Nelle ultime generazioni, il mercato indipendente ha sfornato molti titoli che potremmo definire unici; è il caso di Manifold Garden, puzzle game in prima persona che trova nella direzione artistica fortemente ispirata il suo punto di forza.
Il titolo non è sicuramente passato in sordina, e ha ricevuto diverse nomination ad alcune delle cerimonie più prestigiose del settore. Possiamo definirlo come un titolo che, nel bene e nel male, è riuscito a catturare l’attenzione del pubblico e a emergere dalla massa di titoli nati dalla costola di un mercato sempre più saturo.
Dopo quasi due anni dalla release ufficiale su PC, console di ottava generazione e mercato mobile, l’opera sviluppata dall’artista americano William Chyr approda anche su console di nuova generazione; ecco a te, caro lettore, la nostra recensione di Manifold Garden su PlayStation 5.
Manifold Garden è un esperienza contemplativa
Appena avvieremo la partita, la cosa che maggiormente salterà all’occhio è la direzione artistica del progetto; Manifold Garden non possiede una narrativa contestualizzata o una trama particolarmente presente tra una sezione di gioco e l’altra, ma riesce a stupire il giocatore per la sua estetica minimal ma dalle composizioni complesse e dalla palette cromatica a dir poco estasiante.
Certo, per i giocatori più avvezzi ai titoli story driven questo potrebbe rappresentare un problema, ma personalmente non ho percepito la mancanza di una trama come un difetto; è lapalissiano che il focus dell’autore non è catturare l’interesse con una storia narrata in game, bensì attraverso un’esperienza contemplativa, con dei momenti riflessivi che vanno aldilà della risoluzione di alcuni enigmi in gioco.
Proseguendo negli stage, ci renderemo conto di essere intrappolati in un loop dimensionale; il level design è pieno di edifici e scalinate che di primo acchito sembrerebbero essere nient’altro che lo sfondo della mappa, ma con il progredire nell’esperienza ci accorgeremo che non esiste alcun dettaglio di sfondo. Anche la cima dell’edificio più lontano è totalmente esplorabile.
Tuttavia, si tratta soltanto di un’illusione: anche cadendo e atterrando nella piattaforma sottostante, scopriremo che questa è uguale a quella visitata in precedenza. Insomma, il level design di gioco ci restituisce un estraniante dispersività, e al contempo ci fa sentire oppressi a causa del loop temporale.
Non è facile comprendere al meglio queste sensazioni se non le si provano con il pad alla mano. Manifold Garden è un’esperienza che va vissuta senza fretta e con la giusta predisposizione mentale, cercando di captare ogni singola sfumatura che il gioco ci propone.
Echochrome in prima persona
Dal punto di vista del gameplay, Manifold Garden si presenta come un puzzle game in prima persona pregno di enigmi ambientali; ancora una volta i colori costituiscono parte integrante dell’esperienza, poiché nella maggior parte dei casi lo scopo ultimo è quello di aprire delle porte posizionando i dispositivi dalle diverse tonalità in determinate zone della stanza.
Nonostante il pretesto ludico sembri abbastanza semplice, le meccaniche di gioco sono arricchite dalla manipolazione gravitazionale: con la semplice pressione del tasto R2, potremo modificare la gravità e camminare sulle superfici verticali o addirittura sopra il soffitto.
Quest’aggiunta rende il gameplay più stratificato e di conseguenza la risoluzione degli enigmi diventa molto più complessa; infatti, Manifold Garden non è assolutamente un titolo da giocare in maniera passiva, poiché la risoluzione dei puzzle game passa per una difficoltà da non prendere sottogamba.
Inoltre, con il proseguire della campagna ci saranno nuove funzionalità che garantiranno una progressione ben congegnata, quindi ti consiglio di prestare sempre attenzione agli enigmi approcciandoti nel modo giusto e tenendo conto di tutte le risorse a tua disposizione.
Per quanto concerne i puzzle presenti all’interno del gioco e al pericolo dietro l’angolo della ripetitività, Manifold Garden riesce a tenere botta per tutta l’avventura, pur con i suoi alti e bassi. Alcuni enigmi potranno sembrare meno stimolanti di altri, ma nel complesso il titolo ci offre un’ottima esperienza anche per quanto concerne il comparto ludico.
Purtroppo, uno dei difetti principali di Manifold Garden è la sua longevità: per concludere la mia partita ho impiegato poche sessioni di gioco, e la sua durata complessiva si attesta al di sotto delle cinque ore. Un compromesso accettabile considerando la qualità del titolo, il budget stanziato per il progetto e il numero di sviluppatori che ci ha lavorato, tuttavia avrei preferito che fosse durato di più.
