Qualche anno fa, nel pieno delirio dell’adolescenza e in un Internet che non era ancora del tutto quello in cui siamo abituati a navigare oggi, una delle routine più classiche era quella di cercare, con intenti più o meno goliardici, sconosciuti con cui improvvisare conversazioni su ChatRoulette. Per vari motivi questa applicazione ha perso negli ultimi anni buona parte del suo fascino, ma ricordo con piacere che spesso mi è capitato di incrociare estranei effettivamente interessati a una semplice conversazione con uno sconosciuto e senza fini di altra natura.
Sono ormai due anni che insegno in scuole medie e licei e fortunatamente il sistema scolastico si sta mobilitando per insegnare ai ragazzi cosa siano effettivamente l’inclusività e la diversità. Memore dei pomeriggi su ChatRoulette in cui ho effettivamente avuto il piacere di incontrare persone parecchio distanti da me a livello culturale e sociale, ho pensato di proporre qualcosa di simile ai miei alunni trovando due valide “finestre sul mondo”, ovvero Omegle e Ometv.
Entrambi i siti funzionano un po’ come il loro antenato, però spingono senza mezzi termini gli utenti allo scambio culturale più che al puro divertimento, li ho usati per un po’ e devo dire che si sono rivelati davvero interessanti e ben realizzati: veloci, grafiche minimali, ma funzionali e accattivanti e con mia sorpresa (dal momento che non avevo mai sentito parlare dei siti in questione), parecchio veloci nel matchmaking, indice che si tratta di due servizi davvero usati a livello mondiale.
Purtroppo, c’era un problema col modo in cui volevo utilizzare questi siti: ovviamente per quanto i servizi in questione puntino sullo scambio culturale, gli admin non possono in alcuni modo assumersi la responsabilità dei comportamenti umani che vengono perpetrati in chat, e se ci si trovasse davanti a gente che usa linguaggi volgari o compie gesti inappropriati, la colpa non sarebbe imputabile a terzi, e non mi sembrava particolarmente adatto a utenti minorenni.
Ovviamente consiglio ai lettori maggiorenni l’utilizzo di Omegle e Ometv, due siti che effettivamente possono far passare qualche ora spensierata e magari dare l’opportunità di conoscere gente interessante e uscirne arricchiti, ma rimanevo perplesso su cosa proporre ai miei alunni, in particolare ai ragazzi del liceo. L’illuminazione è arrivata proprio dalla mia passione per i videogiochi e soprattutto su un genere che qualche anno fa mi ha preso parecchio, ovvero le visual novel!
Questo genere va fortissimo su suolo nipponico, tanto che la maggior parte delle visual novel più popolari viene poi adattata in serie anime, ma nel resto del mondo rimane un genere ben più di nicchia. Da appassionato di cultura nipponica però ho avuto il mio periodo di fissa per il genere e ho pensato che alcune di queste produzioni che riducono il gameplay all’osso e puntano piuttosto sulla caratterizzazione di personaggi tutti molto diversi tra loro potesse essere una “chat sicura” in cui conoscere personaggi culturalmente parecchio distanti da noi europei, prendere di tanto in tanto decisioni, e assistere agli sviluppi delle relazioni tra personaggi, facendo talvolta da semplice spettatore, altre volte da protagonista.
Mi sono quindi messo all’opera per stilare una top 10 delle visual novel più interessanti da giocare anche al giorno d’oggi, mi sono reso conto che alcune rimangono comunque improponibili per un minore dati i temi trattati, ma si tratta di titoli da tenere sicuramente d’occhio e recuperare con la giusta maturità!
10) School Days
Il mio primo vero approccio col genere! Il gioco (e la serie anime che ne è derivata) sono stati molto controversi al loro lancio a causa delle tematiche trattate e della violenza che porta alla morte di alcuni personaggi. Il gioco propone una storia d’amore disturbata e disturbante tra due liceali, e nei vari finali si può assistere a morti tragiche e violente, rappresentate con una crudezza non da poco.
9) Higurashi (Serie)
Anche in questo caso, i contenuti della serie si rivelano molto crudi: un villaggio rurale è colpito da una tragedia, una serie di omicidi efferati che sta letteralmente terrorizzando la popolazione. Vestiremo i panni di un ragazzo appena trasferito e scegliere una visual novel su tutte è letteralmente impossibile, l’intera serie infatti contribuisce a creare una storia unica e complessa con tanto di rivelazioni finali solo nell’ultimo capitolo e con cambi di prospettiva continui su chi possa effettivamente vestire i panni del colpevole.
