I dazi proposti dall’amministrazione Trump verso la Cina hanno fatto arrabbiare molti esponenti della politica internazionale, così come molte aziende e realtà economiche importanti. L’ultimo trio a scagliarsi contro il possibile aumento del 25% per l’importazione di materiale prodotto tra Shangai e Pechino è quello composto da Sony, Microsoft e Nintendo.
I colossi del gaming hanno deciso di firmare un comunicato a sei mani dove si dichiarano contrari a questa possibile tassazione e all’impatto che potrebbe avere sull’intero ecosistema dei videogiochi. La questione è semplice: il 96% delle console dei tre player più importanti dell’intera industria è infatti prodotto in Cina e l’approvazione di questa tassa rischierebbe di ferire i consumatori, l’intera catena retail e i lavoratori, che sarebbero al centro di eventuali piani aziendali di riassesto. Sony, Microsoft e Nintendo capiscono l’importanza di preservare la proprietà intellettuale targata USA ma non a questi compromessi.
Si tratta di una situazione molto complessa, visto che ogni console è composta da dozzine di componenti che provengono da diverse parti del mondo. “Anche il cambiamento in un singolo fornitore può portare a un rischio di qualità produttiva”, specificano Sony, Microsoft e Nintendo in chiusura del comunicato congiunto, che suona come un campanellino d’allarme nei confronti dei consumatori e di tutti gli organi coinvolti nella produzione e nel lancio di nuovo hardware. Insomma, l’amministrazione di Trump da oggi ha un nuovo oppositore, con un peso decisamente specifico non solo a livello statunitense ma soprattutto globale.
Un caso certamente spinoso che rischierebbe di aggravarsi ancora di più se l’emendamento dovesse passare in via definitiva. Il 2020 infatti segnerà l’arrivo di Project Scarlett e PlayStation 5, con conseguenze ancora da valutare. E scenari, ovviamente, solamente ipotizzabili allo stato attuale. Ma appare piuttosto chiaro che i tre colossi dell’industria stiano cercando in tutti i modi di scongiurare anche solo il minimo cambiamento e probabilmente questo comunicato è solamente l’inizio: Sony, Microsoft e Nintendo saranno sicuramente pronte a scendere in campo, anche con azioni forse più forti rispetto a questa.