Arte visiva e uditiva
Dal punto di vista grafico, Manifold Garden è un titolo minimal: la maggior parte dei modelli poligonali presenti in game sono poco dettagliati e non possiedono molte texture. Questa scelta è sospinta dal cercare di emulare le composizioni di Escher e le sue opere ambigue e prospettiche.
Esattamente come il grafico olandese, l’opera di William Chyr possiede una direzione artistica piena di luoghi compenetrati o visivamente impossibili. Nel gioco, l’ambientazione prende spunto dalle realizzazioni più famose dell’autore come la litografia Concavo e Convesso.
Il level design è il piatto forte di questo titolo. I paesaggi, i luoghi chiusi e i giochi di luce restituiscono davvero l’impressione di essere all’interno di una litografia realizzata dal maestro dell’ambiguità. Chapeau a William Chyr Studio per aver realizzato, dal mio punto di vista, una delle opere più belle visivamente che il mercato indie ci abbia mai offerto.
Per quanto concerne la colonna sonora, anche in questo caso è stato svolto un ottimo lavoro. La musica di gioco ci fornirà un tappeto musicale rilassante, incalzante in qualsiasi momento e mai oppressiva, anche quando ci si trova per ore a tentare di risolvere un enigma complesso.
Manifold Garden possiede un OST numerosa, specialmente se teniamo conto della durata dell’esperienza abbastanza breve: la maggior parte delle musiche che vanno a comporre la colonna sonora di gioco sono realizzate (quasi) totalmente al pianoforte. Una realizzazione davvero magistrale, e la buona sortita dal punto di vista musicale non fa altro che amplificare la bellezza dell’atmosfera del gioco.
Come si comporta Manifold Garden su PlayStation 5?
Avendo recensito il titolo sulla console di nuova generazione di Sony, è mia premura specificare dettagliatamente le migliorie apportate a Manifold Garden su PlayStation 5.
La novità più succosa riguarda il comparto tecnico: le premesse del team di sviluppo sono quelle di far girare il titolo ai massimi settaggi su hardware next-gen, con 4K e 60 fps a disposizione del giocatore senza cedere ad alcun tipo di compromesso.
Ebbene, posso affermare che le promesse sono state rispettate: Manifold Garden gira su PS5 con risoluzione fissa al 4K e 60 frame per secondo, senza registrare alcun calo di framerate anche nelle sessioni di gioco ricolme di effetti particellari, Un plauso al team per l’ottimizzazione del loro prodotto.
Per quanto riguarda la fruizione del DualSense, manca il supporto ai trigger adattivi: non che il titolo perda d’immedesimazione a causa di questa defaiance, ma avrei gradito percepire una sensazione più dettagliata quando ci si appresta a manipolare la gravità con la pressione del tasto R2.
Diversamente, il feedback aptico è ben integrato all’interno di Manifold Garden: che tu stia camminando sul pavimento o sul vetro, anche quando un oggetto che stai trasportando urterà contro una parete del muro o una rampa di scale, le pulsazioni del DualSense restituiscono sensazioni sempre diverse.
Menzione onorevole per le Activity Cards, le schede che forniscono supporto al giocatore per la risoluzione degli enigmi più difficili, che saranno sempre funzionali e utili al giocatore meno avvezzo ai puzzle game. Potrebbe tornarti utile specialmente nelle fasi finali del gioco.
Considerazioni finali
Giocando a Manifold Garden, ho riscoperto delle sensazioni che in me erano sopite da fin troppo tempo: il feeling del gameplay mi ha rimembrato delle giornate passate a giocare a Echochrome, un titolo pubblicato per PlayStation Portable che condivide lo stesso genere e una direzione artistica che trae spunto dalle medesime fonti, sebbene questo sia stato rilasciato oltre dodici anni fa.
L’opera di William Chyr gioca con le prospettive e la gravità per creare dei puzzle intricati e soddisfacenti: nonostante la mancanza di un comparto narrativo e una durata che si attesta al di sotto delle cinque ore, mi sento di affermare che Manifold Garden è una piccola perla del mercato indipendente.
Più che un videogioco, Manifold Garden è un’esperienza. Se sei un amante del level design che possiede del potenziale artistico, è probabile che questo titolo possa diventare uno dei tuoi preferiti.
Considerando la direzione artistica ispirata alle opere di Maurits Cornelis Escher, mi sento di consigliare il gioco non soltanto agli appassionati dei puzzle game, ma anche agli amanti dell’arte e delle realizzazioni dell’artista olandese.