Marauders è un titolo che ha subito fatto drizzare le antenne degli appassionati dei looter FPS, un sottogenere da non confondere con i looter shooter. Parliamo infatti di una tipologia di titoli basata su un delicato equilibrio “risk/reward”, dove il loot trovato durante le istanze viene poi utilizzato per una progressione non permanente del nostro personaggio.
In soldoni, parliamo di titoli dove si iniziano partite con un equipaggiamento base, per poi raccattare oggetti migliori con cui equipaggiarsi per le partite successive. Morendo, però, si perde tutto. Parliamo quindi di un gameplay hardcore, che ha trovato il suo punto più complesso nel famoso Escape from Tarkow, dove questo genere si unisce ai mil sim in stile Squad.
Marauders si pone invece come un’alternativa meno realistica di Escape from Tarkow, che quindi propone un gameplay ragionato, senza però le varie meccaniche eccessivamente realistiche che abbiamo imparato ad amare/odiare. Vediamo quindi se vale la pena giocarlo in quest’anteprima.
La storia di Marauders
Marauders è ambientato in una timeline alternativa dove la Grande Guerra ha portato a una fortissima industrializzazione del pianeta, al fine di raccogliere risorse. Questa industrializzazione massiccia ha ben presto costretto gli abitanti della terra a muoversi verso lo spazio il prima possibile, per via della scarsità di risorse sul pianeta.
Ci troviamo quindi in un futuro alternativo, dove lo spazio è già diventato una nuova frontiera, esplorata grazie a navi spaziali non troppo futuristiche, praticamente tenute insieme da bulloni e preghiere. Questo si vede chiaramente anche nelle armi, che richiamano quelle della seconda guerra mondiale e non sono quindi moderne o futuristiche. Troviamo quindi leggende come l’MP40 o lo Sten, che accompagnano i Marauders nei loro raid spaziali.
In questo futuro, infatti, buona parte delle persone è stata costretta a diventare un Marauder, ovvero un vero e proprio pirata spaziale, che vive giorno per giorno assaltando navi spaziali, uccidendo altri pirati e cercando di portare a casa la pelle…e il bottino! Siamo quindi davanti a un setting ricco di fascino e relativamente ben sviluppato, che fa da sfondo alle nostre sparatorie in modo più che ottimo. Marauders non cerca però di offrire una storia, ma si limita a proporre al giocatore questa atmosfera. Non parliamo però di un difetto, visto il genere di appartenenza.
Tra sparatorie e fughe nello spazio
Il loop di gameplay su cui poggia Marauders è molto semplice: si inizia ogni partita nello spazio a bordo della nostra nave. Da qui si può poi attraccare in una destinazione disponibile (segnata da entrate gialle) per iniziare un raid. Questo si svolge in una mappa dentro cui viene sparso casualmente del loot – che va dalle armi, ai materiali da vendere, passando per rifornimenti di vario tipo – da raccogliere. Una volta soddisfatti del nostro bottino, possiamo tornare alla nostra nave e scappare, per poi tornare nello spazio.
Ma non è tutto così semplice. Tanto per cominciare, bisogna ricordarsi dove si trova la nostra navetta per estrarre, visto che le altre uscite non funzioneranno o in alternativa si può utilizzare un pod, perdendo però la nostra preziosa nave personale. Una volta nello spazio, poi, bisogna arrivare ai gate per il salto spaziale e, nel mentre potremmo comunque essere attaccati.
Non solo. Morendo durante un raid si perde tutto quello che si aveva addosso mentre, al contrario, estraendo si ottiene tutto ciò che si è raccolto. Siamo quindi davanti a una struttura molto simile ad Escape from Tarkow, senza però tutte quelle meccaniche molto realistiche e con un inventario decisamente snellito. Parliamo quindi di un titolo dove gli oggetti sono molto importanti. Ma, di che oggetti stiamo parlando?
