Come è facile immaginare dal titolo il pianeta che dovremo colonizzare sarà il famoso pianeta rosso: Marte. Però… udite udite, il nostro atterraggio sul pianeta non era previsto, ma è dovuto ad un piccolo ed insignificante errore. Il nostro obiettivo infatti era la Luna. Vi sembrerà forse strano vedere il titolo scritto in quel modo, ma continuando a leggere capirete il motivo, l’errore è stato voluto.
Alla conqvista del grande pianeta rosso
Un piccolo soldato alla conquista di Marte, anzi due piccoli soldatini. Riusciranno a cavarsela e colonizzare così il grande pianeta? Il tutto starà però alla vostra bravura. Siamo approdati su Marte quando invece ci aspettavamo la Luna, ma ora che dobbiamo fare? Torniamo indietro o proseguiamo? Beh già che siamo qui andiamo avanti e portiamo a casa un pianeta.
All’avvio del titolo ci troveremo davanti un menù con diverse voci: le prime due sono le modalità disponibili, ovvero Conqvista e Modalità Infinita. Poi troveremo la classifica relativa a quest’ultima, l’opzione per azzerare la modalità Conqvista, le impostazioni, i ringraziamenti ed infine l’opzione per uscire dal gioco. Partiamo dalla prima modalità. In Conqvista avremo la possibilità di testare i comandi del gioco partendo alla colonizzazione di Marte. Qui dovremo affrontare diversi livelli di difficoltà, partendo da quello più facile, ovvero la raccolta delle risorse. Queste saranno rappresentate da alcuni cristalli presenti sul pianeta e saranno tra loro differenti, ma sempre ben visibili sulla mappa. Per poterli estrarre dovremo iniziare a costruire dei veri e propri impianti di estrazione. A loro volta questi estrattori hanno bisogno di un pannello solare in prossimità per funzionare.
Come presto impareremo, i pannelli solari sono di vitale importanza per la costruzione di un qualsiasi impianto disponibile, come anche per la sopravvivenza stessa del nostro soldato astronauta. Senza questi non potremo mai far funzionare nulla, che sia l’armeria necessaria per la costruzione delle torrette automatiche di difesa, oppure la tanica di ossigeno per far sopravvivevere il protagonista o ancora il centro di ricerca per potenziare le proprie armi grazie alle casse di approvvigionamento. Tutto quanto necessiterà di energia solare per funzionare correttamente.
I personaggi che potremo comandare sono due: un Ricognitore di nome Lino e il Maggiore Berto. Il primo sarà in grado soltanto di andare, come dice il nome, in ricognizione e difendersi da eventuali attacchi marziani con uno scudo, mentre il secondo sarà in grado anche di mettersi all’opera per aiutare le torrette nel loro ingrato compito di difesa degli avamposti umani presenti sul pianeta. Una volta completati i livelli della modalità Conqvista avremo accesso alla modalità Infinita e, come ci viene suggerito dal nome, il nostro obiettivo in questa tipologia di gioco è quello di resistere il più a lungo possibile alle orde di Marziani agguerriti che ci verranno incontro. Legata a questa, come detto poco sopra, avremo una classifica stilata appositamente per riportare i tempi migliori ottenuto in tale modalità di gioco.
Parliamo un po’ dei Marziani presenti su questo pianeta. Sono degli esserini alquanto strani, dalle colorazioni calde che vanno dal rosso all’arancione, con due braccia, due gambe e un grandissimo occhio in cima alla testa. Questo sarà la loro arma per attaccarci, infatti ci verranno addosso tirandoci delle testate, neanche fossero dei martelli che devono battere su un chiodo. Di Marziani ne potremo trovare di diverse tipologie, per essere più precisi saranno 4 diversi tra loro, l’ultimo dei quali è il più resistente. Le orde che ci verranno incontro però non saranno suddivise per tipologia, ma saranno tutte mescolate e non sarà semplice tenerle a bada. Per fare ciò avremo a disposizione un fucile che può tenere, inizialmente, in canna 9 colpi, ma che può essere ricaricato sia manualmente che automaticamente alla fine del caricatore.
È sicuramente un titolo molto coinvolgente, ma purtroppo soffre di alcuni bug. Il primo, secondo me facilmente risolvibile, è il sistema di mira, in quando può essere utilizzato soltanto entro un determinato spazio, facendo spesso perdere la mira andando troppo oltre il punto limite. Per poter puntare oltre infatti sarà necessario andare avanti con il personaggio. La stessa cosa vale nel caso della costruzione degli oggetti. Questi potranno essere spostati in qualsiasi direzione e luogo, ma una volta superato il limite impostato dalla posizione del giocatore smetteranno di muoversi. Il secondo invece riguarda le telecamere, in quanto non è possibile girare la visuale a piacimento. Questo risulterà scomodo nel momento in cui dovremo usare il razzo per muoverci più velocemente, perché ci potremo muovere soltanto nella direzione in cui è girato il personaggio senza possibilità di cambiare.
Se queste sono pecche facilmente risolvibili, forse un po’ più ostica è l’altra, ovvero la scarsità di contenuti presenti all’interno di Mars or Die. Le due modalità presenti coinvolgono molto, ma se ci fosse stata una possibilità di poter giocare in multiplayer online o in locale con un amico tutto sarebbe stato più entusiasmante. Condividere con qualcuno un titolo come questo farebbe passare a chiunque delle sessioni di gioco in compagnia di tantissime risate. L’unica modalità online che possiamo vedere è la classifica per la modalità infinita e, se vogliamo dirla tutta, non è nemmeno visibile fino al momento in cui non è stata completata la prima modalità e non si è quindi giocata la prima partita infinita.
Alla scoperta di Marte
Solitamente vi avrei parlato prima del comparto grafico, ma questa volta voglio invertire l’ordine e parlarvi quindi delle musiche di sottofondo scelte dallo sviluppatore. Ssono molto allegre e coinvolgenti e probabilmente non sono nemmeno quelle che ti aspetteresti da un titolo del genere. Non finisce qua però; ogni suono all’interno del livello infatti ha uno scopo ben preciso. Alcuni avvertono dell’arrivo dei marziani, altri dei macchinari in funzione e altri ancora invece, i più importanti, sono quelli che ci avvisano che sta per finire l’aria e dobbiamo tornare alla tanica O2 per ricaricarci di ossigeno. Senza quello probabilmente chi non è abituato ad osservare bene la grafica di un titolo non si accorgerebbe quando si è quasi al limite di aria respirabile.
Nella schermata di gioco, oltre a vedere in basso a destra e sinistra i due soldatini, possiamo vedere anche uno schermo con un riassunto delle risorse accumulate e degli obiettivi da portare a termine. Le ambientazioni sono definite in modo chiaro, con un particolare stile che fa immergere il giocatore nel titolo. La grafica non è nulla di realistico, ma incuriosisce e attira diversi amanti del genere e non.