Men of War II è un titolo creato da Best Way e rilasciato da Fulqrum Publishing il quale, pur non essendo straordinario, riesce sicuramente a farsi piacere agli amanti del genere RTS. Un tipo di giochi che su PC abbonda da sempre, visto che i titoli simili si vedono dall’alba dei tempi e non solo, ancora oggi abbiamo degli ottimi esponenti come ad esempio Company of Heroes 3.
Peccato che alcuni piccoli difettucci, come ad esempio la IA dei personaggi e soprattutto il comparto grafico, non riescano a fargli spiccare il volo invece che relegarlo nell’oblio della mediocrità. Ma vediamo nel dettaglio che cosa abbiamo di fronte.
Bene in single player, ma con un occhio di riguardo al multiplayer
In Men of War II non aspettarti la solita atmosfera da titolo lento e super ragionato, che potresti avere da un qualsiasi RTS, infatti qui avrai un’azione molto più frenetica che ti farà respirare a fondo quello che è il campo di battaglia nella Seconda Guerra Mondiale. Questa scelta di voler dare un’impronta un po’ più “arcade” al gioco ha il suo pro e il suo contro.
Da una parte mal si sposa con tutta la parte dedicata al micromanagement e quindi ai tantissimi dettagli da scoprire in Men of War II, ma dall’altra parte c’è da ammettere che dona parecchio divertimento in più al gioco e questa cosa allarga la cerchia di possibili giocatori che si possono avvicinare al titolo, è un difetto? È un pregio? A te l’ardua sentenza.
Come ti dicevo prima il singleplayer di Men of War II è ottimo, tanto che a mio avviso rappresenta la parte meglio riuscita di tutto il titolo, visto che ha delle campagne ben realizzate, ma soprattutto ben variegate. Queste saranno tre e offrono una vasta gamma di situazioni; si va dai disperati tentativi di difesa, agli assalti su vasta scala in campi aperti, passando per missioni di scorta o incursioni notturne. Questi scenari sono perfetti se ami questo genere di titoli e sei alla ricerca di un’esperienza parecchio coinvolgente.
Men of War II un’attenzione maniacale ai dettagli
Men of War II richiede una gestione micromanagement (ovvero il gestire le proprie armate nel più piccolo dettaglio) estremamente particolareggiato. Ogni aspetto del gioco può essere controllato, ad esempio ogni unità ha il proprio inventario con armi, munizioni e strumenti, che il comandante può gestire durante la missione.
È possibile cambiare armi, raccogliere munizioni, utilizzare la fanteria per trasportare proiettili per i carri armati o l’artiglieria oltre che scambiare gli elmetti dei soldati. Lo stesso discorso vale per i veicoli i quali possono essere riparati, riforniti di munizioni o equipaggiati con nuove armi. Questa flessibilità permette di affrontare le missioni in maniera strategica, sfruttando al meglio le risorse disponibili.
Tuttavia, non tutto è perfetto. Uno dei problemi principali è l’incoerenza dell’intelligenza artificiale nella gestione delle unità, ma sopratutto nella ricerca dei percorsi ottimali per arrivare ad un determinato obbiettivo. Spesso i soldati non reagiscono adeguatamente agli ordini, rimanendo immobili anche di fronte a nemici a portata di tiro.
Questo ti costringerà a dover monitorare costantemente ogni unità, limitando la possibilità di godere appieno delle tattiche che il gioco può offrire. Anche la mancanza di allarmi che segnalino l’attacco alle unità rappresenta un grosso difetto, soprattutto considerando che il gioco vuole essere un titolo incentrato sul multiplayer.
Multiplayer che è chiaramente l’obiettivo principe Best Way sin dall’inizio in Men of War II, scelta che, aggiungerei, è assolutamente comprensibile. La community multiplayer per questo tipo di giochi è vasta oltre ogni immaginazione e capisco che gli sviluppatori vogliano soddisfare un pubblico appassionato.
Tuttavia, nonostante questo, sembra che il gioco ti voglia sempre spingere a giocare a questa modalità anche se tu non vuoi farlo e sei un pacifico giocatore da single player (che detto per un gioco di guerra, è parecchio un eufemismo). Mettiamo caso che tu sia riuscito, con impegno e dedizione, a vincere una missione in una campagna in giocatore singolo, il titolo ti premierà con una nuova unità, ma utilizzabile solo nella modalità multigiocatore.
Ad avvalorare la tesi che Best Way voglia farti giocare in multiplayer a tutti i costi, per giocare a Men of War II, dovrai essere perennemente connesso. Mossa azzardata che in passato non ha mai pagato e a parer mio è una bella scocciatura. Mettiamo caso che per un qualsiasi motivo tu non possa avere una connessione ad internet (un down, che può benissimo capitare, oppure un viaggio e ti vuoi portare dietro il tuo laptop) non potrai farti una partita in nessun caso.
Graficamente vecchiotto
Dal punto di vista tecnico, Men of War II presenta alti e bassi. Le animazioni dei personaggi umani appaiono parecchio rigide e datate, mentre quelle delle armi e delle ricariche non sono affatto convincenti, limitandosi spesso a un semplice flash proveniente dall’arma o a un soldato che muove il braccio.
Questo, soprattutto per un gioco del 2024, risulta parecchio discutibile, visto che se andiamo a controllare cosa offre la concorrenza questa ha ormai una fedeltà visiva di tutt’altro livello. Tutto da buttare? No assolutamente, infatti i carri armati risultano ben animati e dettagliati, rappresentando una delle poche note positive dal punto di vista visivo. Un altro aspetto visivo discutibile è l’interfaccia utente, con barre della salute a forma di diamante che risultano scomode e poco intuitive rispetto alle classiche barre di HP a linea, semplici ed universalmente comprese.
Nulla da dire invece per quanto riguarda il sonoro e soprattutto i rumori ambientali, i quali in un gioco di guerra, sono davvero importantissimi per potersi immedesimare ulteriormente nel titolo. Questi sono ben registrati ed effettivamente danno quella sensazione di battaglia che ti vuoi aspettare da un gioco del genere.