Macrotis: A Mother’s Journey è l’opera prima di Proud Dinosaurs, uno piccolo studio di sviluppo con sede in Turchia, inizialmente nato come una semplice compagnia di informatica, ma il cui amore per i videogiochi non poteva che portarli in questa direzione.
Un amore e una passione che si nota in ogni aspetto di Macrotis: A Mother’s Journey, un platform 2.5D ricco di enigmi ambientali e tante, tante emozioni.
Il titolo si muove in perfetto equilibrio tra le dinamiche di gameplay tipiche del genere e una componente narrativa ben orchestrata (e sinceramente inaspettata), ma che già dalle prime battute fa ben capire la sua forza emotiva.
L’amor che move il sole e l’altre stelle
Potrebbe sembrare esagerata la citazione alla Divina Commedia, ma sono le esatte parole passate nella mia testa durante tutto il viaggio di Ma’Bilby, la piccola e dolce protagonista di Macrotis: A Mother’s Journey.
Con una sequenza di immagini color seppia, Macrotis: A Mother’s Journey ci catapulta in una situazione non proprio rosea per la protagonista. Ma’Bilby ha avuto da poco un cucciolo, durante una giornata di pioggia, un ottimo auspicio secondo le loro usanze, ma che purtroppo non darà segno di fermarsi.
Da semplice pioggia, diventerà tempesta, costringendo gli animali del bosco a scappare, tranne Ma’Bilby, poiché il cucciolo è troppo piccolo per rischiare di uscire con quel tempo.
Così decide di fare il possibile per proteggere i propri piccoli, costruendo una barriera di rami e foglie, ma la potenza dell’acqua è troppo forte e la diga improvvisata non regge. La forza della corrente separerà la mamma dai suoi cuccioli, trascinandola nelle profondità della terra.
Qui inizia il viaggio di Ma’Bilby nel disperato tentativo di tornare in superficie e salvare i suoi figli. Inizialmente sarà sola, ma lungo il suo percorso incontrerà quello che è il narratore della storia, un mago che le donerà dei poteri per aiutarla nel suo viaggio verso la superficie.
La storia di Macrotis: A Mother’s Journey si sviluppa in 4 capitoli, che possono sembrare pochi, ma che in realtà sono la giusta durata per raccontare la breve e intensa storia di una madre che farebbe qualsiasi cosa per salvare i propri figli.
Difatti, al termine dell’avventura non avrai la strana sensazione che ti spinge a volte a dire “ma come? È già finito?”, ma un senso di completezza, di un viaggio che ha compiuto il suo percorso e dove l’amore, puro e incondizionato, è il motore del mondo, senza il quale non potrebbe esistere nulla.
Inoltre, all’interno di alcune stanze, troveremo dei libri da raccogliere (i 14 collezionabili del gioco) al cui interno sono approfondite alcune parti della storia e di ciò che troveremo nel sottosuolo.
Nessun ostacolo è insormontabile in Macrotis: A Mother’s Journey
Lungo il percorso che dovremo affrontare in Macrotis: A Mother’s Journey, troveremo difronte a noi numerosi ostacoli ed enigmi da risolvere, basati principalmente sul motore fisico del gioco. Dovremo spostare pietre, usare galleggianti, rosicchiare corde e scavare.
Tutto questo seguendo una logica, perché se dovessimo, per così dire, sbagliare la sequenza delle azioni da compiere, ci toccherà ricominciare da capo. Difatti, nel menù di gioco è presente l’opzione “Ricomincia rompicapo” e devo confessare di averlo usato un certo numero di volte.
Difatti la meccanica di trial and error in Macrotis: A Mother’s Journey è ben marcata, ma senza portarti mai a provare quella bruttissima sensazione di frustrazione che a volte può capitare in altri titoli dello stesso genere. Prima di compiere una qualsiasi azione, basterà prendersi il tempo giusto per capire bene cosa fare e agire di conseguenza.
Probabilmente non basterà un tentativo e forse neanche due, ma come detto poco sopra, non sarà mai frustrante, ma anzi stimolante. Magari te la prenderai con te stesso per non averci pensato prima, perché non sei stato attento abbastanza (sto parlando a me stesso, se non si fosse inteso), ma comunque sarà piacevole.
