La società di moderazione di contenuti e interazioni online, Two Hat, è stata appena acquisita da Microsoft dopo una collaborazione durata anni.
L’ultima acquisizione in ordine di tempo della casa di Redmond – al lavoro per migliorare le funzionalità di Xbox Series X/S e dell’intero ecosistema – non è quindi una blasonata software house in grado di piazzare vendite e nuovi giochi in tutto il mondo in stile Bethesda deal, e neppure un colosso dell’intrattenimento o del mondo social come per i passati tentativi della compagnia di acquistare Pinterest o Tik Tok.
Microsoft acquista Two Hat per moderare Xbox Series X/S e l’intero ecosistema. E’ un bene?
La società denominata Two Hat è stata fondata 10 anni fa da un ex-addetto alla sicurezza per conto di un altro colosso dell’intrattenimento, ossia Disney. Negli ultimi anni si è occupata di supportare Microsoft nella gestione e miglioramento delle community gaming e follower della grande M su console e non solo, ma adesso sembra che la direzione annunciata tempo fa dall’Head Phil Spencer – un gaming sicuro e la tolleranza zero per i contenuti tossici e/o dannosi – stia facendo un passo in avanti importante.
L’obiettivo, spiega Dave McCarthy, Head degli Xbox Product Services, è quello di potenziare la capacità della compagnia di creare giochi first party con una componente multiplayer o di interazione fra gli utenti che sia sicura e divertente per tutti.
Questo per facilitare la gestione di tali interazioni e al contempo evitare i contenuti dannosi: un risultato possibile – una volta che nuove tecnologie entreranno in una fase di attuazione concreta – in un software di controllo automatico dei contenuti delle chat, capace anche di “bippare” eventuali parolacce o contenuti verbali (e ovviamente di testo) offensivi, in stile trasmissioni broadcast.
Ora, chi scrive è un fermo sostenitore della non-censura, ma è pur vero che gli utenti tossici su Xbox Live (ora chiamato Xbox Network) come pure e forse più su altri ecosistemi come quello PlayStation sono parecchi, e più o meno tutti i giocatori assidui avranno potuto sperimentare quanto sia fastidioso averci a che fare. Quindi la direzione intrapresa da Microsoft è positiva? Proviamo ad analizzare la cosa sotto due diversi punti di vista.
Pro: impiego di Two Hat per fermare i giocatori tossici
Le moderne tecnologie di moderazione allestite per vigilare sulle community sono assai complesse, e coprono un ventaglio di opzioni e campi di intervento molto più vasto rispetto alle sole chat di testo e verbali.
Ad esempio, è possibile rendersi conto tempestivamente di condotte scorrette tanto su una Xbox Series X/S o Xbox One quanto su PC e dispositivi mobile, tramite supervisione e individuazione di fenomeni di hacking e cheating (di cui, anche in questo caso, molti giocatori danno testimonianze identiche (all’interno della community di un determinato gioco) per non parlare di reali minacce e persecuzioni verbali o tramite l’azione di prendere di mira in modo specifico e insistente un determinato giocatore.
L’uso di cheat e tecniche come la disconnessione a comando da parte di chi li utilizza (o peggio l’atto di interferire con la connessione al gioco da parte di un avversario, come avviene tristemente nella componente online di Metal Gear Solid 5 in alcuni casi) sono una vera piaga che può arrivare a mutilare una esperienza di gioco, soprattutto se si ambisce a competere ai massimi livelli e quindi a scalare classifiche mondiali.
Sotto questo aspetto è un bene che società come Microsoft e Sony cerchino di fare qualcosa, per migliorare l’esperienza di gioco online, anche investendo in società esterne come Two Hat.
Ho già accennato in passato in alcuni miei articoli di come le limitazioni dei contenuti nel gaming debbano essere viste con sospetto a priori – data la corrente cultura dominante improntata al disgustoso politically correct – quando si tratta di elementi “scomodi” come nudità, linguaggio scurrile o violenza all’interno di giochi pensati, tuttavia, per essere fruiti esclusivamente da giocatori adulti.
Ma in questo caso l’argomento è più specifico e le motivazioni per intervenire ci sono davvero. Solo lati positivi dunque? non proprio…
Contro: la moderazione dei contenuti online e i rischi per i giocatori
Il punto di obiezione più ovvio che viene in mente pensando alle “controindicazioni” di una moderazione online attiva – o in generale di qualunque tipo – è la limitazione per gli utenti e un eventuale disagio nel corso di una conversazione o interazione online durante un gioco multiplayer.
Dopo tutto, per quanto questi strumenti possano essere sofisticati (e Two Hat è specializzata da diversi anni in questo settore), esiste un margine di errore legato ad esempio alla diversa pronuncia di utenti provenienti da aree geografiche diverse (come i dialetti italiani ad esempio).
La cosa si complica se una persona parla una lingua straniera senza padroneggiarla al 100% (e chi padroneggia al 100% una qualunque lingua?) compiendo inevitabilmente degli errori nei termini utilizzati che potrebbero anche somigliare a parolacce e simili.
