Sviluppato da Khud0 e pubblicato da EastAsiaSoft, Maggie the Magnet è un puzzle game decisamente immediato ma dal livello di sfida crescente. Dotato di un unico comando e puntando tutto sull’essenza fisica della protagonista, che è, appunto, un magnete, l’opera di Khud0 tenta di conquistare il suo spazio nel vasto catalogo dei puzzle game. Ci sarà riuscita? Scopriamolo insieme nella nostra recensione per Nintendo Switch.
Maggie the Magnet: un magnete rosa
Maggie the Magnet, come tanti altri titoli simili, fa del gameplay e delle sfide gli unici elementi portanti del pacchetto ludico. Quindi non c’è una trama ad accoglierci e nessun prologo. Si scende subito all’azione familiarizzando con l’unico tasto che avremo a disposizione. Sappiamo però che la protagonista indiscussa del gioco è un magnete rosa, tale Maggie e il suo scopo è raccogliere una serie di bulloni sparsi in oltre cento livelli. Per sbloccare una nuova sessione, dovrai raccogliere un determinato numero di bulloni. Troppo semplice? Ah non farti ingannare!
Gameplay
Maggie the Magnet richiede l’utilizzo di un unico tasto per tutta l’esperienza di gioco. Il tasto “A”. Basta premere quello e Maggie prende vita cercando d’ancorarsi automaticamente all’altra calamita che ci farà compagnia nel livello. Perché sì, i livelli, tutti decisamente minimal, sono composti prevalentemente dai già citati bulloni da raccogliere, da almeno un traguardo (ma spesso ce ne saranno anche due) e infine dalla stravagante calamita, nostra unica fonte di movimento per tutta l’avventura. Questa calamita viene definita dagli sviluppatori come “punto magnetico” ed è esteticamente composta da un pezzo di metallo circondato da quattro calamite.
In poche parole, ogni qualvolta premeremo il tasto azione, Maggie si muoverà verso il punto magnetico che ci permetterà, di fatto, di muoverci lungo i livelli. A seconda della posizione del punto magnetico, lì si muoverà Maggie. Ma non solo, se il punto magnetico inizia a girare, anche Maggie seguirà quel movimento. Ed è così che la nostra “eroina” si ritroverà a fluttuare. Imparare a sfruttare queste oscillazioni al momento giusto, premendo e rilasciando il nostro unico tasto, ci permetterà d’imparare a saltare. C’è un motivo se viene presentato come un puzzle game basato sulla fisica, perché il magnetismo è la base di tutta l’esperienza.
Procedendo negli oltre cento livelli, suddivisi in gruppi di dieci a raccolti in “micro mondi” differenziati prevalentemente dal colore e dal livello di difficoltà, Maggie the Magnet mette in gioco nuovi elementi con cui fare i conti. Ma prima precisiamo una cosa: per superare i vari livelli, basterà tagliare uno dei traguardi di gioco presenti a schermo. Come già citato, però, non è il traguardo l’obiettivo principale. La cosa fondamentale e che ci garantirà di sbloccare i successivi livelli, sono i bulloni sparsi per il livello (ce ne sono tre per livello). Più ne raccogliamo, più facilmente arriveremo alla fine dell’avventura di Maggie. Ovviamente, per garantirci di portare a casa i bulloni, una volta raccolti, dovremo tagliare uno dei traguardi. Se “muori” prima di tagliare il traguardo (composto da una linea tratteggiata), dovrai rigiocare il livello e raccogliere nuovamente tutti i bulloni.
Maggie the Magnet ha un livello di sfida crescente e che non va sottovalutato. Se inizialmente, infatti, sembrerà un gioco da ragazzi, preso con la comparsa di leve e trappole, la situazione rischia quasi di diventare frustrante. Questo perché seguire il moto della calamita diventerà sempre più una questione di secondi e richiederà tanta attenzione quanta pazienza per essere padroneggiata come si deve.
Abbiamo citato le leve. Questo elemento è molto semplice da capire: basterà andarci contro per attivarle e in genere saranno utili per eliminare blocchi e aprire la strada verso il traguardo (o i traguardi) di turno. Esistono anche delle particolari sfere elettriche che una volta urtate attiveranno il moto della calamita che andrà quindi a spostarsi. Questo significa che andando avanti dovrai capire cosa attivare e in che sequenza per poter raccogliere tutto e arrivare sano e salvo al prossimo livello.
Nonostante tenti di variare aumentando la tipologia di trappole e cambiando la morfologia dei livelli (alcuni molto impegnativi e intelligenti), Maggie the Magnet rischia di stancare presto, esaurendo presto ciò che ha da dire e calamitando a sé unicamente gli appassionati di questa particolare tipologia di puzzle game. Si tratta di un limite comune a tanti altri giochi simili, come Roll the Cat (qui trovi la nostra recensione), e che tra l’altro si presta più a partite mordi e fuggi che a lunghe sessioni.
Grafica e sonoro
Graficamente Maggie the Magnet fa molto, molto poco. Gli oltre cento livelli si differenziano per colore, trappole e posizione degli elementi ma questi sono praticamente sempre gli stessi. La scelta di sfruttare un mondo minimal e immediato può funzionare all’inizio per poi, inevitabilmente, contribuire alla monotonia. Anche il sonoro non sorprende, accompagnando l’esperienza in modo leggero, mai invadente e mai memorabile.