Con Made in Abyss: Binary Star Falling into Darkness, siamo di fronte all’ennesima produzione di un videogioco tratto da una anime o manga di turno. Questa volta però, il titolo in oggetto non propone come molti altri, una riproduzione degli stessi eventi narrati nella controparte dalla quale trae ispirazione, ma propone un’avventura tutta nuova con la sola ambientazione in comune.
Visti i risultati mediocri di molti titoli che hanno cercato di riprodurre in forma videoludica manga e anime, la paura che anche questo Made in Abyss potesse essere un prodotto di bassa qualità era molto, e qualche dubbio in più lo hanno fatto venire i diversi video di gameplay i quali, pur mostrando molte meccaniche interessanti, lasciavano intravedere incertezze tecniche.
Avviato il gioco, avremo di fronte due modalità, Hello Abyss e Deep Abyss, con quest’ultima che diventerà accessibile solo dopo aver completato la prima. Infatti la modalità Hello Abyss sarà una specie di tutorial obbligatorio con protagonisti Riko e Reg, nel quale ci verranno insegnate tutte le varie meccaniche dell’esplorazione e della sopravvivenza, mentre ripercorreremo quello che è per sommi capi, l’inizio della storia del manga.
Se temi spoiler sulla trama originale non temere, questa parte giocata della durata di qualche ora, la tratterà in modo molto superficiale e breve, e servirà per lo più a introdurci al mondo di gioco. La vera campagna del gioco sarà la modalità Deep Abyss, dove oltre che iniziare la nostra ascesa fra i ranghi più elevati dei “fischietti”, potremo creare da zero il nostro protagonista.
L’abisso è un misterioso cratere diviso in strati, afflitto da una potentissima e malvagia maledizione, popolato da diverse creature primordiali; l’ultima zona del mondo ad essere rimasta inesplorata. Più si scende in profondità e più il peso della maledizione si fa straziante, scatenando i suoi effetti sugli esploratori; senza contare la sempre maggiore probabilità di incontrare creature pericolose.
Tantissimi esploratori si sono cimentati in questa impresa, suddivisi in ranghi a seconda dei loro progressi nella discesa ed esplorazione dell’abisso, ma molti di loro non hanno mai fatto ritorno. Da qui partirà la nostra storia, armati di strumenti per la sopravvivenza e di spirito avventuriero.
Made in Abyss, gameplay
Fondamentalmente Spike Chunsoft ci offre un titolo survival mescolato a molta esplorazione, e visto il manga dal quale trae ispirazione, non poteva essere altrimenti. Quello che la fa da padrona in Made in Abyss è sicuramente l’abisso; la pericolosità di questo luogo viene trasmessa a ogni nostro passo, e ogni volta che riusciremo a progredire nel gioco, oltre alla soddisfazione per i progressi ottenuti, saremo accompagnati da preoccupazioni sempre crescenti.
Oltre ai mostri ovviamente più pericolosi, sarà la maledizione il nostro nemico principale. Questa viene rappresentata con una meccanica particolare, ovvero si attiverà ogni volta che saliremo di quota nell’abisso. Inizialmente non sarà un gran pericolo, e si attiverà dopo alcuni metri in salita, affliggendo il nostro personaggio con giramenti di testa, lentezza o malus da poco conto.
Altra storia invece quando effettueremo la manovra di salita dagli strati più bassi, con malus che possono causare anche la morte del nostro personaggio. Questo si traduce in un’attenta pianificazione dei nostri passi durante le fasi esplorative, anche se dopo averci preso la mano, ci verrà quasi naturale.
Un combat system da rivedere
Nella nostra discesa nell’abisso di Made in Abyss, affronteremo diverse creature e anche alcune boss fight, in quella che risulta una meccanica poco riuscita, ovvero combattimenti in tempo reale che riescono a essere in alcuni casi troppo semplicistici mentre in altri molto fastidiosi, ma soprattutto lenti. Se da una parte possiamo ricondurre la lentezza dei nostri attacchi all’essere un bambino del nostro protagonista, fattore che aumenta l’immersione nel titolo, dall’altra ci ritroviamo a nemici che, sbloccate un paio di abilità in combattimento, non saranno mai una vera minaccia tranne che in alcuni sporadici casi, mentre alcuni ci attaccheranno a vista senza darci neanche il tempo di reagire, oppure mentre saremo in scalata.
Da buon survival game esplorativo, in Made in Abyss avremo tre parametri da tenere sempre sotto controllo: la salute del personaggio, la barra dell’energia e quella della resistenza, Anche se possono sembrare simili, energia e resistenza si differenziano in questo modo: una sarà la nostra resistenza nel tempo, e potrà essere riempita con cibo e altri oggetti, l’altra si consumerà con azioni immediate, come schivare o scalare. Un ruolo importante lo giocheranno gli status alterati, sia bonus che malus, i quali risulteranno molto più impattanti di altri titoli similari.
Saranno presenti anche molteplici elementi da gioco di ruolo, come il crafting di cibo e oggetti, equipaggiamenti, abilità e altro, che risultano anche ben strutturati, utili a creare quell’atmosfera di sopravvivenza che Made in Abyss vuole trasmettere; andare a caccia perché abbiamo finito le scorte, in modo da recuperare salute e resistenza per affrontare una salita o discesa, rende il tutto molto più coinvolgente.
Cosa non ha funzionato?
In poche parole la realizzazione tecnica di Made in Abyss. Il combat system come già detto andrebbe rivisto, così come i dialoghi e le scene di intermezzo, i quali non riescono mai a creare quel clima di tensione che dovrebbe invece trasmettere l’abisso. La scelta grafica può piacere oppure no, a seconda dei gusti; personalmente l’ho trovata buona, con un bel colpo d’occhio, anche se si poteva fare davvero molto di più e senza neanche sforzarsi tanto, soprattutto per la versione Nintendo Switch, la quale soffre di un per fortuna non pesantissimo stuttering.