Sviluppato da oneoreight – autori di Earth’s Dawn – Lost Epic è principalmente un gioco di ruolo hack and slash a scorrimento orizzontale con elementi tipici dei metroidvania e qualcosina anche dei soulslike. Noi abbiamo affrontato questo viaggio nel fantasy sulla nostra PlayStation 5 e siamo pronti a condividere la nostra recensione. Pronto a un viaggio coloratissimo e crudele?
Lost Epic – devastiamo il Pantheon dei Sei
Se te lo stai chiedendo, no, Lost Epic non è una nuova opera segreta dei Vanillaware anche se l’impatto estetico sembrerebbe richiamare Odin Sphere. E in effetti qualcosa di Odin Sphere c’è, l’ambientazione è fantasy e anche la palette di colori, oltre all’estetica generale di personaggi, creature e ambienti, richiamano indirettamente l’opera dei Vanillaware. Ma in fondo, anche la prima opera del team oneoreight, Earth’s Dawn, era stata già accostata all’altro studio. Purtroppo Lost Epic non riesce a raggiungere l’eleganza estetica di Odin Sphere ma prova a offrire all’utente un proprio mondo con un bestiario di tutto rispetto (anche se troppo riciclato).
Partiamo con ordine: noi siamo un god slayer (personalizzabile nell’aspetto ma che rimane abbastanza anonimo) e il nostro compito è affrontare e devastare il Pantheon dei Sei. Esatto, uomini e divinità non vanno d’accordo e noi dobbiamo intervenire per salvaguardare la nostra razza, annientare gli dei e ricostruire il mondo da zero. Ah già, noi non ricordiamo un accidenti del nostro passato. Insomma, come avrai intuito, la trama di Lost Epic (interamente in inglese e completamente priva d’italiano) prova ad essere epica ma non si rivelerà così “epic”, anzi. Percorre binari già percorsi da decine e decine di altre produzioni – soprattutto i Dark Souls – con lo scopo primario di raggiungere il boss di turno, capire come eliminarlo e procedere al prossimo. Tocca quindi affrontare il gameplay di Lost Epic… sarà riuscito a coinvolgerci al punto giusto?
Gameplay
Il gameplay di Lost Epic è altalenante e soffre pesantemente dopo una prima parte piacevole e intuitiva – nonostante il gioco non ti guidi propriamente per mano. Chiariamoci subito, niente di rivoluzionario, in combattimento avremo l’attacco leggero e veloce, quello più forte e pesante e la classica abilità speciale. Presente la schivata – da imparare a padroneggiare – che servirà per evitare l’inevitabile morte (e sì, morirai abbastanza spesso). Il livello di difficoltà del gioco non è esagerato ma ti capiterà di subire sconfitte e questo comporta uno degli elementi soulslike più abusati di sempre: la perdita delle anime raccolte fino ad allora e la conseguenza urgenza di recuperarle prima di crepare di nuovo.
Se te lo stai chiedendo, sì le anime servono per salire di livello e no, gli elementi soulslike non si esauriscono qui. Come detto ogni livello è incentrato nel raggiungere un determinato boss ma a differenza dei Dark Souls, qui il bestiario arranca un po’. C’è poca varietà di nemici. A conti fatti, lo stesso level design, esteticamente diverso, strutturalmente si mostra timido e procede col freno tirato, offrendo una serie di sezioni che potrebbero stancare presto. Inoltre il gioco prova ad arricchirsi con una serie di missioni secondarie che suonano però come mero riempitivo e non risultano quasi mai accattivanti o utili ai fini narrativi (si tratta quasi sempre di raccogliere materiali, uccidere mostri, ecc.).
Per quanto riguarda gli elementi da metroidvania, oltre al fatto di essere sviluppato in 2D e a scorrimento orizzontale, ti ritroverai a sbloccare particolari abilità che a loro volta apriranno passaggi prima inutilizzabili. Questo si traduce nel tornare sui propri passi, aprire nuovi percorsi e scoprire nuove cose da fare – come un classico metroidvania anche se qui non è nulla di troppo impegnativo.
Lost Epic prova poi ad offrire qualcosina in più, introducendo un sistema di pesca, di cucina e di crafting. Seppur apprezzabile la variabilità, questi sistemi soffrono di superficialità e meritavano di essere approfonditi meglio. In questo modo, sì ci sono tante cose da fare, scoprire, raccogliere… ma se non c’è la scintilla che spinge all’azione, il tutto suona inutile e anonimo. A salvare Lost Epic corre la grafica che, laddove il gameplay risulta tanto semplice quanto legnoso e alla lunga, stancante, riesce a offrire scorci intriganti e piacevoli.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Lost Epic ha un impatto iniziale di tutto rispetto. I colori sono vivaci, le location varie e il tutto è particolarmente armonioso. Certo, con una maggiore varietà di nemici, il tutto sarebbe stato esaltato ancora di più ma il risultato finale è più che discreto anche se, tocca dirlo, è lontano dallo sfruttare a pieno il potenziale della PlayStation 5. Il sonoro non è malvagio ma non splende quasi mai, risultando un accompagnatore non fastidioso e in linea con il modus operando dell’intera produzione.