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…Un segno indelebile fatto di musica, veicoli, vestiti e, tante volte, anche di piombo e sangue. Mi piacerebbe creare, durante la lettura della recensione, la giusta atmosfera per permettere a voi visitatori di immergervi totalmente in questo periodo storico. A questo intento mi vengono in aiuto i sempre troppo poco apprezzati Calibro 35 con Convergere in Giambellino, particolarmente adatta all’evenienza. E adesso possiamo dare il via alle danze.
Dal marasma indefinito di videogiochi indie in Pixel Art è difficile emergere e farsi notare. Giornalmente arrivano nuovi titoli pronti a contendersi la fama e, tra chi ci tenta con una trama strappa lacrime e chi con meccaniche complesse da Rogue-like, ad un certo punto è arrivato lui: Milanoir. Ai ragazzi di Italo Games sono bastate poche semplici scelte per far breccia nel mio debole cuore da videogiocatore: Milano, 1970 e tanto tanto piombo. Le scelte, come dicevo prima, potranno anche apparire semplici, ma è nella loro realizzazione che va indagata la bellezza di questo gioco. Ma andiamo con ordine.
C’era una volta Piero Sacchi…
In Milanoir interpreteremo Piero Sacchi, sgherro numero uno dei Lanzetta. Piero è un uomo tanto spietato quanto coraggioso che, come in ogni buon noir all’italiana, verrà messo in mezzo ad un intrigo di potere e morte molto più grande di lui. Qualcuno in città vuole uccidere Piero con un piano che finirà con il mettere in moto una serie di catastrofici eventi capaci di far vacillare tutte le certezze del protagonista.
Gli eventi narrati riescono nell’intento di mantenere alta la concentrazione del giocatore grazie ad un taglio cinematografico e ad un gusto per l’action capace di tenere testa a Tarantino. Da non sottovalutare il fatto che, durante il marasma di esplosioni che si susseguiranno a schermo, ci saranno dei momenti in cui la maschera da gioco spensierato cadrà, lasciando il giocatore inebetito davanti ai fatti. Stiamo interpretando uno spietato criminale, nessuno prova affetto per noi, nessun posto è sicuro per noi, tutti in città ci vogliono morti e neanche in carcere potremo trovare il nostro (non) meritato riposo…
La storia è una componente fondamentale del gioco: pur essendo narrata tramite una manciata di dialoghi, a raccontare gli eventi ci pensano i tagli cinematografici, le battute dei civili e i rocamboleschi inseguimenti in centro storico. Ogni singolo oggetto che passa sullo schermo sembra avere una sua storia e avere il suo preciso posto in un mondo tanto unico quanto bello da ricordare. Grazie alle pubblicità storpiate stampate sui tram dell’ATM e alle Vespe colorate sparse in giro per la città il gioco riesce egregiamente nel tentativo di ottenere un proprio stile unico e inequivocabile. Per non parlare poi dei personaggi sopra le righe che popolano l’avventura di Milanoir: Africana, il Boss Lanzetta, Ciro e Torinese sembrano essere usciti da una puntata di “Romanzo Criminale” se non da “Milano odia: la polizia non può sparare”.
Certo, a fare da musa ispiratrice dei ragazzi di Italo Games ci saranno stati tantissimi film e brani musicali dell’epoca ma Milanoir riesce nel difficile intento di assorbire tutte le citazioni e i riferimenti facendo emergere un’anima tutta nuova da scoprire.
H o t l i n e M i l a n o
Tornando a parlare di materia più ludica, potremmo definire Milanoir come un run ‘n’ gun in 2D con visuale isometrica. Durante i capitoli della storia principale ci troveremo catapultati dagli eventi in differenti aree di Milano dove, con svariati pretesti, dovremo far piazza pulita di scagnozzi rivali. Comanderemo Piero con la classica combinazione dei tasti WASD, prenderemo la mira e spareremo con il mouse e potremo accovacciarci o eseguire una rapida capriola con la barra spaziatrice.
Il gioco ci pone davanti ad un livello di sfida generale bello alto che, da una parte invoglia il giocatore a dare il meglio di sé e, dall’altra, porta a dei combattimenti a volte troppo frustranti. C’è da dire che la maggior parte delle volte in cui mi sono ritrovato bloccato in un loop di morte è stata colpa mia: se vi ritrovaste nella mia stessa situazione provate a pensare ad un approccio alternativo al combattimento: probabilmente lo state affrontando solo nel modo sbagliato.
