Sviluppato da Squidbit Works e pubblicato in sinergia con Plug In Digital e PixelHeart, Lords of Exile è un Castlevania estremamente classico e potenzialmente nostalgico. Noi abbiamo sfoderando la lama e percorso la via della vendetta su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Lords of Exile: un’altra storia di vendetta
Lo diciamo subito: la narrazione di Lords of Exile è di quanto più scontato e prevedibile si sia mai visto. A conti fatti, è quasi un mero pretesto per giustificare il massacro con relativa odissea che andremo a intraprendere. Ma procediamo comunque con ordine.
Siamo ad Exilia, una terra invasa da creature demoniache, samurai, guerrieri e quant’altro di più classico e fantasy si possa immaginare. In tutto questo ci siamo noi: Gabriel. Trattasi di un eroe impavido e terribilmente potente, specializzato nel combattimento all’arma bianca.
Temendo il potere di tale guerriero e sperando di abbattere il suo animo, il malvagio demone Galagar fa trucidare l’amata di Gabriel. Purtroppo per lui, tale gesto non solo spezza il cuore del nostro eroe, ma lo carica di un sentimento di vendetta così viscerale che lo rende semplicemente inarrestabile. Ecco quindi che l’avventura di Gabriel si traduce in un percorso lineare, composto da otto livelli, ognuno con relativo boss finale, che seppur prevedibile e scontato, sa offrire sfide notevoli. Un classico percorso di furiosa vendetta e a tal proposito, pronto a scoprire come si trucidano i nemici in Lords of Exile?
Un omaggio al passato
Lords of Exile è un action-platform 2D a scorrimento orizzontale e decisamente lineare. Un vero e proprio Castlevania del passato, di quelli orfani di backtracking e di troppi percorsi segreti (comunque presenti seppur limitati e facilmente localizzabili). In Lords of Exile l’importante è partire dal punto A e arrivare al punto B sterminando ogni cosa che ci para dinanzi e cercando d’incassare meno danni possibili per affrontare al meglio il boss di turno. Tutto questo, ammantandoci di un’aura nostalgica immediata e prepotente.
Gabriel si muove lentamente, è inizialmente dotato di pochi attacchi e non ha grandi difese. Sì, ha una scivolata, ma non risolverà tutti i nostri problemi anche se velocizza alcune fughe rocambolesche. Ci sono anche banali combo, incluso un salto con spada in grado di frantumare particolari tipologie di pavimento.
A questo set decisamente standard si uniscono delle abilità ottenibili esclusivamente dopo aver sconfitto il boss di turno che provano a personalizzare l’esperienza riuscendoci in parte. Si tratta di un sistema di ombre da equipaggiare e che garantiscono una serie di abilità extra oltre a diventare elemento utile per progredire nell’avventura.
La prima ombra, ad esempio, è in grado di demolire determinate pareti mentre in combattimento ci dota di un colpo a distanza. Tali “ombre” sono regolate da una barra secondaria posta sotto quella vita di Gabriel. Oltre a ciò, il nostro eroe può anche trovare ed equipaggiare delle armi a distanza consumabili come pugnali o falcioni da lancio.
In giro per le aree di gioco potrai anche trovare del denaro che potrai investire per ottenere delle cure dai rari commercianti sparsi in giro. Badare alla propria energia è essenziale in quanto, seppur la longevità del titolo sia decisamente bassa (un paio d’ore scarse) e la difficoltà abbastanza accessibile considerando i classici Konami, Lords of Exile non fa grandi sconti.
Parliamo di un titolo che non accetta distrazione e che può causare frustrazione agli utenti meno pazienti. In compenso, chi riuscirà ad adeguarsi alle movenze pesanti di Gabriel e a un mondo di gioco volutamente vecchio e poco originale, troverà un titolo che saprà regalare più di una soddisfazione.
Il merito è soprattutto delle boss fight, varie, ben progettate e con un ottimo livello di sfida. Conclude il pacchetto due modalità extra che potrai sbloccare successivamente e che rispettano l’essenza classica del titolo: la boss-rush e la speedrunner.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Lords of Exile è un vero e proprio omaggio ai classici del genere e questa sua stessa natura lo priva di una vera e propria identità. Location, eroe e in parte nemici (ad esclusione di alcuni boss) sanno di già visto. Il solito guerriero dai capelli lunghi, il classico castello dai colori tetri, il vecchio borgo pieno di mostri e così via.
Insomma, siamo molto lontani dalla creatività e dall’innovazione identitaria realizzata dal suo congenere ULTROS (di cui puoi leggere qui la nostra recensione).
Sì, l’atmosfera nostalgica è riprodotta in modo fedele ma il titolo ne esce leggermente sottotono rispetto a tanti altri che ne hanno percorso la stessa strategia riuscendo però a plasmare una propria identità, seppur coi dovuti limiti. Un esempio? Bloodstained.
Bisogna comunque evidenziare e premiare la varietà dei livelli, il buon level design seppur classico e sviluppato prevalentemente in orizzontale e, ancora una volta, i boss e le loro relative animazioni e set di mosse.
Il sonoro non è male e anche in questo caso l’effetto nostalgia piomba con prepotenza facendo la gioia degli amanti del classico. Da segnalare, infine la presenza gradita dei sottotitoli in lingua italiana anche se la mole di testo a schermo è relativamente bassa se non quasi nulla.
Inutile dire che data la natura del titolo, il suo essere un omaggio all’era 8-bit e la carenza di dettagli, Lords of Exile si difende al meglio nella versione portatile dell’ibrida Nintendo.