Metal Gear è uno dei franchise Konami di maggior successo in assoluto. Non basterebbe un libro per elencare i premi vinti nel corso degli anni dall’iconica saga marchiata Hideo Kojima. La cura e la meticolosità del game designer hanno reso ogni titolo una vera e propria opera d’arte tantoché si è arrivati addirittura a definire Metal Gear un’opera di culto.
Oltre a Silent Hill di cui recentemente si sta parlando molto uno dei più grandi successi di Konami è da sempre l’iconica serie Metal Gear.
Metal Gear, un capolavoro videoludico
Metal Gear nasce nel lontano 1987 per MSX2. La Machines with Software eXchangeability o per gli amici MSX è stata uno dei tanti elaboratori sviluppati da una compagnia giapponese, a cui Hideo Kojima deve in parte il suo successo.
Il giovane Kojima infatti, venne incaricato da Konami di dirigere quello che doveva essere uno sparatutto d’azione. La console MSX2 però aveva un hardware molto limitato, il che rendeva impossibile sviluppare giochi con più di qualche sprite su schermo. 8 sprite per la precisione.
Un gioco d’azione con un massimo di 8 nemici su schermo, non sarebbe stato per nulla credibile. Da qui la folle idea di Kojima:
Perché non sviluppare un gioco stealth invece di un gioco d’azione? Se l’obiettivo è quello di non farsi vedere non si corre il rischio di andare incontro a situazioni di frezee date dalle limitazioni della macchina. Ed ecco l’incipit di Metal Gear. Nato grazie all’immensa abilità del maestro Kojima di trasformare i problemi in opportunità.
Diamo un picccolo assaggio della trama del gioco: Ci troviamo nel 1995, precisamente ad Outer Heaven, in Sudafrica. Sta per avere inizio l’Operazione Intrusione N313: Snake, agente dell’unità FOXHOUND supportato via radio dal suo comandante Big Boss, deve infiltrarsi in Outer Heaven e distruggere “l’arma finale”, il Metal Gear.
Metal Gear per Kojima è stato un grande esperimento, un tentativo di portare qualcosa di nuovo nel mercato giapponese. In molti sottovalutano questo primo titolo, non sapendo che molte meccaniche dei successivi giochi prendono spunto proprio da questo primo capitolo.
Inutile dire che il primo Metal Gear è stato un grande successo, seppur circoscritto al solo Giappone. Se mai fossi interessato nel provarlo, devi sapere che è stato integrato sia in Metal Gar Solid HD collection, sia in Metal Gear Solid Legacy Collection.
Metal Gear Solid: l’inizio della leggenda
Il vero successo di Hideo Kojima arriva con Metal Gear Solid. L’avvento della PlayStation 1 infatti, ha a dir poco allettato il game designer. Quello che la nuova macchina targata Sony si proponeva di fare, venne vista come l’occasione di abbattere i limiti tecnici che nei precedenti titoli avevano messo un freno alla genialità del creatore.
Prende vita così Metal Gear Solid, con l’obiettivo di estendere la saga anche al di fuori dei confini giapponesi.
Stati Uniti d’America, 2005: sono passati dieci anni dalla fine di Outer Heaven. Un’unità delle forze speciali americana, nota come “FOXHOUND”, ha disertato l’esercito e sequestrato l’isola-fortezza di Shadow Moses, in Alaska. Alla minaccia di utilizzare il “Metal Gear REX”, dotato di armamento nucleare, contro il governo federale degli Stati Uniti d’America se non riceveranno i resti del leggendario soldato-mercenario Big Boss e 1 miliardo di dollari nel giro di 24 ore. Solid Snake è costretto a rientrare in azione.
Il successo di questo capitolo è a dir poco stratosferico. Le ragioni sono molteplici: il titolo in primo luogo presenta una trama intricata e ricca di riflessioni, arrivando a toccare nel cuore il giocatore, facendolo riflettere su temi sociali e profondi.
Poi vi sono i filmati e l’enorme lavoro di caratterizzazione dei personaggi, capaci d’instaurare un legame di empatia con il giocatore. Per non parlare delle boss fight innovative ed iconiche, come quella di Psycho Mantis.
Ciò che però rende Metal Gear Solid un gioco sensazionale è la continua voglia del giocatore di mettere alla prova il mondo circostante, meccanica che subirà una continua evoluzione nei titoli successivi.
Di fatto in buona parte della narrazione si cerca di abbattere il confine tra videogioco e realtà. Kojima cerca d’immergere il giocatore nella sua opera, scagliandosi contro la quarta parete che da sempre divide la platea dal palco scenico, riuscendo già in questo primo capitolo a formare qualche crepa in questo muro considerato invalicabile.
