualcuno con te, senza la dovuta conoscenza e quindi senza poter prevedere bene i risvolti. Diciamo che “potresti” perché la casualità di Loop8: Summer of Gods si fa sentire già dopo il primo loop. In parole povere, ti ritroverai a vagare letteralmente a caso. Ed è al caso che affiderai i tuoi primi passi di loop in loop finché non riuscirai a svelare bene dove muoverti, quando e soprattutto con chi.
Questa pratica che può essere la gioia per chi ama scavare nelle storie e mettere alla prova il proprio intuito, può risultare uno scoglio non indifferente in chi ha meno pazienza e non è abituato a essere abbandonato a se stesso in un gioco che di tempo ne richiede eccome. Inoltre, il loop di Loop8: Summer of Gods è inevitabile e scandito da uno scorrere del tempo severo e irrefrenabile. Le giornate di Nini sono sì aperte e possiamo letteralmente decidere dove dove andare, con chi interagire e per quanto, ma la fine è lì ad attenderci e dovremo farci trovare pronti.
Tornando però alla narrative, tirando le somme, questa riserva qualche sorpresa, è innegabile ma richiede anche l’abilità di saper ricongiungere tutti i punti. Punti spesso molto frastagliati tra loro, forse in modo esagerato. Come sono “esagerati” alcuni personaggi. La lore del titolo è intrigante, non innovativa ma funzionale agli scopi narrativi del titolo e chi saprà cedere alle regole del gioco, potrà gustarsi una storia altamente interattiva e che richiede di essere giocata e rigiocata più volte, anche per poterne vedere i vari finali alternativi.
Un gioco a turni basato sulle relazioni
La casualità è un elemento intrinseco anche nel gameplay di Loop8: Summer of Gods ma ci arriveremo con calma. Prima di tutto ti basti sapere che nel titolo Marvelous abitano due generi: un gioco di ruolo a turni di stampo abbastanza classico ma dalle regole quasi inedite (i richiami alla saga Persona, ma non solo, ci sono eccome) e una visual novel fortemente incentrata sulle tempistiche. Ma procediamo con ordine.
Nini si muove in meravigliosi e piccoli scenari suddivisi in aree circoscritte a loro volta raccolte e raggiungibili tramite un pratico menù che funge anche da mappa (come buona parte delle visual novel più interattive). Muovendo Nini, avremo modo di interagire coi personaggi (la cui presenza in una determinata area è anticipata da un indicatore a schermo visibile accedendo dalla mappa) e con determinati luoghi, strutture e/o oggetti.
Interagendo con i personaggi si attiveranno le fasi da visual novel, con sprite affascinanti seppur fuori sincrono (tra l’altro se non sempre doppiati). Qui potremo ascoltare i vari personaggi e decidere cosa fare. Ogni azione sociale ha un doppio costo. Un costo che intacca la stamina e l’energia di Nini stesso. Inoltre, ogni azione può comportare una reazione e una relativa ricompensa diversa. Banalmente, decidere di chiedere qualcosa “su di sé” può portare il nostro interlocutore a schiudersi o a chiudersi ulteriormente a noi.
Nel primo caso, conosceremo qualcosa di più su di lui e otterremo dei bonus di affinità (di cui ne parleremo tra poco). In caso contrario, otterremo dei malus di affinità. Capire quando dire qualcosa non è facile e a essere onesti, sembra un po’ affidato al caso. Anche se non completamente. Banalmente, disturbare un docente subito dopo la lezione chiedendogli qualcosa può portarlo a infastidire di più rispetto alla proposta di andare a passeggiare insieme. Ovviamente, le relazioni mutano al mutare dell’interlocutore e per conoscere bene ogni personaggio avrai bisogno di tempo.
Il tempo in Loop8: Summer of Gods è una risorsa essenziale che semplicemente NON hai. Per questo dovrai dedicarti a più loop e decidere man mano, di scoperta in scoperta, con chi stringere più legami, quali eventi sfruttare ed evitare, magari, di effettuare errori commessi in loop precedenti. Impara dai tuoi errori. Ma ancora, il caso può sempre sorprenderti ma è un elemento che in Loop8: Summer of Gods, volente o dolente, imparerai ad accettare.
Prima di parlare del perché è importante relazionarsi con gli altri, è bene approfondire le due barre essenziali e sempre visibili a schermo di Nini. La stamina e l’energia. Queste barre sono le stesse che avrai sul campo di battaglia e se la stamina raggiunge lo zero sul campo di battaglia, è game over. Se invece non stai combattendo una barra raggiunge lo zero, Nini concluderà la sua giornata andando a dormire per ricaricarne entrambe. Per informazione, ogni azione sociale richiede uno o entrambi i valori e la quantità richiesta è sempre visibile a schermo. Inoltre, anche spostarsi di zona in zona, comporta una spesa di energie. e anche decidere di spendere il tempo in azioni “personali”. E a tal proposito, è tempo di scoprire come potenziare Nini e i suoi amici in vista dei crudeli e spietati scontri contro i Kegai.
Più l’amicizia è forte, più l’amico è forte
Nini e le sue statistiche possono essere potenziate in due modi: eseguendo attività “personali” o ottenendo doni “divini”. Le attività (come allenarsi alla sbarra) sono localizzabili in diverse aree e, spendendo un determinato numero di ore, verranno eseguite azioni automatiche e invisibili a schermo. Terminate queste, alcuni valori di nini saranno passivamente aumentati (almeno fino al termine del Loop). I doni divini, invece, si ottengono in modo quasi casuale. Alcuni sono fissi e nascosti in luoghi, strutture o oggetti con cui interagire direttamente. Altri, invece, si ottengono in determinati momenti della giornata, o con alcune particolari domande o dopo aver ottenuto un dato grado di simpatia (ma anche antipatia) con alcuni personaggi.
