Correva il lontano 1994, un giovane Steve Jobs allora direttore di Macintosh, commissiona ad un poco conosciuto studio di sviluppo un videogame sparatutto. L’operazione è pensata per dare agli utenti dei computer Macintosh un gioco simile a Doom, che agli inizi girava solo su MS-DOS.
Questa è la storia di come Bungie nel 1994 rilasciò Marathon in esclusiva Macintosh. Un gioco fantastico per l’epoca, innovativo, destinato a diventare un pezzo di storia videoludica. Diversi utenti PC cercarono di giocarci, cosa impossibile fino all’uscita di Marathon 2: Durandal che venne pubblicato nel 1995, diventando disponibile per entrambi i sistemi operativi nel 1996, con ottimi feedback dai giocatori. Marathon 2: Durandal è stato reso disponibile anche per Xbox 360 nel 2007.
Certamente non è il primo sparatutto della storia, ma come ha fatto a fare la differenza? Cosa aveva di così evoluto per distaccarsi dai più conosciuti Wolfenstein 3d e Doom? Cosa ha lasciato di così memorabile da meritare un posto tra gli allori dei videogame?
Una storia dietro le pallottole
Rispetto alla concorrenza la Bungie pensa bene di sviluppare una trama che ci coinvolge nel mondo di gioco, laddove altri hanno preferito incentrare il titolo sull’azione frenetica. Una storia complessa, solida, particolareggiata che incolla il giocatore allo schermo, nella speranza di scoprire i misteri di Marathon tra un caricatore e un terminale.
Il gioco ci regala un‘atmosfera deliziosamente cupa, il radar che segnala la posizione dei nemici in avvicinamento regala una tensione paragonabile solo a Doom giocato in modalità Nightmare. Ogni terminale incontrato ci fa progredire negli eventi rivelandoci un pezzetto di storia per volta.
Un altro fattore che ha contribuito a renderlo tanto famoso è l’introduzione di una modalità multiplayer che permette ad un massimo di 8 giocatori collegati via LAN di scontrarsi. Questa innovazione porterà poi a Bungie un riconoscimento, il Macworld Game Hall of Fame come miglior gioco multiplayer nel 1995.
UESC Marathon, anno 2794 sistema Tau Ceti
Marathon è il nome della nave coloniale della UESC (United Earth Space Council) inviata nel sistema di Tau Ceti per creare una colonia umana. Niente faceva presagire il peggio; alle ore 0820 la nave viene abbordata da una razza aliena, gli Pfhor, che utilizzando un impulso elettromagnetico disabilitano quasi tutti i sistemi dell’astronave. Isolata e lasciata al buio la nave cade nelle mani aliene, solo una delle 3 IA sopravvive: Leela.
Giocando impersoniamo uno degli ultimi sopravvissuti della nave, un agente di sicurezza per la precisione, in parte umano e in parte cyborg che subito cerca di capire cosa sia accaduto alla nave. Per conoscere i dettagli dell’attacco dovremo farci strada nella nave, riabilitando alcune sezioni tramite puzzle o obiettivi da completare. Il tutto senza però tralasciare combattimenti con gli alieni che hanno preso possesso della nave, facendosi largo ed esplorando l’astronave sotto le indicazioni di Leela. Verso la fine del gioco Leela scopre che un’altra IA della nave è sopravvissuta, Durandal, che sembra aver intrattenuto rapporti con razze aliene prima dell’attacco.
Marathon 2: Durandal
Il secondo capitolo esce su Mac nel 1995 e PC nel 1996, direttamente dalle sole mani di Bungie, ed è un ottimo lavoro, in linea con il primo titolo. La storia riprende il filone del primo Marathon, infatti vestiremo i panni del solito cyborg della sicurezza. In Marathon 2 la trama è più fitta e intricata rispetto al primo, lasciando molto da scoprire.
In questo episodio seguiamo Durandal, un’altra delle IA assegnate alla nave Marathon; questa intelligenza ha indagato sugli Pfhor e altre razze aliene, localizzando una civiltà schiavizzata che libera dal giogo dei crudeli alieni, diventando il loro idolo.
Lo scopo dell’intelligenza artificiale è trovare una tecnologia perduta, creata da una razza tanto antica quanto evoluta, gli Jjaro, in grado di fermare gli Pfhor. Entra in gioco la terza IA della nave, Thyco. Inizia quindi un gioco di verità e menzogne da parte delle due IA; Durandal viene accusato di aver condotto gli Pfhor su Tau Ceti da Thyco, il quale si rivela il responsabile dello sterminio della colonia umana.
Il gioco prosegue fino a svelare una serie di complotti da parte di entrambe le IA, un gruppo di resistenza umana viene in nostro aiuto e alcuni spaventosi poteri nascosti dai Jjaro millenni fa potrebbero essere la chiave per la salvezza dell’umanità.
Bungie inoltre sviluppa il comparto multiplayer in LAN, introducendo modalità diverse dal classico deathmatch; una specie di king of the hill e una modalità nuova, Oddball (proprio quella di Halo) in cui vinceva il giocatore che porta più a lungo possibile un teschio in mano; la parte difficile (e divertente) è che mentre porti il cranio umano non puoi usare armi.
Marathon 3: Infinity
Il terzo capitolo della saga esce nel 1996, ritornando ad essere esclusiva Macintosh fino al 2011. La storia prosegue, ma in maniera meno lineare; in questo episodio la trama trascina il giocatore meglio delle pallottole. Il cyborg che impersoniamo infatti attraverserà dei flashback, ricordando una storia non proprio felice sia su se stesso, con dei livelli che finiscono con l’estrazione e il teletrasporto in una nuova zona.
Entra in gioco una specie di divinità malvagia aliena che Durandal cerca di mantenere dormiente, sventando i piani dei guerrieri Pfhor. Alcuni livelli sono giocabili solo dopo aver compiuto una determinata scelta durante il gioco, consentendoci di esplorare diversi scenari che riconducono ad un solo finale. Il nostro scopo finale sarà evitare che questa potente entità (W’rkncacnter) venga liberata dagli Pfhor tramite la distruzione del sole nel sistema di Tau Ceti; una prigione creata dai potenti e misteriosi Jjaro eoni addietro.
Marathon 3:Infinity riceve quasi il massimo dei punteggi, divenendo il simbolo dei videogame su Macintosh. Questa trilogia renderà famoso il marchio Bungie nei videogame, la software house si affermerà dopo pochi anni con Myth: the Fallen Lords.
Nel tempo Bungie rilascerà Aleph One, il software usato per creare Marathon, consentendo di creare livelli o giochi FPS simili appunto al titolo originale, con la possibilità di notevoli personalizzazioni. Dopo diversi anni tutti e 3 i titoli vengono diffusi su PC e altre piattaforme a titolo gratuito, facendo conoscere a più utenti questa perla dimenticata dei videogame.
Una cosa che pochissimi fan di Halo sanno, è che il simbolo di Marathon compare svariate volte nella serie di Master Chief, in omaggio al gioco che ha contribuito a creare il popolare universo di Halo.
La stessa Bungie ha svelato di aver inserito volontariamente il simbolo di Marathon nei suoi giochi, per onorare la memoria del loro primo importante traguardo; forse il simbolo è nascosto anche in altri titoli Bungie, chi può saperlo?