8) Danganronpa (Serie)
Il caso di questa serie è un po’ più particolare, nata come visual novel ha dato poi vita a bizzari spin-off facenti parte del genere sparatutto a scorrimento o giochi da tavolo; tuttavia il cuore della serie rimane quello delle visual novel che la compongono. Anche in questo caso dovremo fare chiarezza su delle morti violente e misteriose, ma il tema della morte viene trattato in maniera talmente bizzarra e fuori di testa da far passare quasi in secondo piano la tragedia, le rivelazioni sulla macrotrama della serie poi puntano molto di più su mistero e distopia rendendo Danganronpa un prodotto unico!
7) Amnesia
Per la prima volta in questa classifica ci prendiamo una pausa da delitti e morti misteriose e puntiamo su qualcosa di più leggero, ma non troppo. Da non confondere con l’omonima serie di horror in prima persona, la visual novel Amnesia racconta quella che sembra inizialmente una storia parecchio ordinaria, ma che man mano assume contorni sempre più sfumati e tendenti verso un fantasy che punta su realtà parallele e presenze ultraterrene i cui scopi saranno parecchio difficili da decifrare!
6) Fate (Serie)
In questo caso devo dire che ho conosciuto prima la serie animata con Fate/Stay Night che la visual novel. Facente parte del Nasuverse, la serie Fate con tutte le sue incarnazioni che si diramano tra lungometraggi animati, serie e visual novel, è universalmente riconosciuta come la più difficile in assoluto da seguire; chi tuttavia sarà abbastanza coraggioso da tuffarsi nella visual novel originale e scoprire tutte le sue route si ritroverà davanti a una storia imponente che travalica i confini del tempo e dello spazio e in cui eroi da tutto il mondo e tutte le epoche vengono chiamati a competere per aggiudicarsi il Santo Graal.
5) Steins; Gate
Come per Fate, il mio primo approccio con Steins; Gate è avvenuto con l’anime e col suo sequel Steins; Gate 0. Travestito da opera leggera a carattere fantascientifico, la visual novel racconta la storia di un amore impossibile tra lo scienziato pazzo Rintaro Okabe e la scienziata Kurisu Makise: l’intreccio tra realtà parallele, passati alternativi e futuri distopici riesce a dar vita a una delle narrazioni più struggenti a cui la cultura nipponica abbia mai dato vita.
4) Doki Doki Literature Club
Spenderò davvero poche parole per questa posizione e ti dirò: Just Monika. Sul serio, non voglio rivelarti nulla su questa visual novel, voglio solo darti un consiglio: non giocarla da solo. Se in un primo momento le atmosfere spensierate e la leggerezza generale del club di letteratura ti faranno sembrare questo consiglio fuori luogo… beh, preparati a scoprire una realtà molto diversa…
3) Gnosia
Gnosia finisce così in alto nella classifica pur non essendo del tutto una visual novel proprio per la diversità dei personaggi presentati. E vorrei anche ben vedere, dal momento che questo simil Amoung Us interamente testuale ci metterà nei panni di un membro di una nave spaziale, il nostro compito sarà quello di instaurare legami con l’intero equipaggio che sarà composto da alieni di ogni natura per identificare lo Gnosia, ovvero un parassita alieno assassino che può assumere qualunque sembianza. La conoscenza profonda dei personaggi si mescolerà man mano con la diffidenza dovuta alle diversità tra le varie razze aliene e starà a noi guardare oltre i pregiudizi per capire chi sta mentendo.
2) Persona 5 Royal
Ok, ho barato, in realtà Persona 5 Royal non è una visual novel, ma uno dei migliori JRPG degli ultimi anni; tuttavia, i muri di testo nel titolo si sprecano, e una componente fondamentale della progressione del protagonista sarà quella di conoscere gli altri membri del party attraverso lunghe conversazioni in cui conoscere i pregi di ognuno e instaurare legami profondi che porteranno a risvegliare capacità sempre più potenti. Per farlo, una buona parte del gioco sarà in stile dating sim (una branca delle visual novel) e la complessità dei personaggi, unita alle loro differenze, riescono a regalare ai giocatori uno spaccato molto attuale del Giappone moderno.
1) Papers, Please
Immagina di poter decidere il destino di persone sconosciute, di poter decretare in un solo istante la sorte di intere famiglie. No, in Papers, Please Non sarai una divinità di qualche sorta, bensì un impiegato della dogana; anche in questo caso non si tratta a tutti gli effetti di una visual novel, tuttavia, ogni interazione coi personaggi di cui dovrai decidere il destino sarà scandita attraverso conversazioni e studio di documenti personali. Far entrare o meno nello Stato fittizio di cui siamo funzionari una persona ne deciderà il destino e ci ritroveremo molto spesso a dover scegliere se seguire la nostra morale o non rischiare la vita per dei perfetti sconosciuti in una sequela sempre più alienante di sconosciuti dai tratti più disparati e dalle storie sempre uniche e diverse.