Masquerada: Songs and Shadow è un action RPG sviluppato da Witching Hour Studios inizialmente solo per PC, poi è stata rilasciato anche per Xbox One e PlayStation 4, infine il 9 maggio 2019 approda su Nintendo Switch.
Trama
L’intera storia di Masquerada: Songs and Shadows è ambientata nella città immaginaria di Ombre e si incentra sull’enorme divario tra ricchi e poveri, oppressori e oppressi, tradotto nel gioco, tra la classe politica detta Masquerada ovvero coloro che detengono il potere (dato dalle maschere) e i Contadani, metafora che ci riporta alla condizione semplice e opprimente dei contadini; la maschera possiede in sé la magia dei quattro elementi (acqua, fuoco, terra e aria) e si lega donandoli al suo portatore; il loro legame è indissolubile, tanto che alla morte del suo custode la maschera si dissolve con esso.
Il nostro protagonista Cicero Gavar viene richiamato (dopo essere stato esiliato per aver guidato e fomentato una ribellione di Contadani) dal presidente della città che lo incarica d’indagare sulla scomparsa del funzionario Ratizof che a sua volta è coinvolto in ricerche segrete sulla natura delle maschere; Cicero non ha scelta, comincia dunque a fare luce sul mistero che avvolge Ombre.
“Songs and Shadows”
L’atmosfera che pervade Masquerada: Songs and Shadows è puramente seicentesca e a mio parere si ispira da un lato alle opere teatrali shakespeariane, ne è la prova l’apparizione dei fantasmi a Cicero (ricorda molto Amleto) e il linguaggio fine, elegante e poetico, dall’altro, al rinascimento veneziano nelle preziose maschere e nei dettagli dell’ambientazione; che Masquerada si ispiri all’arte teatrale lo si può notare anche dalla struttura narrativa stessa ovvero la divisione in prologo e atti, quest’ultimi contengono a loro volta i capitoli che possiamo rigiocare; anche la musica è teatrale nella sua bellezza, ricorda vagamente le opere liriche, ascoltarla è piacevole e ci cala profondamente nell’atmosfera del gioco.
L’arte dunque, sembra essere centrale nel titolo, in effetti ritengo che essa sia vista come la forma in grado di elevare l’uomo e liberarlo dalle sue oppressioni; la maschera può avere molte metafore, quella che penso si avvicini maggiormente al significato che lo sviluppatore vuole attribuirle, è l’arte come simbolo di conoscenza che può essere usata nel modo giusto se indossata da virtuosi oppure può portare al male, alla smania di potere se indossata dal volto sbagliato, d’altronde il sapere può essere usato per scopi sia positivi che negativi a seconda di come l’uomo decide di avvalersene.
Lo stesso titolo “Songs and Shadows” sembra suggerire una contrapposizione tra arte e oscurità, tra conoscenza e mancanza di essa che ci porta inevitabilmente ad essere seguiti e perseguitati dalle nostre ombre, quindi non liberi. Ma queste sono solo supposizioni, il dato certo è che la trama risulti lineare ma molto interessante, sviluppata davvero molto bene.
Gameplay
Se per quanto riguarda la trama posso dirmi soddisfatta, non posso dire altrettanto riguardo il gameplay, in cui ho da subito riscontrato difetti che mi hanno fatto storcere il naso: si sviluppa in modo davvero troppo lineare, non lascia spazio a nessun tipo di esplorazione, il giocatore può solo andare avanti e continuare la quest principale, in questo modo si ha la sensazione di percorrere uno stretto corridoio, non lascia un minimo di autonomia al gamer; non c’è equilibrio tra scontri e cutscene, per non parlare della scarsa interazione del protagonista con gli NPC e degli stessi con il mondo di gioco: qualsiasi cosa accada vicino loro, continuano tranquillamente a conversare, rendendo meno realistico il mondo di gioco.
L’esplorazione inesistente viene maggiormente aggravata dal fatto che il giocatore non possa interagire con nessun oggetto, a parte quello segnalato dalla storia principale, e nei tanti vicoli mancano quasi totalmente le collezionabili e quei pochi che ci sono, vengono segnalati in modo troppo evidente.
Il gameplay di pausa tattico funziona poco, è davvero snervante e innaturale mettere pausa durante un combattimento per colpire dei bersagli, anche se in modo strategico, questo non fa altro che interrompere il flusso di gioco rendendo il tutto meno coinvolgente.
Prima di concludere con i contro e passare invece ai punti di forza del gameplay di Masquerada: Songs and Shadows, ho esigenza di sottolineare la delusione e l’amarezza riscontrata nel vedere la mancanza della lingua italiana ma la presenza dell’arabo o del russo tra le lingue dei dialoghi, in più lo scorrimento degli stessi risulta troppo veloce senza la possibilità di bloccarli (infatti si passa alle frasi successive in automatico), questo rende poco utile la voce “Next”, sarebbe bastato selezionare “Skip”. I dialoghi per tutti, ma soprattutto per chi non è madrelingua risultano difficili da seguire con quel tipo di andamento.
Veniamo ora a tutto ciò che ho gradito di Masquerada: Songs and Shadows e che mi fa dire senza dubbio:” sì, mi è piaciuto!”. A saltare subito all’occhio è la grafica con dei disegni davvero ben fatti, colori accesi che invogliano lo sguardo nell’immediato, a questo si accompagna un sound meraviglioso e un linguaggio notevole, quasi poetico che conferisce spessore al gioco. Discreta la longevità in quanto tutti i capitoli possono essere rigiocati separatamente uno dall’altro scegliendo i vari livelli di difficoltà.
A spiccare è ovviamente la trama che come ho ampiamente analizzato, contiene tanti riferimenti e significati simbolici graditi a chi li sa scovare e apprezzare, ed è anche il pezzo forte del titolo, sicuramente l’elemento più importante e significativo di Masquerada: Songs and Shadows.