Pensando a Medal of Honor, il primo ricordo che mi torna in mente è il capitolo Frontline per PlayStation 2, un titolo che all’epoca mi fece quasi gridare al miracolo grazie al suo enorme taglio cinematografico, e soprattutto alle situazioni nelle quali il gameplay ti coinvolgeva, come la prima indimenticabile missione del D-Day.
Inutile dire che quando sono venuto a conoscenza di Above and Beyond, il primo titolo della serie in realtà virtuale, ne sono rimasto molto felice, sia perché la serie mancava dal palcoscenico videoludico ormai da parecchio, sia per vedere cosa la realtà virtuale avrebbe potuto dare al titolo.
Medal of Honor: Above and Beyond, ritorno alle origini
Diciamo che l’asticella delle aspettative per questo titolo si è impennata quando ho saputo che il titolo sarebbe stato sviluppato da Respawn Entertainment, studio dietro titoli di successo come Titanfall, Titanfall 2, Apex Legends e Star Wars Jedi: Fallen Order, e vedere che la serie abbia cercato con il suo primo titolo in realtà virtuale di ritornare alle origini, mi ha fatto gran piacere.
La storia sarà ambientata nell’ormai immancabile seconda guerra mondiale, e ci vedrà impersonare un soldato, un luogotenente, che dopo aver compiuto alcune gesta eroiche, viene invitato a far parte delle OSS (ufficio dei servizi strategici), un nucleo di individui scelti per le loro capacità e abilità, i quali dovranno affrontare pericolosissime ma cruciali missioni in una Europa ormai devastata dalla guerra contro la minaccia nazista.
Niente di nuovo dal punto di vista della trama, ma già dai primi minuti di gioco, nei quali saremo chiamati a completare un esaustivo tutorial, capiremo che il punto di forza di Medal of Honor: Above and Beyond, sarà sicuramente il suo gameplay.
Tante armi, munizioni, gadget e azione
Il tutorial servirà per lo più a farci capire che ogni arma in Medal of Honor: Above and Beyond, avrà una propria caratterizzazione ispirata alla controparte reale. Partendo dalle “semplici” pistole, fino ad arrivare al pesantissimo MG passando per l’intramontabile M1 Garand, ogni arma dovrà essere maneggiata in modo diverso, soprattutto nella fase di caricamento.
Proprio per questo motivo, dopo il tutorial ci ritroveremo nella nostra base operativa dove potremo chiedere a una specialista come utilizzare e ricaricare le diverse armi, insieme a una panoramica sulla loro potenza e funzionamento. Imbracciare le armi con una sola mano, ci farà subire un malus nella precisione, mentre se le utilizzeremo entrambe, il fuoco risulterà molto preciso.
Potremo portare al seguito un massimo di tre armi, che potranno essere estratte una dal fianco desto avvicinando il controller e premendo il tasto grip, una dalla spalla destra e una dalla sinistra compiendo la stessa azione ma con il rispettivo controller. In più su una tasca posta sul petto potremo portare le granate o altri gadget utili, mentre sulla manica interna sinistra avremo a disposizione un massimo di tre siringhe curative, da piantare nel nostro petto in caso di ferite gravi.
Ovviamente anche le granate godranno delle proprie meccaniche per essere innescate, e bisognerà fare attenzione perché in Medal of Honor: Above and Beyond, l’errore meccanico è dietro l’angolo; Tra i miei vari errori si possono annotare una granata caduta dalla mano una volta innescata, mentre mi trovavo su un furgone pieno di munizioni, e qualche colpo accidentale mentre ricaricavo che ha colpito e ucciso degli alleati, facendo finire così la missione.
Tecnicamente, immersione e coinvolgimento
I due fattori elencati nel titolo del paragrafo, sono sicuramente i punti forti di Medal of Honor: Above and Beyond. Se da una parte abbiamo un comparto grafico che nelle zone aperte perde la qualità che invece mostra nei livelli interni, facendo così calare il fattore immersione, dall’altra abbiamo un gameplay che, grazie alle meccaniche descritte prima, e alla necessità di mettersi a riparo muovendosi realmente, cattura totalmente il giocatore e consigliamo vivamente di avere diverso spazio per godersi per bene Above and Beyond.
Il sonoro è sicuramente degno di nota, con una buona colonna sonora ma soprattutto con ottimi effetti ambientali e delle armi da fuoco, molto fedeli agli originali e andando così a contribuire al fattore coinvolgimento del giocatore.
I controlli sono forse la parte più esaltante di Medal of Honor: Above and Beyond, e una volta presa la mano, sarà un piacere fa fuoco sui nemici di turno mentre si passa da un riparo all’altro, in situazioni che saranno al limite dell’incredibile e con il classico taglio cinematografico della serie.
L’intelligenza artificiale di nemici e alleati però è da rivedere, con questi ultimi che spesso si renderanno protagonisti di siparietti come il rincorrersi senza motivo, o crivellare di colpi un muro convinti di far fuoco sull’avversario.
Durante le ora trascorse nella seconda guerra mondiale in realtà virtuale con Medal of Honor: Above and Beyond, non ho riscontrato nessun bug nel gioco, ma per due volte una volta rimosso il caschetto, il gioco non è ripreso costringendomi a riavviare la partita.