L’equipaggiamento di Marauders comprende diverse cose da prendere in considerazione. Tanto per cominciare, ogni oggetto utilizzabile durante il gameplay va necessariamente equipaggiato prima da un apposito menù, pena la sua assenza nell’inventario: le armi, le munizioni corrispondenti, lo zaino, il giubbotto antiproiettile, l’elmo e persino il coltello vanno tutti inseriti negli slot specifici dell’inventario.
Il primo impatto con questo menù resta però molto immediato, visto che non troviamo tutti gli strati di profondità che abbiamo visto in Tarkow. Al contrario, ci sono pochi oggetti essenziali, sicuramente da prendere in considerazione, ma comunque immediati da comprendere. Le munizioni, ad esempio, vanno semplicemente trascinate nel riquadro apposito, senza passare dai caricatori singoli. Allo stesso modo, ricaricare durante le sparatorie non “salva” nella scorta il serbatoio scarico, ma tutto viene magicamente unito come negli FPS classici.
Un impatto molto meno disarmante quindi, che rende Marauders perfetto come titolo entry level al genere. L’equipaggiamento riveste però un ruolo primario nella progressione del nostro personaggio e di conseguenza morire durante un raid significa perdere oggetti preziosissimi, come armi che magari erano performanti o zaino capienti.
Questo crea la tipica tensione del genere, che vede le fughe dai raid cariche di tensione, sia per gli oggetti che ci portiamo addosso, ma anche per quelli che magari abbiamo appena trovato, che a loro volta vanno estratti con noi. Vi è quindi una costante gestione rischio/ricompensa, concretizzata nella costante domanda nella testa del giocatore: “dovrei tornare alla nave?”.
Anche tornare alla nave però non è la fine di tutto. Bisogna infatti volare nello spazio, per poi arrivare ai portali di estrazione e solo allora tutto il bottino sarà nostro. E’ però possibile incontrare altri giocatori e persino abbordare le loro navi o ingaggiarle in combattimenti aerei. Una parte di gameplay, questa, che risulta molto meno soddisfacente del gunplay “a terra”. Semplicemente, nello spazio si possono fare meno cose e le navicelle non sono dotate di troppe armi.
Un difetto, questo, che si affianca ad altri due. Il primo riguarda le mappe e il secondo l’IA dei nemici. Tanto per cominciare, Marauders avrebbe bisogno di nuove mappe prima del lancio, che magari vadano ad aggiungere della necessaria varietà. Dentro queste mappe, poi, troviamo dei nemici IA paragonabili agli scavenger di Escape from Tarkow, che però risultano prevedibili e a volte semplicemente stupidi o con una mira degni degli Stormtrooper più addestrati.
Marauders si pone quindi come un FPS che parte già molto bene, ma ha ancora bisogno di lavoro per arrivare al livello dei competitor, ormai decisamente agguerriti. Il gioco ha tutte le carte in regola per eccellere, ma questo dipenderà soprattutto dal lavoro degli sviluppatori.
Bellissimo ma non eccelso
Il comparto tecnico di Marauders si dimostra già molto avanzato, nonostante la natura doppia A della produzione. Il colpo d’occhio generale è infatti decisamente accattivante, nonostante si possa vedere una povertà di dettagli in alcune texture. Le animazioni dei nemici, peraltro, sono da migliorare, al contrario di quelle in prima persona che invece sono ottime.
Il comparto artistico è invece uno dei punti di forza della produzione. Marauders combina infatti armi storiche della seconda guerra mondiale con un’ambientazione sci-fi dall’aspetto però “improvvisato”, dato dai materiali con cui sono costruite le navi. Il risultato è un mondo di gioco dal carattere tutto suo, in grado di restare sicuramente impresso nelle menti dei giocatori.
Il comparto audio è invece accettabile, visto che troviamo rumori convincenti, come quelli degli spari, affiancati a rumori ambientali da rivedere, come i passi di cui risulta difficile capire la direzione.