Disponibile già dal luglio dello scorso anno su PC, Lost Epic arriva anche sulla console ibrida Nintendo Switch. Il titolo è un action RPG 2D in pieno stile metroidvania, composto da un sistema di combattimento semplice ma che risulta efficace, uno stile anime piacevole, una trama già vista ma che intrattiene, e una caratterizzazione del mondo di gioco e dei livelli che lascia a desiderare. Andiamo a vedere il risultato prodotto dalla mescola di questi elementi.
In Lost Epic, controlleremo un cavaliere, nominato God Slayer, con l’arduo compito appunto di abbattere le divinità, colpevoli di favorire una strettissima cerchia di esseri umani, e di far vivere nella miseria e sofferenza più totale tutto il resto dell’umanità. Questa condizione di sofferenza per la razza umana ha avuto inizio quando i nuovi dei hanno deciso di affrontare e sconfiggere l’unico dio, riuscendo ad avere la meglio e impossessandosi dei suoi ruoli di giudice, giuria e carnefici.
Incipit trito e ritrito che però, grazie anche a un’ottima caratterizzazione soprattutto estetica di queste divinità e dei loro apostoli, regge bene l’atmosfera e suscita interesse nei giocatori. A dirla tutta, graficamente Lost Epic è davero molto curato per quello che riguarda la caratterizzazione dei boss, dei protagonisti e comprimari, un po’ meno per quanto riguarda i nemici comuni, e davvero molto meno per le aree della mappa, tranne in sporadici casi.
Lost Epic: combatti che ti passa
Sicuramente un’arma a proprio favore per Lost Epic, è il suo sistema di combattimento, il quale pur avendo una base molto semplice inizialmente, riuscirà ad arricchirsi di abilità e azioni man mano che saliremo di livello e che sbloccheremo le oltre 20 pagine del libro delle abilità.
Il nostro God Slayer, del quale sceglieremo l’aspetto tra quelli disponibili a inizio gioco, avrà a disposizione inizialmente un attacco leggero, uno pesante e una schivata, alla quale poi andranno a unirsi la parata, le abilità speciali e le armi secondarie. Le abilità equipaggiabili saranno cinque per ogni arma, con due set di armi impostabili, scambiabili in qualsiasi momento e che, una volta padroneggiato il combat system, ci daranno la possibilità di concatenare poderose combo contro i nostri nemici.
Prova alla mano, il sistema di combattimento risulta dinamico, veloce e divertente, soprattutto quando avremo sbloccato le abilità aggiuntive, e si basa su un classico sistema di colpire il nemico fino a riempire la sua barra di stordimento, per poi eseguire devastanti colpi critici. Ogni nostra azione richiederà un certo quantitativo di energia per essere eseguita, e rimanere senza nel momento critico del combattimento risulterà nel rimanere indifesi ai colpi nemici.
Il livello di difficoltà è impostabile anche durante la partita nei diversi checkpoint principali sparsi per il gioco, ma nella sua versione normale, Lost Epic non risulterà difficile per chi mastica un po’ di metroidvania o action RPG in 2D. Comunque la curva di apprendimento è ben bilanciata ed esplorando la mappa in lungo e in largo per ogni area, si arriverà abbastanza preparati allo scontro con la divinità della zona.
Le zone sono suddivise in biomi diversi, ma purtroppo, tranne per alcuni scorci, sia la loro estetica che il loro level desing, risulta abbastanza anonimo e privo di caratterizzazione. Ognuna di queste aree però contiene al suo interno diverse sfide, tra missioni secondaria da portare a termine, raccolta di materiali, aree segrete da scoprire, bersagli da eliminare, e gli scontri con le divinità e i loro apostoli di guardia.
Crafta che ti passa
Lost Epic offre un sistema di creazione incentrato sulla raccolta di materiali e “anime”, ottenute dai combattimenti contro i nemici e dai forzieri sparsi nelle mappe. Bisogna fare attenzione però perché in pieno stile soulslike, se verremo sconfitti perderemo tutte le anime in nostro possesso e dovremo tornare sul luogo della nostra sconfitta per recuperarle.
Le anime avranno il duplice ruolo di essere usate come materiale per craftare oggetti e potenziare armi, ma anche per far salire il nostro God Slayer di livello, quindi bisognerà sempre ponderare dove sarà meglio spenderle. Aumentare di livello in Lost Epic, ci permetterà di sbloccare abilità e statistiche, nel libro da oltre 20 pagine piene di abilità, anche se molte saranno potenziamenti passivi e aumenti di statistiche. Al tempo stesso non investire anime nel potenziamento delle armi, risulterà nell’infliggere pochissimi danni ai nostri nemici.
Anche le semplici cure andranno create, così come i pasti che ci offriranno benefici temporanei e le armature. Lost Epic ci darà anche la possibilità di creare oggetti puramente estetici per il nostro God Slayer, nonché accessori e tanto altro. Di cose da fare questo titolo è pieno, come un minigioco di pesca per ottenere pesci, aumentare le skill di livello utilizzandole, fattore che andrà a migliorarle, evolvere armi e altro. Le armi tra le altre cose, anche se della stessa tipologia potranno avere statistiche e abilità diverse, in base agli ingredienti che utilizzeremo nel crearle.
Dove peccano gli dei
Quello che non convince di Lost Epic, è il senso di poca cura che si ha quando non si è coinvolti nelle fasi di combattimento. Le aree risultano molto simili tra di loro, e l’esplorazione non riesce a coinvolgere il giocatore, anche se di mezzo troviamo qualche enigma ambientale ma davvero troppo basilare per divertire. Le stesse aree collegate fra di loro, sembrano non avere un continuo logico, e quasi tutte mancano di dettagli. Gran peccato se si pensa alla qualità dei disegni di personaggi, effetti speciali e boss.
Il sonoro, eccezione fatta per piccoli motivetti, risulta anonimo così come le aree di Lost Epic, non riuscendo mai a entrare nella testa del giocatore o accentuare fasi più concitate come le belle boss fight. Parlando di sistema di combattimento, il titolo da il meglio di sé e diverte, anche se a volte, l’utilizzo delle abilità speciali non è proprio preciso, in quanto queste sono assegnate a un tasto e una direzione.
Altra nota non proprio di demerito ma neanche di lode, è la scarsa cura dell’ordine dei menù, i quali non risultano subito intuitivi e, soprattutto nelle prime fasi, creano abbastanza confusione nel giocatore.