Machinika Museum, è così che si chiama il gioco che sto recensendo per te oggi. Un puzzle game tridimensionale, sviluppato da Littlefield Studio, gli sviluppatori stessi si descrivono sul loro sito ufficiale: “Siamo un giovane studio di giochi francese indipendente con sede a Parigi, fondato nel 2015 da ex alunni Ubisoft che lavorano su giochi mobili creativi originali”.
Ti darò anche una piccola “chicca” sullo sviluppo del titolo, nonostante infatti sia un gioco che si completa con un massimo di 4-5 ore, se ci hai proprio voluto perder tempo, lo sviluppo è durato circa 4 anni, questo dovrebbe in qualche modo darti la misura del minuzioso lavoro svolto da questo piccolo studio indipendente.
Machinika Museum, come detto è un puzzle game davvero ben fatto, e ci mancherebbe altro dopo 4 anni di lavoro, un titolo “passatempo” da fare nei momenti morti della tua giornata, e ti costringerà ad usare tutta la tua scaltrezza senza dover per forza uscire pazzo per risolvere gli enigmi.
Ambientazione e Trama di Machinika Museum
In questo titolo ti troverai ad impersonare un non meglio specificato ricercatore di un museo, e sarai tu il protagonista della storia, o meglio, tu e le tue abilità nel ragionare. Come ho detto ti troverai all’interno di un museo, anzi, in particolare tutto il gioco è ambientato nel tuo laboratorio-officina-deposito, insomma nella tua stanza dei giochi. L’ambiente non è granché esplorabile ma comunque rende benissimo l’idea di dove ti trovi.
Ti sembrerà chiaro anche il fatto che tutta la tua avventura si svolgerà in un futuro lontano ma non troppo, dove l’uomo è riuscito ad esplorare il sistema solare e i suoi pianeti ed è entrato in contatto con oggetti alieni. Sarà proprio questo l’inizio della tua esperienza, infatti questi materiali, questi resti alieni, vengono spediti direttamente nel tuo laboratorio e il tuo compito sarà quello di studiarli e analizzarli.
Gameplay
Dal punto di vista del gameplay, Machinika Museum, non mostra grande innovazione, ma ricalca piuttosto i classici del genere come The Room. Non farti trarre in inganno dalla classicità a cui si sono ispirati gli sviluppatori, titoli come questo non necessitano di chissà quale innovazione, l’importante è che il tutto non risulti mai tedioso o troppo complicato. Sotto questo punto di vista non fallisce affatto, anzi, il gioco scorre che è una bellezza, e tutti i compiti che svolgerai ti daranno un senso di soddisfazione, ma, c’è un “ma” bello grosso, che spiegherò nei paragrafi successivi.
Avrai a disposizione un piccolo inventario integrato con l’HUD e degli oggetti fissi che sbloccherai man mano che avanzerai nelle tue ricerche, in tutto sono tre: una stampante 3D, un cacciavite magnetico e una microcamera endoscopica. Tutti e tre saranno necessari per completare i tuoi compiti.
Compiti che non saranno mai troppo difficili da affrontare: il livello di sfida, infatti, non risulta mai troppo elevato, io stesso da non amante del genere me la sono cavata piuttosto velocemente, gli indizi sul cosa fare e come farlo sono piuttosto evidenti e, quando non sai davvero come andare avanti puoi tranquillamente procedere per tentativi. Questo, sommato alla lunghezza, davvero risicata, è la nota dolente del titolo.
Aspetto tecnico
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, avendo completato il titolo nella sua versione per Steam, posso affermare con certezza che il lavoro svolto dai ragazzi del Littlefield Studio è stato davvero encomiabile. Su Pc non risente di alcun rallentamento nelle animazioni, fluide e credibili, e tutti gli effetti sonori risultano davvero azzeccati all’azione che si sta compiendo, tutto il comparto audio rende ottima l’esperienza di gioco.
Si poteva osare di più? No, si doveva!
In questo paragrafo ti spiegherò i motivi per i quali ritengo che il livello di sfida proposto e la lunghezza del gioco siano le note dolenti di Machinika Museum. Come ho espresso in precedenza, i compiti da portare a termine non saranno mai impossibili e per quanto tu possa sbagliare, puoi procedere sempre e comunque per tentativi, cosa che non stimola a fondo un ragionamento o un pensiero laterale. Anche se la risoluzione degli enigmi ti lascia un discreto senso di soddisfazione addosso, quando il gioco sarà completato non la penserai più alla stessa maniera. Infatti, il titolo è suddiviso in soli 7 capitoli, troppo pochi davvero, con un livello di sfida così ce ne sarebbero voluti almeno il doppio per rendere il gioco appagante sul serio, quasi non si fa in tempo a prendere confidenza con le meccaniche che già è finito. Al momento non sappiamo se gli sviluppatori abbiano l’intenzione di aggiungere dei capitoli dopo il lancio, io ci spero molto però. Dopo 4 anni di lavoro mi sarei aspettato qualcosa di più da un titolo del genere!
Per concludere
Machinika Museum è un Puzzle game ben realizzato tecnicamente, con enigmi ben congeniati ma mai degni di nota. Si ispira chiaramente a The Room, ma non ne raggiunge né il livello di sfida né il fascino esoterico della trama, fin troppo minimale. È del tutto palese sia un gioco pensato e sviluppato soprattutto per dispositivi mobili, fatto su Pc rende ancora meglio sotto l’aspetto tecnico, ma la sua anima “accessibile” non soddisfa in pieno la necessità di mettersi alla prova. La difficoltà si esaurisce presto, la longevità non è proprio contemplata, ma tutto sommato porta a casa la pagnotta. Direi carino ma, niente di più!
Ti ricordo che Machinika Museum è attualmente disponibile come demo su Steam, il lancio è previsto per il 23 marzo, mentre su iOS e Android arriverà ad aprile.