Gli avversari che ci troveremo contro saranno di differenti tipologie: abbiamo gli sgherri base con pistola, mitra, revolver, molotov o coltello, e poi quelli più coriacei con ascia o fucile a pompa. Tutta la sfida del gioco sta nel tenere alla giusta distanza il giusto avversario; mi spiego meglio: ogni arma ha un range ben visibile quando spariamo e affrontare troppi avversari contemporaneamente equivale ad un suicidio istantaneo. Tenete conto che un solo colpo di fucile a pompa o di revolver vi risulterà inevitabilmente fatale e che anche lo sgherro più smaliziato può farvi fuori con due o tre colpi. Ciò vuol dire che il nostro compito sarà quello di muoverci e sparare sempre al bordo del range delle nostre armi in modo da colpire e non essere colpiti.
Ovvio che il gioco farà di tutto per mettervi in difficoltà avvicinandovi agli avversari tramite escamotage ambientali veramente efficaci. Potreste essere seguiti da un tram pronto a schiacciarvi o trovarvi in un vagone della metro senza via di fuga costretti così a dover affrontare i vostri nemici ad una distanza non proprio comoda.
“Fuck you pig! I’m not going back to San Vittore!”
Durante il gioco useremo per la maggior parte del tempo una pistola, sostituita poi nella seconda metà da una mitraglietta. Purtroppo, oltre a queste due armi, poseremo le mani solo un altro paio di strumenti di morte. La limitatezza dell’arsenale è una chiara mancanza del gioco che viene però sopperita egregiamente dalla varietà di situazioni in cui ci ritroveremo ad affrontare i nemici. Milanoir infatti non è mai ripetitivo grazie ad elementi ambientali che variano continuamente il nostro approccio ai livelli, alle tostissime Boss Fight che dovremo affrontare e agli inseguimenti a bordo dei veicoli.
I combattimenti contro i Boss sono fra le sequenze più esaltanti e appaganti del gioco. Ogni volta riescono nell’intento di sorprendere grazie ad una nuova meccanica specifica da dover padroneggiare: potremmo ad esempio dover far rimbalzare i nostri proiettili su dei cartelli stradali o colpire dei lucernari per ottenere visione sul nemico altrimenti nascosto. Questi scontri sono cinematografici ed esaltanti e rappresentano la sfida più tosta del gioco.
Peccato solo per alcuni incontri veramente troppo sbilanciati riguardo la difficoltà e per il sistema di copertura non sempre efficiente. Il gioco permette infatti a Piero di nascondersi dietro a molti elementi dello scenario, tra l’altro distruttibili ma, tante volte, è difficile capire se siamo veramente riparati e se i nostri proiettili andranno a segno o se, viceversa, si schianteranno contro qualche elemento ambientale. Ciò è dovuto principalmente alla grafica 2D unita alla visuale isometrica che non rende di facile comprensione la posizione nello spazio di oggetti e avversari.
Per quanto riguarda gli inseguimenti, invece, assisteremo a delle sessioni tanto divertenti quanto caotiche. Vi ritroverete delle volte a non capire più nulla di quello che sta succedendo, ma fra urti e spari il gioco riesce a trasmettere una carica di genuina adrenalina e divertimento. Aggiungete a tutto ciò 4 livelli di difficoltà, una modalità arena con tante ambientazioni differenti e una modalità per due giocatori e capirete che anche riguardo la mole di contenuti ci attestiamo su buoni livelli.
“Luigino come upstairs, dinner is getting cold!”
Il più grande pregio di Milanoir oltre alla sfida appagante che mette in scena, alle Boss Fight, e allo stile generale della produzione è sicuramente l’ambientazione. La Milano degli anni ’70 messa in scena dai ragazzi di Italo Games è un mondo vibrante, carismatico e indimenticabile. La cura riposta in ogni livello di gioco, nella riproduzione di ogni veicolo ed edificio è stupefacente perchè mossa da una genuina passione che solo noi italiani possiamo vantare. Per chi poi a Milano poi ci ha vissuto, o ci è anche solo passato, sarà possibile ritrovare nel gioco tanti luoghi conosciuti capaci di lasciare il giocatore con il sorriso stampato sulla faccia.
Parco Lambro, Viale Monza, Il Pirellone e San Vittore sono solo alcuni dei luoghi che Milanoir ci porterà ad esplorare in una maniera unica e indimenticabile. Sia chiaro però, il gioco è bello da guardare e da giocare per tutti gli appassionati del genere, non solo per chi saprà riconoscere questi luoghi. Ad impreziosire il tutto poi c’è una soundtrack e degli effetti sonori di gran pregio capaci di dimostrare, ancora una volta, il talento e la passione dei ragazzi che compongono Italo Games.
P.S. Ringrazio dal profondo del cuore Italo Games tutta per aver realizzato uno dei miei sogni più reconditi: distruggere a colpi di pistola un tram dell’ATM.