Per non parlare del timore – giustificato a mio parere – circa il diritto alla privacy che i giocatori devono veder rispettato, difficilmente conciliabile con un sistema che registra tutte le nostre frasi al fine non solo di apporre un disturbo sonoro per dissuadere condotte scorrette, ma probabilmente di punire i responsabili a seguito di un “enforcement” ossia un provvedimento disciplinare che parte con la denuncia di molestie o volgarità, o altre condotte negative, da parte di chi in genere le ha subite.
Insomma, durante una sessione di gaming con amici da tutto il mondo, potrei discutere con loro in lingua inglese, sbagliare una pronuncia e dire qualcosa di simile a un insulto, venir magari frainteso, subire un report e successivo provvedimento disciplinare punitivo basato su un sistema automatico. Non esattamente una situazione ideale, non credi?
Tale eventualità, tuttavia, una società specializzata come Two Hat dovrà già averla presa in considerazione, o almeno è ciò che ci possiamo augurare.
La moderazione online: i campi in cui Xbox dovrebbe migliorare
Un sistema di moderazione come quello che Microsoft, evidentemente, sta cercando di costruire anche tramite acquisizioni importanti, dovrebbe tenere conto di ogni aspetto della community attuale, cosa che avverrà: almeno nelle intenzioni dichiarate dalla compagnia.
Xbox network è, a mio parere, un ambiente molto sfaccettato e in cui è possibile divertirsi anche senza giocare: le molte opportunità offerte per socializzare (notevolmente più numerose rispetto all’ecosistema PlayStation che anche io utilizzo) possono e devono essere gestite meglio, con infrastrutture che ancora, purtroppo, non esistono (motivo per cui Microsoft ha acquistato Two Hat).
I club, ad esempio, hanno già un complesso sistema per filtrare gli ingressi (con indicazione dei limiti di età, requisiti per accedere, argomenti e tipo di linguaggio consentiti etc.) ma sta alla discrezionalità del proprietario decidere quali contenuti ammettere e quali no.
Tuttavia, poiché a volte utenti davvero poco assennati possono pubblicare contenuti inadeguati sui club sbagliati (come facciano ad aggirare i veti di Microsoft sull’importazione di contenuti dall’esterno dell’ecosistema è un mistero) il proprietario del club potrebbe facilmente subire un enforcement da parte della compagnia per causa d’altri (cosa che si è verificata moltissime volte, portando la community a perdere numerosi giocatori anche all’interno del programma Xbox Ambassadors).
Il problema potrebbe essere risolto, se vi fosse un’apertura ai contenuti provenienti dall’esterno con alcune limitazioni (ossia qualsiasi contenuto pornografico che sia estraneo agli stessi giochi fruibili su console Xbox e sull’intero ecosistema) lasciando agli utenti la libertà di pubblicare contenuti “pruriginosi” o particolarmente forti sui club, che tuttavia vanno moderati accuratamente attuando un sistema che davvero vigili sull’accesso di chiunque (bambini compresi) all’interno di club di qualsivoglia natura.
Ovviamente, non è possibile neppure per Two Hat impedire che un bambino possa accedere online a un club di contenuti violenti o sessualmente espliciti in Xbox Network o altrove, spacciandosi per adulto;
Ma ciò che si più fare è inserire dei disclaimer che richiamino gli adulti alla responsabilità e vigilanza, e al contempo proteggano i possessori di club che non lesinano le “clip” e le “pic” di giochi come Dead or Alive, Cyberpunk 2077 o Conan Exiles solo per citarne alcuni.
Viceversa, diventa inevitabile subire denunce ed inappellabili punizioni per via di accessi di minori al club indicato come 18+, con conseguente necessario enforcement da parte di Microsoft.
Insomma, ben venga una moderazione dei contenuti delle chat su Xbox Series X/S e sull’intero ecosistema Xbox grazie a Two Hat, se fatta con intelligenza, rispettando la privacy di chi parla in chat il più possibile e chiarendo i rischi in tal senso agli utenti.
Di certo va evitato il tragico epilogo che avremmo se scattasse una “caccia alle streghe” che blocchi i contenuti per adulti nella socialità dell’ecosistema Xbox (o di altre compagnie) ivi inclusi commenti goliardici “piccanti” fra giocatori che si conoscono, e sanno di poterselo permettere.
I contenuti in sé non possono essere limitati o castrati, poiché ne deriverebbe una inaccettabile censura: a cambiare deve essere un sistema che deve evolversi insieme all’uso che di fatto gli utenti ne fanno, affidandosi all’automazione per limitare casi di condotte offensive e inaccettabili, senza prescindere però né dalla supervisione umana razionale (come affermato dalla stessa Microsoft nel suo regolamento agli utenti) ne dal rispetto della privacy.
La speranza di chi scrive, è quindi che l’esperienza degli operatori di una società importante come Two Hat possa andare in questa direzione, rendendo l’ecosistema Xbox un luogo sicuro e accogliente per ogni tipologia di giocatore e di social fan, tranne che per chi è aggressivo, molesto o antisportivo in modo palese, causando oggettivamente disagio e violazione delle regole di comportamento già fissate dalla casa di Redmond.
In attesa di vedere cosa effettivamente la grande M avrà in serbo per noi giocatori – e l’evoluzione del sistema di gioco e connessioni online di Xbox – puoi rivedere di seguito il nuovo trailer della campagna di Halo Infinite, che preannuncia un gioco davvero da vivere: