Il recente successo della serie di Monster Hunter, insieme all’hype generato per un atteso sesto capitolo (si spera imminente) potrebbe averti fatto venire voglia di provare la saga per la prima volta. Magari, però, hai sentito dire che cacciare i mostri è un lavoro difficile e ti stai chiedendo quale sia il capitolo migliore per diventare un cacciatore di mostri.
Per fortuna, la risposta è semplice: Monster Hunter World. Questo capitolo, infatti, ha saputo coniugare le meccaniche di gameplay più care ai cacciatori di mostri vecchia scuola, con un’accessibilità che lo rende il miglior punto di ingresso per chi si avventura per la prima volta nel selvaggio mondo di caccia. Parliamo quindi di un ottimo “primo capitolo” della serie, che permette di avere un feeling di ciò che la caratterizza, senza però fare i conti con meccaniche che oggi sarebbero antiquate.
Sia chiaro, non stiamo parlando del capitolo migliore di sempre, anche se per molti giocatori è così, ma di quello più adatto per avvicinarsi alla saga. Di quello più accogliente, per così dire, che però non si discosta troppo da cosa ha reso speciale Monster Hunter.
Perché iniziare da Monster Hunter World
Un primo tratto distintivo che rende questo capitolo a suo modo diverso dagli altri è la narrativa più coinvolgente, se paragonata a quella degli altri. Nonostante il cavallo di battaglia del gioco resti sempre il gameplay nudo e crudo, Monster Hunter World propone una narrazione affascinante, che poco alla volta mostra al giocatore il mondo di gioco e i suoi mostri. E se questo non è abbastanza…sappi che troverai anche piccole collaborazioni con sottotrame dedicate, come quella di Final Fantasy XIV o di The Witcher.
Ma ciò che rende Monster Hunter World un punto di ingress0 ” accogliente” è la revisione del sistema di combattimento, che si traduce in una maggiore accessibilità per i neofiti della serie. Gli sviluppatori hanno infatti snellito molte meccaniche, introducendo nuovi elementi e rimuovendone altri, arrivando a un risultato straordinario: rispetto al passato, le animazioni sono più fluide, i comandi più responsivi, e alcune delle barriere complesse che potevano scoraggiare le nuove leve sono state eliminate o notevolmente semplificate. Basti pensare alla possibilità di raccogliere minerali senza acquistare ripetutamente picconi da aggiungere all’inventario.
Un sistema di combattimento, peraltro, che passa da un tutorial ben strutturato. Un elemento per niente scontato nella serie. Questo non è solo un modo per insegnare le basi all’inizio dell’avventura, ma funge anche da introduzione progressiva alle sfide più avanzate di Monster Hunter World. Il titolo, infatti, propone un apprendimento graduale delle meccaniche di gioco, introducendo il giocatore a mostri progressivamente più difficili da cacciare e costringendolo poco alla volta a giocare “tatticamente”, prendendo in considerazione il moveset della sua preda di turno. In pratica, ci troviamo davanti a una curva di difficoltà molto meno ripida che in passato.
E se ancora questo non ti basta, sappi che Monster Hunter World riesce a proporre anche un comparto esplorativo degno di questo nome. Gli sviluppatori hanno creato un ecosistema vasto e vivo che va ben oltre le semplici arene di caccia dei precedenti capitoli. Ogni regione, dalla foresta iniziale alle distese ghiacciate di Iceborne, è un mondo a sé stante ricco di dettagli. Le mappe divise in zone lasciano quindi il posto a open map davvero vive, dove sfruttare lo scenario per agguati, per utilizzare trappole ambientali, oppure per istigare due mostri l’uno contro l’altro.
Peraltro, la diversità degli ambienti non è solo estetica ma gioca un ruolo fondamentale nella caccia stessa. Ogni regione presenta caratteristiche uniche, richiedendo ai giocatori un minimo di adattamento alle diverse condizioni dell’ambiente circostante. Potresti, per esempio, aver bisogno di craftare e utilizzare una bevanda calda per resistere al freddo.
Un concetto, questo, che proseguendo nell’avventura viene traslato anche ai mostri stessi. Ogni creatura è a suo modo unica nel suo comportamento e nel suo modo di combattere. Alcuni mostri richiedono semplicemente l’apprendimento del loro moveset, mentre altri impongono la creazione di equipaggiamento specifico per contrastare abilità particolari. Una variante del Paolumu, per esempio, diventa più semplice con un’armatura che garantisce resistenza al sonno e, allo stesso modo, altri mostri possono essere sconfitti più facilmente tenendo in conto le loro abilità. La varietà dei mostri offre quindi una sfida continua, senza mai rendere Monster Hunter World ripetitivo.
E che dire del tipico loop di gameplay della serie? Sconfiggi un mostro, raccogline i materiali e crea armi e armature più potenti di quelle attualmente equipaggiate, per poi sconfiggere mostri a loro volta più difficili…e utilizzarne i materiali per nuovo equipaggiamento. Quest’ultimo, peraltro, comprende molte classi di armi, tutte con meccaniche uniche e dallo skill ceiling più o meno elevato. Potresti partire dalla semplicità di spada e scudo, per poi spostarti ad armi più complesse come la Spadascia, oppure andare verso armi a lungo raggio come l’arco o la balestra pesante.
Menzione d’onore, infine, allo splendido comparto tecnico, ancora oggi il più rifinito della serie, che a sua volta contribuisce a rendere il mondo di gioco vivo, il gameplay fluido e l’esperienza così immersiva. L’arrivo su console fisse, infatti, ha giovato enormemente alla saga, che in Monster Hunter World vanta un’estetica e un dettaglio davvero eccezionali.
In conclusione, Monster Hunter World è un capitolo imprescindibile per ogni neofita della serie. Con un sistema di combattimento accessibile ma comunque profondo, un mondo vibrante e ricco di creature credibili e feroci, il titolo offre una delle esperienze di caccia più memorabili della serie. Sia che tu sia un veterano o un novizio, il titolo riuscirà a regalarti ore di divertimento o, almeno, a darti un’ottima idea di cosa rende la serie così bella e degna di nota.