Sempre più giochi ci spingono ad esplorare l’ignoto, a scavare nel buio delle caverne e a trovare minerali preziosi.
Da Spelunky a Cave Digger, abbiamo collezionato ore e ore di brillanti esplorazioni, senza dimenticare il sempreverde Minecraft, con la sua lava, i suoi scheletri e tanti altri pericoli.
In questo panorama si inserisce Miasma Caves, un indie sviluppato da Windy Games che possiede qualche asso nella manica per emergere dalla massa di titoli che escono ogni giorno su Steam.
Toan, sei tu?
La trama è molto elementare ma è un semplice pretesto per iniziare a scavare come un matto.
Il nostro personaggio si chiama Lesath, una ragazza drago, intenta a esplorare la caverna vicino alla sua casa con lo scopo di ingrandire il proprio villaggio (qualcuno ha detto Dark Cloud?) vendendo i tesori trovati durante le numerose esplorazioni.
Questo è tutto. Il titolo non presenta stravolgimenti, continuazioni o un vero e proprio finale; semplicemente gli sviluppatori ci spiegano perchè questa strana ragazza con capelli blu e la coda squamata si aggiri in strane miniere create proceduralmente.
Scava, Vendi e… Scava!
Il gameplay è semplice come la trama e può essere diviso in due fasi:
La prima fase consiste nell’esplorare una strana caverna nei pressi del villaggio di Lesath con lo scopo di trovare più pietre preziose e tesori possibili.
Nella seconda fase dobbiamo vendere il bottino ottenuto al mercante del villaggio e spendere il ricavato in strumenti utili all’esplorazione come torce, picconi e bombe o possiamo investire il denaro nel villaggio aumentando la fornitura del mercante o migliorando le altre strutture.
Nella fase esplorativa, Miasma Caves sbaglia quasi tutto. Il gioco ci spiega che dobbiamo trovare gemme picconando le pareti della grotta ma il 99% dei minerali lo possiamo trovare posti con delicatezza sul terreno rendendo inutile scavare o cercare tesori nascosti.
Altro elemento fastidioso è la durata degli strumenti. Il piccone distrugge una roccia di piccole dimensioni in tre colpi ma si deteriora velocemente obbligando il giocatore a scavare con le mani, molto più lente del piccone, trasformando un’allegra esplorazione in momenti noiosi e frustranti.
Le grotte sono create proceduralmente rendendo diversa ogni esplorazione ma non è per niente divertente.
L’interno della caverna può essere molto basilare con un corridoio centrale e qualche stradina laterale o ultra complesso con diversi piani, strade nascoste e buchi da cui è possibile cadere e non tornar e più su.
Alcuni strumenti vengono in nostro aiuto ma sono bilanciati male; la torcia emette una flebile lucina e si consuma in pochi secondi mentre per ritrovare l’uscita si possono posare a terra piccole pietre luccicanti, molto utili ma troppo costose e con una caratteristica: possono essere “mangiate” da piccoli slimes che vagano per la mappa.
Proprio questi “budini” verdi sono l’ennesimo problema del gioco. Creare nemici che possono deteriorare o addirittura mangiare gli strumenti del giocatore è un’ottima idea, peccato che il gioco è stato definito dagli sviluppatore come un “roguelike pacifista” e grazie a questa idea, non possiamo colpire o eliminare queste creature lasciando al caso il destino delle nostre pietre luminose posate a terra per trovare l’uscita.
Noi non possiamo recare danno a nessuna creatura ma… possiamo morire.
Salti da posizioni troppo alte, pareti che crollano e pietre in caduta libera possono uccidere Lesath facendole perdere tutti gli elementi del suo inventario, ad eccezione degli strumenti di scavo.
Anche questo non è un vero e proprio problema, quasi tutti i giochi hanno un sistema di “punizione” simile, peccato che in Miasma Caves perdiamo anche le monete obbligandoci a pregare di trovare una grotta semplice senza bisogno di corde per scendere o picconi per le rocce più dure.
La fase di vendita e acquisto nel villaggio è noiosa ma soprattutto inutile. Gli strumenti sono inutili poichè si spaccano dopo poco tempo mentre fare l’upgrade dei vari mercanti risulta poco vantaggioso perchè le migliorie riguardano semplici sconti o nuovi strumenti poco validi.
Rettangoli neri, rettangoli neri ovunque
Non mi aspettavo una grafica all’avanguardia e nemmeno la volevo.
Il comparto grafico deve essere in linea con lo stile del gioco e, molte volte, un design a 8-bit è molto più affascinante di texture a 4k su un gioco che di realistico non ha nulla.
Grafica semplice o grafica pessima però, sono due cose diverse.
Miasma Caves non brilla certo per il comparto grafico ma presenta errori giganteschi. Le ombre nella caverna sono assenti e rimpiazzate da rettangoli neri e le texture del protagonista sono troppo semplici.
Il villaggio è semplice ma quello che mi ha colpito maggiormente è l’interazione con gli NPC.
Non mi aspettavo un mondo vivo e pulsante ma è triste vedere in un gioco del 2019 i personaggi non giocanti posti davanti alle varie capanne con lo sguardo fisso in avanti e con nessun accenno di animazione, nemmeno quando si interagisce con loro.
Un grande problema è causato anche dalla mancanza di settaggi nelle impostazioni. Il mio PC con gpu AMD non rilevava come gioco Miasma Caves impedendo di sfruttare la scheda grafica dedicata. Il risultato? Appena Lesath usciva dalla caverna, il gioco scendeva sotto i 10 fps ed ero costretto a camminare guardando in basso per non appesantire il carico della scheda grafica (Morrowind docet).
Sono conscio del fatto che il problema è dovuto al mio computer e al non poter far partire il gioco con la scheda grafica dedicata ma la mancanza di settaggi modificabili possono essere un problema per molti giocatori occasionali che usano il pc semplicemente per giocare ad indie ed altre piccole perle non presenti nel mondo console.
Miasma Caves si piazza come un titolo dai due volti. Quale lato avrà prevalso sull’altro?