Era il 13 giugno 2017 quando, durante l’evento E3, Nintendo annunciava quello che avrebbe dovuto essere uno dei progetti di punta per la console immessa sul mercato dalla casa di Kyoto appena tre mesi prima, Nintendo Switch. Il gioco in questione era Metroid Prime 4, ed è stato presentato con un breve video nel quale veniva mostrato il nuovo capitolo della serie. A sette anni di distanza questo è, ancora oggi, l’unico trailer che è stato mostrato riguardante il titolo.
A conferma del fatto che il gioco fosse effettivamente in fase di sviluppo, venne presto alla luce che Retro Studios, la società texana che ha realizzato la trilogia originale di Metroid Prime per GameCube e Wii, non fosse coinvolta nello sviluppo del nuovo capitolo. Fu, però, annunciato che il produttore originale di Metroid Prime, Kensuke Tanabe, avrebbe preso parte allo sviluppo del gioco.
Per i successivi due anni non si sono, sostanzialmente, più avute notizie sul nuovo capitolo di Metroid. Nintendo ha sempre continuato a ripetere che lo sviluppo del gioco stava procedendo, ma nel corso degli anni la situazione è apparsa molto più problematica del previsto.
Metroid Prime 4: uno sviluppo estremamente travagliato
Che lo sviluppo del quarto episodio della saga non stesse procedendo in maniera ottimale è stato innanzitutto reso evidente dal fatto che, nel 2019, si è verificato un cambio radicale nel team di sviluppo. In questo anno, il responsabile sviluppo presso Nintendo Shinya Takahashi annunciò che lo sviluppo di Metroid Prime 4 era, sostanzialmente, ripartito da zero.
Takahashi, infatti, ringraziò i fan per l’entusiasmo e il supporto fornito, spiegando che “gli attuali progressi nello sviluppo non hanno raggiunto lo standard che cerchiamo in un seguito della serie Metroid Prime“: per questo motivo hanno deciso di eliminare quella versione e di ricominciare lo sviluppo del gioco fin dal principio. Per lavorare alla nuova versione sono stati richiamati gli sviluppatori della trilogia originale, Retro Studios. Anche Kensuke Tanabe è rimasto parte del team di sviluppo, mentre al progetto cancellato sembra che stesse lavorando Bandai Namco.
Proprio il fatto che Retro Studios fosse tornato alle redini del progetto ha contribuito a mitigare la delusione dei fan. Poco dopo la ripartenza del progetto hanno cominciato ad apparire annunci di lavoro, che confermavano la volontà dello studio texano di ripartire da zero con lo sviluppo del gioco, accantonando, dunque, qualsiasi lavoro già svolto in precedenza.
Nel giugno dello stesso anno, Retro Studios era ancora alla ricerca di un direttore artistico per il progetto, con l’ex modellatore di personaggi di Halo Kyle Hefley che si sarebbe unito allo studio entro ottobre. L’anno successivo, invece, è stato assunto per lavorare alla nuova avventura di Samus Aran anche Dylan Jobe, director di Warhawk e sviluppatore con esperienza nel campo di FPS del calibro di Doom, Twisted Metal: Black e Call of Duty: Modern Warfare Remastered.
Durante il Nintendo Direct dell’E3 2021, quello in cui è stato rivelato Metroid Dread, la società ha affermato che stava ancora “lavorando sodo” sul nuovo capitolo della serie Prime, ma non ha fornito ulteriori aggiornamenti. L’unica novità degli ultimi tre anni riguarda il fatto che Nintendo ha ufficialmente aperto una pagina sul proprio store dedicata al gioco, seppure questa sia ancora priva di qualsiasi contenuto. La speranza è che, nel minor tempo possibili, arrivino notizie più consistenti rispetto a quest’ultima.