Sviluppato e pubblicato da 4J Studios, Manic Mechanics è un surreale, colorato e vivace party game fortemente cooperativo che funge da gestionale di officina. Noi abbiamo fatto carriera come meccanico su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione. Pronto a imparare come si cambia una ruota con pochi clic?
Manic Mechanics è il colorato mondo dei meccanici
Non è passato molto tempo dalla nostra recensione di Speed Crew, un titolo che condivide tantissimo col progetto di 4J Studios. Entrambi i giochi, infatti, prendono in prestito le meccaniche cooperative che hanno trovato lustro e fama grazie a titoli di punta come Overcooked, traslandole nel mondo della meccanica. Nello specifico: nel metter mano alle auto cambiando ruote, sistemando motore e carrozzeria nel minor tempo possibile.
A differenza di Speed Crew, Manic Mechanics ha sì una campagna in single player ma è leggermente meno narrativa. Chiariamoci, entrambi i titoli si prendono decisamente poco sul serio e non sono per niente dei simulatori realistici, anzi, sono prodotti cartooneschi che si adattano perfettamente alla natura di party game caciarone e colorato.
Nel dettaglio, la narrativa di Manic Mechanics ci vede come “novellino” in ascesa. Lo scopo è diventare il miglior meccanico di sempre e per farlo dovremo superare innumerevoli sfide, passando sotto diversi mentori e sfidanti e per lande decisamente originali. A differenza di Speed Crew, l’opera 4J Studios è ancora più sopra le righe e surreale, abbandonato il contesto da campionato per preferire una serie di officine in cui prestare mano d’opera con tanto di macro mappa da percorrere in una mini vettura.
La campagna è un collegamento di diverse aree a tema con tanto di meccaniche fuori di testa (qualcuno ha parlato di alieni?) e che si adattano surrealmente al vario contesto fungendo da trappola o fortuito vantaggio. La varietà di elementi a schermo e situazioni è lodevole e diventa il vero e proprio motore che ci traina fino ai titoli di coda. Anche perché, prevedibilmente, l’intreccio narrativa è particolarmente fiacco e fugace, fungendo da semplice giustificazione per metterci in azione.
Sconfiggere il tempo da solo o in compagnia
Manic Mechanics è un party game, nonché simulatore surreale di officina meccanica o pit-stop automobilistico che dir si voglia. Il titolo non lo nasconde praticamente mai, proponendosi sin da subito come titolo fortemente cooperativo (fino a un massimo di quattro giocatori). Ma, con nostra gioia, può essere goduto anche in solitaria seppur si perda buona parte del divertimento col potenziale rischio di diventare persino frustrante.
Il motivo è semplice, Manic Mechanics, nonostante una discreta e lodevole varietà di location e relative trappole, è abbastanza ripetitivo. Inoltre, le mansioni richieste sono discretamente ridotte rispetto alla buona varietà proposta da Speed Crew. Sì, man mano che si avanza nella campagna vengono introdotte nuove modifiche e mansioni ma di base i minigiochi legati sono abbastanza simili.
Nel dettaglio, a ogni azione è richiesta la risoluzione di un micro mini gioco. Per gonfiare una ruota bisogna premere ripetutamente il tasto “x” tenendo la barra azione nel settore verde. Per sistemare un motore, invece, tocca tener premuto il tasto “x” e rilasciarlo al raggiungimento della barra verde e ripetere finché il motore non è nuovamente funzionante.
Per attivare i minigiochi, dovrai però prima recuperare i vari oggetti e portarli ai rispettivi tavoli da lavoro. Gli oggetti viaggiano autonomamente su un nastro trasportatore e qui, di tanto in tanto, possono anche capitarti oggetti “lucenti” che non necessitano di ulteriori interventi e che potrai direttamente montare sulla vettura bisognosa di attenzioni. Ovviamente la situazione cambia leggermente quando ti avvicinerai alla conclusione di ogni settore di gioco dove sarai chiamato a dimostrare quanto appreso nei livelli precedenti.
Manic Mechanics è fondamentalmente tutto qui. La difficoltà del titolo è legata al tempo che scorre inesorabile e alla tipologia e disposizione di trappole oltre che dell’area di gioco in sé e che, lo ammettiamo, offre una sfida decisamente elevata soprattutto nelle fasi avanzate dove, sbagliare un minigioco può essere fatale. Ovviamente, in compagnia il titolo acquista tutt’altro peso emotivo, diventando più caciarone, leggero e spassoso con tanto di incidenti imprevedibili e ideali per ridere in compagnia.
Se invece non vuoi solo ridere ma ami la competizione, Manic Mechanics ha una modalità versus di tutto rispetto e in grado di rovinare anche le più solide amicizie. Qui si vedrà realmente chi è il più veloce e abile meccanico ed è ammessa anche ogni scorrettezza. E a tal proposito, la modalità in analisi introduce nuove abilità ingegnose e crudeli tra cui una per investire e stordire l’avversario (facendogli anche mollare la presa sull’oggetto trasportato) Ovviamente, vince chi totalizza più punti.
Ultima nota, invece, per la campagna. Abbiamo accennato al fatto che le varie sfide sono interconnesse da una macromappa esplorabile ebbene quest’area, tanto colorata e varia come il resto del titolo, funge anche da momento esplorativo. Qui ritroviamo il surrealismo dell’opera, d’altronde siamo letteralmente incastrati in una micro-macchina e ammettiamo che la trovata, seppur non originale, della mappa in sé (tra l’altro ci potrai scorrazzare anche in compagnia, ovviamente), in questo genere di titolo, è gradevole e coerente.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Manic Mechanics si difende discretamente bene offrendo un mondo molto colorato, cartoonesco e soprattutto vario. Da premiare, infatti, la varietà di avatar a disposizione con tanto di mini background sopra le righe ad introdurli. Abbiamo apprezzato le animazioni, meno i caricamenti (seppur mai eccessivi).
Anche il sonoro è in linea con la tipologia di gioco, sposandosi bene con l’atmosfera generale seppur non riuscendo a offrire tracce realmente memorabili. Gradita la presenza dei sottotitoli in lingua italiana che, anche se non è presente chissà quanto testo, permette comunque di godere al meglio dell’umorismo leggero del titolo.