Oltre agli enigmi da risolvere, avremo dei momenti di gioco dove protagonista sarà il tempo, quindi il tempismo e la velocità di esecuzione saranno fondamentali per uscire dall’impasse, andando così a spezzare il ritmo di Macrotis: A Mother’s Journey, passando dai momenti ragionati degli enigmi al tecnicismo tipico dei platform.
A un certo punto della storia, avremo anche la possibilità di usare dei poteri forniteci dal nostro amico mago, che ci permetteranno di superare delle prove altrimenti impossibili. Mettendosi in meditazione, infatti, Ma’Bilby avrà la facoltà di lasciare il suo copro fisico e così usare il suo spirito incorporeo per passare attraverso i muri.
Lo spirito potrà compiere tutte le azioni del corpo fisico, ma naturalmente, essendo incorporeo, non ha peso, perciò sarà essenziale, ad esempio nei momenti in cui saremo costretti a camminare su piattaforme pericolanti, che altrimenti si romperebbero al nostro minimo tocco.
Allo stesso tempo, non avendo peso, non sarà possibile usarlo per premere i tasti a pressione che servono ad attivare certi meccanismi, aumentando di conseguenza il livello di sfida di Macrotis: A Mother’s Journey. Non sarà l’unico potere a nostra disposizione, ma non voglio aggiungere altro.
Purtroppo gli enigmi tendono un po’ a ripetersi, ma devo dire di non essermi mai annoiato nel corso dell’avventura. Forse è dovuto anche alla brevità del gioco, ma appunto i ragazzi di Proud Dinosaurs sono riusciti a trovare il giusto equilibrio nella costruzione di Macrotis: A Mother’s Journey. Inoltre l’introduzione dei poteri è un vero game changer che dà un tocco di originalità al titolo.
Si poteva osare di più…
Essendo la loro prima opera, bisogna ammettere che il lavoro della software house è davvero ben fatto. Il comparto grafico di Macrotis: A Mother’s Journey è ben curato, con disegni ben realizzati e colori vivaci, mentre pecca nella qualità delle texture, il che è un peccato, visto alcuni luoghi ben ispirati che ci troveremo a esplorare, ma che comunque mantengono la loro forza d’impatto.
Prendendo in considerazione che la mia prova è stata fatta su Nintendo Switch (la nostra recensione per PlayStation 4 la trovi qui), sia in portabilità che su TV la qualità rimane pressoché identica. Anzi, ammetto di averlo preferito in modalità portatile, che ben si presta a questo genere di giochi.
Le animazioni sono molto fluide, in particolar modo quella della scalata di Ma’Bilby quando si trova su una sporgenza, mostrando perfettamente la sua fatica, ma allo stesso tempo la determinazione, nel superare l’ostacolo.
Solo nell’arrampicata della corda, quando poi arriva alla sporgenza, tende a “incepparsi” come se fosse impazzita, ma non va a inficiare in alcun modo l’esperienza di gioco.
Per quanto riguarda le scene di intermezzo, esse sono veramente ben curate. I disegni e il color seppia utilizzato conferiscono il giusto pathos a un gioco, come Macrotis: A Mother’s Journey, che fa dell’emozione un suo punto di forza.
La musica composta tocca le giuste corde, facendoci provare le sensazioni corrette nel momento corretto. Quando dovremo provare fretta, la musica sarà lì a sottolinearcelo, come sarà presente nei momenti di malinconia e preoccupazione di Ma’Bilby nei confronti dei propri piccoli.
Il sonoro non eccelle, ma fa bene il suo lavoro, e non siamo di certo qui a pretendere chissà cosa, visto che non stiamo parlando di un titolo tripla A open world. In sintesi, musica e sonoro aiutano perfettamente ad immergersi nella situazione disperata di una madre alla ricerca dei propri figli.
Per concludere, Macrotis: A Mother’s Journey rimane consigliato a tutti poiché offre la giusta dose di sfida e spensieratezza che fa di questo titolo il perfetto passatempo tra un gioco più impegnativo e l’altro. Inoltre, anche nella sua brevità, riesce ad essere di una forza emotiva incredibile, di quella che fa bene al cuore.