Sviluppato da Assoupi e pubblicato da The Arcade Crew, MainFrames è un platform in 2D che fa dell’idea di fondo il suo nucleo portante. L’intera esperienza, infatti, è vissuta su uno schermo di un PC, viaggiando sul desktop di finestra in finestra con un’ironia perfetta e che ben si sposa con una serie di enigmi molto ben elaborati. Noi abbiamo indossato i quadrettosi panni di Floppy su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
MainFrames un desktop tutto da esplorare
MainFrames non ha come scopo principale quello di raccontare una storia, comunque presente, ma quello di far vivere un’esperienza creativa e originale partendo da un concept molto semplice: vivere un’avventura nello schermo di un computer, tra finestre, cartelle e quant’altro. Per tale motivo, noi impersoniamo Floppy, un programma per PC alla ricerca della sua utilità e quindi dei suoi “poteri” in un viaggio personale all’insegna dell’umorismo (soprattutto estetico).
A condire l’avventura (della durata tendente al basso, si sfiorano appena le 5 ore) ci sono una serie di personaggi stravaganti che richiamano più o meno il mondo del computer degli anni ‘90. Ed è proprio quel mondo, unito allo svolgimento di puzzle sempre più complessi e soprattutto vari e ingegnosi, il vero motore portante dell’intera avventura. Più che scoprire la sorte di Floppy, si è spinti a scoprire e giocare alle varie trovate creative proposte dagli sviluppatori.
Il viaggio di Floppy per cercare un suo “posto nel mondo” (o nel PC, in questo caso) è quindi un’ottima e leggera “scusante” per dare spazio al vero fulcro del titolo: il gameplay. Quindi bando alle ciance e andiamo a scoprire insieme come si sopravvive in un mondo fatto icone, finestre e programmi (tutto, tra l’altro, meravigliosamente nostalgico).

Un platform “cattivo” che spinge al pensiero laterale
MainFrames è un platform in 2D a scorrimento orizzontale ma, a essere onesti, ogni schermata di gioco è praticamente un puzzle da districare. Un puzzle che richiede riflessi, abilità, destrezza ma, soprattutto, “pensiero laterale”. Ogni scenario è estremamente veloce ma anche complesso e affascinante da svelare.
La complessità e il fascino (legati tra loro) sono dovuti al fatto che ogni area, quindi ogni “enigma”, possiede più di una soluzione e, spesso, gioca con la prevedibilità dell’utente. Nel dettaglio, la formazione dell’area di gioco e la disposizione di ostacoli e nemici, può fare inizialmente pensare a un determinato percorso da svolgere… e questo, in MainFrames, equivale spesso alla strada più difficile se non proprio a una strada sbagliata.

Come il titolo stesso ripete più volte, la forza di MainFrames è nell’elaborare una strada alternativa e più “semplice” per poter superare indenni la sfida. Ed è qui che brilla il titolo, scovare questi “trucchi” (che poi trucchi non sono) è terribilmente appagante in quanto sfida costantemente l’utente a pensare in altri modi, uscendo dai binari classici del genere e sfruttando le abilità e la struttura del level design di MainFrames.
Eccoci quindi a spostare finestre su schermo, saltellare su icone di programmi che fungono da “molla” e tanto, tanto altro, in un susseguirsi di fasi platform sempre più serrate e apparentemente crudeli. Perché sì, in MainFrames morirai tantissime volte e questo fa parte del gioco (la rinascita praticamente istantanea di Floppy ne è la conferma). Se dovessimo fare un paragone con altri congeneri, MainFrames si avvicina moltissimo a Super Meat Boy solo che, a differenza di questi, qui abbiamo quasi sempre una strada “più semplice”.

Inoltre, il sapiente utilizzo degli elementi da PC ha permesso agli sviluppatori il loro riciclo senza dar vita a un senso di monotonia che viene anzi smorzato dal fatto che la risoluzione delle aree muta costantemente con sfide sempre diverse e raramente “noiose”. Discorso diverso per quanto riguarda la “frustrazione”. Questa è legata alla natura stesso del titolo che richiede di ragionare e sperimentare passando per innumerevoli e quasi inevitabili fallimenti.
Da segnalare anche la presenza di aree segrete (alcune molto complesse da svelare), di “collezionabili” e anche di scenette umoristiche che si insinuano nel mezzo delle nostre disavventure tra un bit e un altro. Passando nel dettaglio ai controlli, invece, il primo impatto con Floppy potrebbe non essere immediato in quanto il nostro piccolo eroe ha un passo molto veloce e un doppio salto/piroetta che richiede un po’ di pratica per essere padroneggiato al meglio.
Anche le aree di gioco, come detto, richiedono degli esperimenti per svelare il proprio potenziale nascosto. Ogni elemento, in effetti, non è detto che debba essere utilizzato unicamente in un modo, anzi. E ricorda… spesso la soluzione che stai cercando è estremamente banale e semplice… oltre a essere sempre stata sotto ai tuoi occhi.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, MainFrames è una piccola chicca. Chiariamoci, non è nulla di estremamente dettagliato, anzi, usa una struttura estetica molto semplice e minimal eppure è estremamente coerente con l’idea creativa di base. Si ha letteralmente la sensazione di viaggiare in uno schermo dei PC degli anni 90’ con un feedback nostalgico appagante ed efficace. Buoni anche gli effetti “speciali” e le animazioni, discretamente fluide.
Anche il sonoro si difende molto bene con tracce nostalgiche e old school in linea con l’impianto creativo proposto dal titolo. Da segnalare, inoltre, la gradita presenza dei sottotitoli in lingua italiana anche se i testi a schermo sono abbastanza rari. Infine, MainFrames si difende molto bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con la versione portatile particolarmente idonea data la tipologia di prodotto e la composizione ridotta delle singole aree di gioco.