Sviluppato e pubblicato da Odencat, Meg’s Monster è un’avventura con un sistema di combattimento a turni tipico dei giochi di ruolo classici che punta tutto su trama e umorismo. Noi abbiamo vissuto le avventure di Meg e dell’enorme e mostruoso Roy su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Meg’s Monster – Benvenuto nel Sottomondo
Meg’s Monster è un titolo che non va sottovalutato, soprattutto per la sua trama che rievoca molti altri titoli e serie TV (ormai cult), muovendosi tra Undertale e Stranger Things ma sorprendendo con una frammenti d’identità propria e capovolgimenti più o meno telefonati. Un titolo che tocca diverse note emotive e che tra una risata e un’altra riesce anche a far riflettere.
Ma procediamo con ordine. Chi è Meg? Meg è una bambina, una bambina che si ritrova nel Sottomondo (ti abbiamo detto che richiama Stranger Things, no?), una sorta di “Inferno” abitato da indicibili creature che si cibano di umani. Ma hanno anche dei difetti, eh. Roy, per esempio, un grosso orco celeste dotato di un braccio-chela rosso con tanto di occhio sulla spalla (una descrizione che preannuncia chissà quale orrore laddove, in realtà, è anche abbastanza “puccioso”), non ama mangiare carne umana preferendo la “pece magica”.
Ecco, questa scelta culinaria, incomprensibile per gli altri mostri, rende Roy indifferente. Perché Roy è così, musone, carattere rigido, freddo, anche abbastanza ignorante (nel senso che ignora un sacco di cose, soprattutto quelle legate al mondo degli umani) nonché incentrato principalmente nel cercare nuova pece da divorare. E la storia, dopo un prologo abbastanza criptico che ha come protagonista una donna in un laboratorio distrutto e in cui sembra aver lavorato la sua madre… ci porta direttamente a Roy e al suo amico Golan, due mostri, appunti.
I due abitanti del Sottomondo stanno adorabilmente discutendo tra loro quando si ritrovano a incontrare Meg, una piccola bambina bionda che cerca la sua mamma. La sorte della bambina sembra, neanche a dirlo, già scritta. Come potrebbe sopravvivere contro due mostri, di cui uno (Golan) anche abbastanza affamato? E invece, la bambina si mette a piangere e qualcosa sconvolge l’intero mondo.
Quando Meg piange, infatti, il cielo si tinge di rosso e la terra inizia a tremare. Più la bambina piange, più il mondo sembra finire. Roy e Golan non impiegano molto a capire che la bambina sembra essere dotata di un potere inimmaginabile e che potenzialmente potrebbe far arrivare l’apocalisse nel Sottomondo. Il loro scopo diventa quindi quello di soddisfare la richiesta della piccola Meg cercando, al contempo, di non farla piangere.
Il canovaccio narrativo di Meg’s Monster, come avrai intuito, è originale. E ti diremo di più, funziona ed evolve di continuo. Nasce come storia di ricerca, trasformandosi in un viaggio d’amicizia ma anche di riscoperta. Il tutto in una trama articolata, non molto longeva ma ritmata egregiamente tra battute ed eventi non sempre chiarissimi (almeno non subito). Merito anche di un cast di creature variegato, spesso folle, e assolutamente divertenti da leggere e conoscere.
Il rapporto Meg e Roy colpisce (in positivo) praticamente subito, laddove Golan, il terzo protagonista, è rilegato al ruolo di quello più “saggio” ma al contempo anche “misterioso”. L’orco celeste col suo essere rozzo e solitario, si ritroverà a fare i conti con la tenerezza di una bambina da tenere calma oltre che al sicuro. Perché va ricordato, nel Sottomondo gli umani sono cibo o merce di scambio.
Vai Pikachu scelgo te… ah no.
Meg’s Monster è un gioco di ruolo a turni molto classico ma lo diciamo subito, non sorprende per profondità ludica. Non cercare strategie approfondite o chissà quali o quante statistiche da monitorare. Meg’s Monster è principalmente narrativa, narrativa raccontata attraverso trovate ludiche che ogni tanto mutano e che, quasi sempre con ironia, diventano funzionali al racconto stesso.
Ma procediamo con calma. Noi controlleremo Roy, spostandolo in ambienti 2D con visuale dall’alto. Le aree che visiteremo, da città a location più o meno uniche (c’è perfino l’antro di un tipo losco), sono tutte abbastanza circoscritte e raggiungibili attraverso una world map abbastanza generica in cui avremo sempre a vista le missioni principali (segnalate di rosso) e quelle secondarie che sono sia opzionali che missabili (segnalate di verde).
La trama, ovviamente, si snoda attraverso le missioni principali ma non sottovalutare quelle secondarie. Queste regalano momenti intriganti per approfondire la conoscenza di personaggi e ambienti oltre a offrire anche scenette ironiche e spesso esilaranti. Il nostro suggerimento, insomma, è di non perderne nessuna dandone priorità.