La battaglia contro Psycho Mantis ne è la prova essendo uno degli esempi più emblematici di ciò che Kojima si prefissa di fare. Il villan tra le tante abilità di cui non vogliamo spoilerarti, sfiderà il giocatore dando prova dei suoi immensi poteri psichici iniziando a leggere i salvataggi di gioco e riuscendo a intuire lo stile personale di ogni giocatore.
Psycho Mantis però è solo una piccola onda nel mare di emozioni che MetalGear Solid ci sa dare. Per tutto il corso dell’avventura il giocatore si troverà costantemente a domandarsi “ma se io facessi questo, cosa succederebbe?”. In una continua ricerca di realismo in un mondo di gioco che mai come ora ci è stato così vicino.
Altra grande peculiarità è il codec. Attraverso il codec, i personaggi di gioco potranno interagire con noi, aiutandoci o addirittura criticandoci in caso di certi comportamenti a loro non graditi!
Metal gear solid 2: Sons of Liberty
Metal Gear Solid 2 è promotore di un messaggio, un game designer in cerca di libertà, incapace però di ottenerla. Sotto le continue pressioni dei fan e di Konami sempre più ansiosi di nuovi Metal Gear.
Sons of Liberty introduce Raiden che nello stupore generale diventerà il nostro nuovo protagonista. L’avventura di Raiden prende piede a Big Shell, una piattaforma costruita in pieno oceano che nasconde oscuri segreti. Raiden dovrà salvare il presidente degli Stati Uniti, rapito da quello che sembra essere in tutto e per tutto il creduto defunto Big Boss.
Metal Gear Solid 2, uscito per PlayStation 2, è proprio ciò che si aspetta da un sequel, una completa evoluzione dei capitoli precedenti. Ancora più del titolo che lo precede, grazie a Kojima il gioco riesce a scalfire la quarta parete di cui ti avevamo accennato, riuscendo a garantire un mondo di gioco capace di rispondere al player addirittura sfidandolo.
A livello di trama, le riflessioni che ci regala il titolo che già nel 2001 riuscì a prevedere fenomeni complessi come internet, la censura e il controllo delle informazioni, questioni all’epoca considerate lontane, ma prova dell’immensa abilità di Kojima nel proporsi sempre nuove sfide.
Metal Gear Solid 3: capolavoro indiscusso
Con Metal Gear Solid 3 Kojima raggiunge la libertà da lui tanto ambita, alle redini del suo nuovo team sfida ulteriormente i suoi limiti. Questa volta non vi è nessuna pressione da parte di Konami e di conseguenza il game designer ha tutto il tempo necessario per dedicarsi completamente al suo nuovo progetto.
Metal Gear Solid 3 prende vita con uno dei trailer di lancio meglio riusciti nel mercato videoludico. Il titolo stravolge nuovamente le aspettative dei player, rivoluzionando le carte in tavola in pieno stile Kojima.
Questa volta impersoneremo il nostro acerrimo nemico: Big Boss. La sfida è quella di far entrare i giocatori in empatia con il villan per eccellenza, lo spietato mercenario senza scrupoli che ci è stato dipinto nei titoli precedenti.
In piena guerra fredda, Snake dovrà affrontare la più difficile delle sue missioni, eliminare il suo maestro macchiatosi del crimine di diserzione, per impedire lo scoppio di un nuovo conflitto nucleare.
Inutile dire che mai come in Metal Gear Solid 3 emerge la genialità di Kojima: non solo grazie ad una trama capace di commuovere e catturare anche il più restio dei giocatori, ma soprattutto per la cura presente nel mondo di gioco, reso totalmente immersivo.
Vengono implementate nuove meccaniche di sopravvivenza, Snake ora dovrà pensare a mantenersi in vita e salute, curando abrasioni, ferite d’armi da fuoco, fratture, avvelenamenti, morsi, lacerazioni e molto altro. Il gioco è ambientato infatti in uno degli ambienti più pericolosi al mondo: la giungla e si, bisognerà anche pensare a procurarsi cibo per mantenersi in vita.
Molti fan della serie trovano in Metal Gear Solid 3 il capitolo definitivo. Risulta davvero difficile trovarne dei difetti. Prima di scrivere questo articolo ci siamo solennemente promessi di non fare nessun tipo di spoiler, quindi sarebbe impossibile riuscire a raccontarti il come Metal Gear Solid 3 riesca ad abbattere finalmente la quarta parete.
Sappi questo però: non vi è mai un solo modo di battere un boss, alcuni di essi addirittura seguiranno il corso del tempo reale, morendo di cause naturali nel caso Snake si sottraesse al conflitto per lungo tempo. L’interazione con il mondo di gioco non si ferma però ai boss. Sarà infatti possibile sabotare scorte di cibo e munizioni, provocando effetti collaterali in tutto l’ambiente circostante.
