Auguri a tutte le mamme da parte di iCrewPlay!
Abbiamo deciso di dedicare un articolo a questa giornata a modo nostro, ovvero facendo riferimento al mondo dei videogiochi e alla sua profondità che tanto ci fa emozionare.
Anche la maternità, infatti, ha un posto importante nell’universo videoludico: questo concetto viene utilizzato in maniera sempre differente, incarnato da alcune precise figure che sono rimaste impresse nel cuore di molti di noi.
Ho deciso, non a caso, di fare riferimento a Metal Gear Solid: oltre ad essere probabilmente la saga più complicata della storia dei videogiochi, il capolavoro di Hideo Kojima mette al centro tante tematiche profonde, inerenti a filosofia, arte, scienza, politica, guerra. Strano ma vero, in mezzo a tutto questo troviamo anche la maternità.
Le due facce di una madre in Metal Gear Solid
Sono due le protagoniste femminili materne che risaltano di più nella saga di Kojima: EVA e The Boss. Entrambe donne, entrambe legate a figure maschili che definiscono come figli, entrambe potentissimi personaggi in grado di cambiare il destino della storia.
Sia The Boss che EVA, infatti, si sono imposte nell’immaginario comune grazie alla loro forza di volontà: non sono solo madri, ma anche figure femminili forti e indipendenti, per nulla banali. Tuttavia, allo stesso tempo riescono a trasmetterci la loro fragilità, le loro insicurezze.
EVA: l’archetipo materno
Se si pensa al ruolo rivestito dal personaggio di EVA all’interno della saga, allora apparirà più che chiara la scelta del suo nome. Nell’immaginario biblico, infatti, Eva è la prima donna, l’archetipo assoluto della femminilità; di conseguenza, è stata la prima madre della storia, la prima creatura umana in grado di portare in grembo un figlio.
Nella saga di Kojima, EVA è la spia che si innamora di Big Boss nel corso degli eventi di Metal Gear Solid 3. Affascinata dal suo carisma e dalla sua storia, EVA svelò il proprio amore a John; tuttavia, sapeva di non potere rimanere con lui come avrebbe voluto. EVA era infatti una spia doppiogiochista che lavorava in segreto col Governo cinese per impossessarsi dell’Eredità dei Filosofi.
Impossibilitata a mostrare i propri sentimenti, EVA fuggì. Tuttavia, dopo avere saputo del piano di Zero di creare un clone di Big Boss tramite un ovulo fecondizzato, EVA non ci pensò due volte: voleva essere la madre “surrogata” dei futuri figli di John, l’unico uomo per cui sia mai stata in grado di provare un amore sincero, lontano dalle mille maschere della guerra.
EVA è, insomma, colei che permette l’esecuzione del progetto Les Enfants Terribles, il piano che genererà i figli di Big Boss e che darà il via a tutti gli avvenimenti principali della saga. Si potrebbe quindi davvero dire che EVA è l’archetipo della madre, colei che “partorisce” a tutti gli effetti i futuri avvenimenti della storia.
Nonostante possa essere definita una madre “surrogata”, EVA decise di non considerarsi tale. Solid Snake e Liquid Snake, i due gemelli portati con sé per nove mesi, vengono visti dalla donna come dei figli a tutti gli effetti. Non importano gli esperimenti né gli intrighi nascosti dietro questa scelta: EVA amò i suoi figli come una qualunque altra madre.
Non mi importava se eravate dei cloni o se il vostro DNA fosse stato manipolato. Tu e Liquid siete nati nella stessa maniera di qualunque altro bambino: dal grembo di vostra madre.
A EVA non viene concessa la possibilità di dimostrare amore ai propri figli: Liquid e Solid vengono infatti immediatamente addestrati dai Patriots, manipolati e utilizzati a scopi bellici come i perfetti cloni del più grande soldato del XX secolo.
Tuttavia, EVA non smise mai di alimentare quel bruciante amore che solo una madre è in grado di provare. Per tutta la vita continuò a pensare a loro, ai figli dell’unico uomo che avesse mai veramente amato.
The Boss: l’eredità materna
A prima vista, The Boss sembra essere una sorta di “madre mancata”: suo figlio Adamska (conosciuto come Revolver Ocelot) le venne infatti portato via il giorno stesso della nascita, avvenuta durante il famigerato Sbarco in Normandia (6 giugno 1944). Come sempre, Metal Gear Solid ci fa fare i conti con la terribile realtà della guerra.