Tornando a noi, le missioni saranno sempre abbastanza chiare con linee guida semplici da seguire che variano dal visitare un determinato luogo o parlare con un dato personaggio. Nel mezzo però, la storia si evolve e spesso e volentieri ci si ritroverà a dover menare le mani. Come? Semplice, con un sistema di combattimento a turni che richiama palesemente i classici Pokémon.
A nostra disposizione avremo il poderoso Roy dotato sin da subito dell’invidiabile cifra di 99.999 HP. Un colosso praticamente impossibile da uccidere. E infatti raramente dovrai preoccuparti dei suoi HP, quello di cui dovrai invece preoccuparti (pena il game over) è della barra di Meg. La bambina umana, infatti, non si separerà praticamente mai da Roy e questo significa che assisterà a ogni scontro del gigantesco mostro celeste.
Come potrebbe reagire una bambina nel vedere il proprio protettore, nonché amico, flagellato da colpi nemici? Semplice: piangendo. E cosa succede se Meg piange? Esatto: l’apocalisse. In termini ludici tutto ciò si traduce in modo semplice e intuitivo. Ogni volta che Roy subisce dei colpi sia la sua barra di HP che quella di Meg subiscono dei danni. Se quella di Meg si avvicina al punto critico, lo schermo inizia a tingersi di rosso – segno dell’inevitabile fine che sta per sopraggiungere.
Come risolvere una simile situazione? Abbiamo due modi: o cerchiamo di stendere l’avversario a suon di mosse (inizialmente un paio ma destinate ad aumentare) sperando di fare in tempo oppure utilizziamo una particolare categoria di oggett. Ecco, al posto di pozioni e quant’altro, qui avremo dei giocattoli. Ogni giocattolo serve a distrarre Meg, ricaricandole la barra dell’energia (e/o offrendo bonus che coinvolgono temporaneamente anche Roy). Occhio però, i giocattoli non sono utilizzabili in eterno e dovrai quindi capire quando utilizzarli (vengono però ripristinati dopo ogni lotta).
I suddetti giocattoli li reperirai in giro per il mondo e aumenteranno man mano che procederai nell’avventura. Un’avventura che, a essere onesti, sorprende più per le trovate ironiche e narrative che per il livello di sfida (tendente al ribasso e molto accessibile). Da segnalare inoltre che man mano che combatterai, i parametri di forza e difesa (unici parametri disponibili oltre agli HP) di Roy aumenteranno, così come il numero massimo di energia di Meg.
Per quanto riguarda gli attacchi di Roy, questi sono abbastanza classici e al posto degli MP abbiamo delle stelle. Le mosse più forti richiedono un determinato numero di stelle. Per ottenere tali stelle, bisogna usare gli attacchi “gratuiti” (che non richiedono stelle ma ne fanno accumulare una a turno). Spesso e volentieri, considerando il numero di giocattoli a disposizione, e quindi il concreto pericolo di far piangere Meg, dovrai calcolare bene quando attaccare e che mosse utilizzare. Tieni conto che Roy può anche difendersi per attutire i danni.
Ma non finisce qui, col progredire della trama, il gioco mostra nuove opportunità (tradotte in una serie di mini giochi) da imparare a padroneggiare. Inoltre, non bisogna sottovalutare le creature che incontreremo in un modo quasi simile a quello di Undertale (con le dovute differenze). Il tutto per un titolo che saprà regalare tante risate ma anche momenti sorprendentemente drammatici, in un’altalena che difficilmente ti terrà lontano dallo schermo.
Grafica e sonoro
Graficamente Meg’s Monster mostra un mondo in pixel colorato e discretamente caratterizzato. Se alcuni luoghi risultano spogli o anonimi, i personaggi (in particolar modo le creature) risultano tutte abbastanza dettagliate e singolari. Notevoli anche i dettagli di questi quando li si affronta in battaglia. Le animazioni, invece, tolte quelle legate all’utilizzo dei giocattoli (comunque abbastanza semplici) risultano un po’ fuori tempo riportandoci letteralmente ai tempi dei primi Pokémon (con personaggi quasi sempre statici e con pochi effetti visivi).
Il sonoro è gradevole e fa il suo lavoro da inizio alla fine senza mai risultare invadente o fastidioso. Positiva inoltre la presenza dei sottotitoli in lingua italiana garantendo così la possibilità di comprendere ogni battuta ed evento (nonostante qualche piccolo errore di traduzione).
Non sono stati segnalati problemi tecnici e anzi, Meg’s Monster si difende egregiamente in entrambe le modalità offerte dalla console ibrida Nintendo con quella portatile che, in quanto tale, risulta perfetta per la tipologia di gioco.