Le interazioni possibili sono infinite e vogliamo lasciarti l’opportunità di scoprirle da solo. Il consiglio è di mettere costantemente alla prova ciò che ti circonda e ti assicuro che ne rimarrai sbalordito.
Metal gear solid 4: l’epilogo chiesto a gran voce
Mettere fine a ciò che hai raccontato in un decennio non è per nulla facile. Il continuare a raccontare la stessa storia per molto tempo, stanca e logora. Ed ecco che come Kojima anche Snake è invecchiato. In piena balia dei dolori e pronto a compiere la sua ultima battaglia. Fermare Liquid.
Metal gear solid 4 è l’addio di Kojima. Il titolo chiesto a gran voce e di cui il game designer non ha potuto in nessun modo sottrarsi. Una degna fine. Capace di chiudere un cerchio. Certo, lasciando qualche incognita, ma dandoci tutto ciò che ci serve per concludere il nostro viaggio.
Solid Snake diventa Old Snake ed è ormai vecchio e stanco come il suo creatore. In ogni capitolo infatti il game designer lascia una parte di sé e MGS4 non fa eccezione. Il titolo mette sotto grande pressione Kojima, ben consapevole di non potersi permettere margine d’errore dopo i capitoli precedenti.
Meccaniche di gioco riviste e fattore nostalgia fanno da caposaldo alla battaglia finale del nostro eroe. Snake riuscirà a guadagnarsi il meritato riposo?
Metal gear solid 5: il dolore fantasma e il divorzio
Mai come ora un titolo fu così azzeccato. “Dolore fantasma” è proprio quello che ogni fan ha provato durante i titoli di coda di Metal Gear Solid 5.
Un’occasione mancata, uno dei titoli più profondi e dinamici mai realizzato che però ci lascia a metà. Questo dolore fantasma si assiste per buona parte della seconda metà della narrazione, dove il giocatore viene abbandonato, analogamente ad un bambino che viene lasciato da solo dal padre che per anni l’ha sempre guidato.
Il giocatore si ritrova insieme ad un Big Boss taciturno e cupo, come se non avesse più niente da dire, come se non volesse stare con noi ma ne fosse costretto in qualche modo, incapace di trasmettere l’empatia che da sempre ha caratterizzato Kojima.
Quello che percepiamo nel gioco è però in parte frutto di un divorzio inaspettato. Hideo Kojima e Konami sotto grandi silenzi e speculazioni di varia natura tutto ad un tratto si separano. Ancora oggi non ci è dato sapere il perché di questa decisione commentata a gran voce da tutto il settore videoludico.
Un divorzio che si è consumato nel pieno dello sviluppo di MGS5 che ne ha di molto risentito. Con Kojima le cose non sono mai semplici però. Possiamo davvero definire un gioco che vanta un gameplay come quello di The Phantom Pain come incompleto?
Le possibilità derivate dalla struttura open world del titolo sono infatti infinite, la stessa missione può essere affrontata in modi del tutto diversi. Si può prediligere l’approccio stealth oppure attaccare una postazione armati fino ai denti. Al giocatore viene fornita una meta, il come raggiungerla spetta solo a lui.
Come se non bastasse anche in Metal Gear Solid 5 la profondità di gioco non manca, i nemici sapranno infatti adattarsi a seconda del tuo stile di gioco. Sei un inarrestabile cecchino? Benissimo, i soldati inizieranno ad indossare caschi ed elmetti antiproiettile rendendo vana la tua precisione. Prediligi un approccio stealth? Le ronde verranno intensificate e così via…
Tutta questa cura, aggiunta al fatto di potersi sviluppare da zero il proprio esercito privato, hanno letteralmente spaccato i fan in due. C’è chi è disposto a passare sopra la carenza di trama giustificandola come secondaria in un mondo di gioco così complesso e poi c’è chi invece avrebbe preferito la classica narrazione alla Kojima, guidata da lunghi dialoghi e filmati iconici.
Metal Gear è un universo vasto
Un’importante precisazione che ci teniamo a fare è la seguente: quello di cui abbiamo parlato è soltanto un piccolo scorcio nel mondo di Metal Gear. Per chiari motivi abbiamo speso due parole solo sui titoli principali, ma sono presenti anche titoli nati inizialmente per console portatili come Metal Gear Solid Peace Walker per PSP, del tutto validi e che ti consigliamo di giocare.
Il mondo a cui Hideo Kojima ha dato vita è talmente vasto che sarebbe impossibile racchiuderlo completamente in un articolo.