L’eroina della Seconda Guerra Mondiale venne insomma privata della propria maternità: i Filosofi le strapparono ciò che aveva di più caro, segnandola a vita non solo fisicamente (il parto le provocò una ferita lungo la pancia) ma anche emotivamente. Da quel giorno, The Boss non si sentì più in grado di amare.
The Joy (il vecchio nome in codice di The Boss) fu infatti costretta a uccidere The Sorrow, il padre di Adamska nonché l’uomo con cui aveva condiviso ogni gioia e ogni dolore (in Metal Gear Solid nulla è un caso, nemmeno l’assegnazione dei nomi). I Filosofi, infatti, avevano minacciato di uccidere il bambino nel caso in cui i genitori fossero sopravvissuti entrambi.
The Boss uccide la persona amata per salvare la vita del proprio figlio; tuttavia, quest’ultimo non scoprirà mai la verità sulla vera identità della madre, né a lei sarà permesso dirlo. L’eroina chiude così il proprio cuore e la propria anima, pensando di avere perso per sempre la possibilità di donare un briciolo di amore materno.
Inaspettatamente, l’incontro con John la salvò: costui, il futuro Big Boss, verrà infatti allevato da The Boss come un figlio. Non solo l’eroina passò al giovane soldato tutte le proprie conoscenze belliche, di sopravvivenza, di combattimento e adattamento alle circostanze più ostili; gli passò emozioni, sentimenti, visioni di vita, filosofia di crescita, uno scopo per cui stare al mondo.
The Boss riuscì, grazie a Big Boss, a dimostrare di potere essere una madre; lo stesso John, in un dialogo fondamentale con EVA, ammette che la sua mentore was like a mother. Tutte le scene di Metal Gear Solid 3 che includono Big Boss e The Boss si fondano proprio sull’idea che quest’ultima ha reso John il più grande lascito che poteva lasciare al mondo.
Ti ho cresciuto. Ti ho amato. Ti ho dato le armi, ti ho insegnato le tecniche, passato le mie conoscenze. Non c’è nient’altro che io possa darti.
“Metà di me stesso appartiene a The Boss”, ribadisce Naked Snake. L’eroina del XX secolo riuscì insomma a scuotere il proprio cuore, liberandolo dalla disillusione, per poi approdare a un nuovo livello di amore: quello di una madre che, pur non essendo biologicamente tale, lo diventa grazie alle proprie azioni.
Conclusioni
Nella saga di Metal Gear Solid, EVA e The Boss sono due facce della stessa medaglia: una è la madre biologica assoluta, l’altra la madre adottiva. EVA ama profondamente i propri figli ma le viene impedito di dimostrare questo affetto per via degli eventi della storia; dall’altra parte, The Boss chiude il proprio cuore dopo avere perso l’unico figlio biologico, per poi riaprirlo di fronte a Big Boss.
Quest’ultimo è il personaggio che lega entrambe le figure femminili: se EVA si è innamorata di Big Boss, è stato sicuramente anche grazie agli insegnamenti che The Boss gli aveva dato. Era stata proprio lei a renderlo l’uomo in cerca di ideali e armato di carisma, capace di attirare a sé Zero, Ocelot, Miller, diventando forse il personaggio più importante di Metal Gear Solid.
In ogni caso, EVA e The Boss incarnano due concezioni di maternità opposte ma complementari: da un lato la madre biologica, che dona la vita tramite il proprio corpo e che per nove mesi condivide ogni singolo respiro con la propria creatura; dall’altro lato la madre adottiva, che grazie alle proprie azioni e all’affetto più genuino riesce a donare a un bambino un immenso amore, perfettamente equiparabile a quello di una madre biologica.
Entrambe le donne sono state così in grado di crescere, educare, amare: sono state delle madri a tutti gli effetti, di quelle che sarebbero disposte a dare la vita per i propri figli. The Boss morirà proprio per mano di Big Boss, mentre EVA esalerà l’ultimo respiro tra le braccia di Solid Snake: il loro lascito si completa, il loro ruolo di madre termina, ma il loro amore dura per sempre.