I doni divini intervengono su uno o più caratteristiche, tanto di Nini quanto degli altri personaggi, offrendo bonus passivi e duraturi. Così duraturi dal resistere a qualsiasi loop. Per questo motivo i doni divini sono essenziali e importantissimi. Scovarne il più possibile può portare vantaggi innegabili. Ma se le caratteristiche potenziabili di Nini sono abbastanza classiche (velocità, attacco, ecc.) quelle degli altri personaggi sono leggermente diverse. L’affettività con ogni personaggio, suddivisa in tre indicatori, può portare una serie di vantaggi da non sottovalutare e che saranno utilissimi nel campo di battaglia.
Una volta scovato e attivato il portale che conduce all’altro “mondo”, Nini e compagni si ritroveranno ad affrontare una serie di battaglie. E in queste battaglie, potrai avere il controllo unicamente di Nini. gli altri membri del team, per un massimo di tre, agiranno in base ai legami creati con nini e tra di loro (perché ogni personaggio è comunque in relazione con tutti gli altri, con caratteristiche sempre visualizzabili da un apposito menù). Per questo motivo è fondamentale scegliere bene CHI portare nell’altro mondo cercando di selezionarlo non solo per le proprie caratteristiche legate alla potenza e difesa nonché velocità ma anche e soprattutto in base alle relazioni create col protagonista e il terzo membro del team.
Banalmente, se il personaggio X è molto legato a Nini e al personaggio Y, si potrebbe dimostrare un ottimo supporter. In caso contrario, potrebbe essere egoista o agire in modo sconclusionato con attacchi alla cieca e che porteranno presto alla disfatta. Prevedere cosa faranno gli altri membri del team, è uno dei poteri di Nini (denominato “Demon sight”) che fa apparire a schermo le relative frasi con possibili suggerimenti oltre gli eventuali effetti speciali. Da lì, potrai decidere come far intervenire Nini stesso con la possibilità di agire coordinandosi con gli altri e utilizzandone il rispettivo legame e bonus.
Ci vuole un po’ a entrare in questo schema e c’è sempre la sensazione che gli altri agiscano a prescindere e in modo un po’ troppo random e se noi abbiamo accettato queste “scommesse” comprendiamo che per alcuni può diventare quasi una frustrazione. Ciò non toglie che un team ben preparato, armonioso con i legami e potenziato tra doni divini e attività personali (per quanto riguarda Nini), ha sicuramente più chance di successo anche dinanzi a scelte emozionali non molto coerenti.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Loop8: Summer of Gods è un piccolo gioiello. Il primo impatto, ancora una volta, sorprende e stupisce. Si ha l’impressione di muoversi in un anime Giapponese dai dettagli minuziosamente curati. Ma per far funzionare questo, il gioco richiede un paio di sacrifici. Il primo e più fastidioso sono i caricamenti. Questi sono brevi ma tanti, troppi. Appaiono non solo al cambio di location ma anche all’attivazione di un dialogo, durante le cut-scene, in battaglia. Sono quasi ovunque.
Questo mina pericolosamente il ritmo di gioco, già di suo decisamente compassato e abbandonato alle mani del giocatore. L’altro sacrificio, sono le animazioni dei personaggi. Nini cammina abbastanza lentamente ma alcune volte sembra quasi slittare lungo i fondali la cui profondità non è sempre chiarissima. Ci è anche capitato di vedere altri personaggi fermarsi improvvisamente come paralizzati da non si sa cosa. Piccole imprecisioni che possono far storcere il naso considerando che, quando tutto va bene, Loop8: Summer of Gods offre un mini mondo vivo e autonomo abbastanza convincente.
Spezziamo invece una lancia a favore delle animazioni in battaglia. Qui risultano estremamente sceniche, efficaci e appaganti. Le lotte dei nostri protagonisti sembrano uscire direttamente dagli anime della nostra infanzia, e non solo. D’altro campo, però, c’è da segnalare l’impossibilità di saltare queste sequenze che comportano, a lungo andare, una certa ripetitività visiva. Ma d’altronde quante volte abbiamo visto Greymon eseguire la sua “Mega fiammata”?
Altra cosa da citare è la telecamera. Questa ha un’impostazione abbastanza classica risultando prevalentemente fissa e mutando man mano che ci si sposta di area in area. Questo stabilisce un po’ dei limiti forzati per l‘esplorazione ma a conti fatti parliamo di un titolo che punta molto più nella relazione coi personaggi. Per quanto riguarda il sonoro, invece, questi non è affatto male. Ottime alcune tracce, buoni gli effetti e il doppiaggio. Quest’ultimo è presente sia in lingua giapponese che in inglese ed entrambi sono efficaci, credili e vari.
Da segnalare, purtroppo, l’assenza dei sottotitoli in lingua italiana. Diciamo “purtroppo” in quanto Loop8: Summer of Gods è un gioco molto verboso. E qui le parole sono davvero importanti. Bisogna quindi avere una buona padronanza della lingua. Infine, le modalità offerte dall’ibrida nintendo sono entrambe efficaci ed entrambe afflitte dai problemi già descritti. Certo giocare in un’anima, ovunque si voglia, seppur con molti caricamenti, è una soddisfazione non da poco.