Sviluppato e pubblicato dalla sinergia di DevilishGames, Spherical Pixel e SelectaVision, Minabo – A Walk Through Life è uno stravagante nonché singolare simulatore sociale ( se vuoi scoprire altri stravaganti simulatori qui trovi la recensione di Speaking Simulator) che ha come protagonisti delle rape. Noi abbiamo avuto cura di innumerevoli rape sulla nostra Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Minabo – A Walk Through Life e la vita delle rape
Minabo – A Walk Through Life è un gioco decisamente particolare e sinceramente non adatto a tutti. Parliamo di un simulatore sociale che, con l’escamotage delle rape, propone al giocatore di seguire la vita di una rapa dalla nascita fino alla morte, focalizzandosi sulle interazioni sociali. Parliamo di un vero e proprio percorso orizzontale dove vedremo scorrere il tempo abbastanza velocemente, passo dopo passo.
In Minabo – A Walk Through Life non c’è una vera e propria trama. L’obiettivo, d’altronde, è quello di “vivere” con tutte le imprevedibili conseguenze della vita stessa. In termini ludici questo viene tradotto in due modalità. Quella “libera” – che va sbloccata – e quella “missioni”, da cui dovrai iniziare, facendoti le ossa con le stravaganti ed elementari meccaniche del gioco.
Volendo approfondire le tematiche del titolo, Minabo – A Walk Through Life propone di concentrarsi sui legami che si creano con le altre rape. Quando una nuova rapa nasce, oltre a darle un nome, dovremo imparare a gattonare e a stringere i primi legami con le uniche rape che vedremo su schermo: i nostri genitori. Da lì, inizia un nuovo cammino, insieme. Noi e i nostri genitori rapa. Un cammino lungo il quale vedrai tante altre rape e starà a te decidere se lasciarle andare o se provare a stringerci un legame facendole unire al tuo percorso.
E il concetto di percorso è essenziale in Minabo – A Walk Through Life. Non si torna indietro (nella vita reale, d’altronde, non si può. Non ancora almeno). Questo significa che dovrai effettuare delle scelte rapidamente e in più, dovrai anche decidere quanti legami tenere e quali abbandonare. Perché man mano che stringi legami, le rape su schermo aumenteranno e ti assicuriamo che provare a tenere legami con tutte loro sarà quasi impossibile. Ed ecco quindi che Minabo – A Walk Through Life diventa un gioco “difficile”. Quale legame spezzare? Chi fare uscire dal proprio percorso? Queste scelte e tante altre compongono la forza di un titolo che, seppur senza narrativa, riesce a raccontare un po’ della vita di ognuno di noi.
Un gioco sociale
Il gameplay di Minabo – A Walk Through Life è tanto semplice quanto ripetitivo. Si tratta di premere ripetutamente un tasto per far camminare la rapa (avremo il comando di una sola rapa a percorso) e decidere, man mano che si avanza, con chi interagire e in che modo. Entrando nel dettaglio, al lato dello schermo avremo sempre una tabella che segnala l’età della nostra rapa e diversi fattori “sociali” (contatti, confidenza e accoglienza) con un piccolo extra denominato “Aspettativa di vita” (una barra celesta con un puntino bianco che avanza inesorabilmente fino alla fine e quindi alla morte).
Questi fattori cambieranno nel corso della vita della rapa e muteranno a seconda delle nostre scelte. Tra l’altro, sotto al nostro schemino ne apparirà un altro simile contenente però le statistiche delle rape con cui interagiremo. Ebbene sì, interagire con altri, aumenterà anche i loro rispettivi valori. Come anticipato, quindi, è essenziale curare i rapporti e tener alti i valori con le rape con cui decidiamo di condividere la nostra vita e che, ludicamente parlando, significa portare con noi lungo il cammino.
La situazione si complica col passare dell’età delle rape. Alcune rape cedono il passo, altre, inevitabilmente, muoiono. Alcune, invece, semplicemente andranno via, uscendo dalla nostra vita per un legame lasciato privo di cura. L’abbandono, la vita che, nonostante tutto, continua ad andare avanti, tutto questo, almeno nei primi percorsi, funziona discretamente bene. Il problema, ludicamente parlando, è che dopo un po’, l’effetto sorpresa mixato all’angoscia, passa e il titolo diventa ciclico, anonimo e quasi noioso.
E gli sviluppatori lo sanno, per questo la modalità “missioni” (che ricordiamo essere l’unica con un grado di sfida) è strutturata come una sorta di elenco di missioni. Ogni vita da affrontare ha determinati obiettivi da raggiungere come: sopravvivere fino a una determinata età, tener saldi almeno un certo numero di legami e perfino fare uno o più figli (sì, puoi creare una generazione di rape che è poi tra gli elementi più intriganti della modalità “libera”). Procreare in Minabo è abbastanza semplice e basta focalizzarsi sui “contatti” (il simbolo del cuore è lì per un motivo).
Per completezza, oltre ai genitori, al partner (che potrai scegliere nel tuo percorso) e ai figli, alcune vite iniziano anche con fratelli/sorelle e col tempo apprenderai anche come avere “animali domestici”. Inoltre, man mano che percorrerai la strada della vita, potrai trovare oggetti da dover utilizzare obbligatoriamente. Questi possono essere bonus o malus e possono influire anche l’aspettativa di vita (avvicinando o meno una rapa alla morte). E a tal proposito, tale oggetto potrai decidere se usarlo su un tuo caro o conoscente o su te stesso.
Oltre a interagire con le rape seguendo gli schemi già citati e legati ai fattori di contatti, confidenza e accoglienza, potremo anche interagire in modo diretto esprimendo rabbia, indifferenza o rimorso. Questo capita in caso di un approccio fallito o al ritrovamento di una tomba di un nostro conoscente. Infine, da segnalare che la morte può essere causata anche da pericoli e imprevisti. In ogni caso, il titolo presta il fianco a una ripetitività eccessiva e a un ritmo decisamente blando e non adatto a tutti.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Minabo – A Walk Through Life non sorprende molto e, come la struttura ludica stessa, dopo un po’ può stancare per un eccessivo riciclo di asset e ambienti. Nel dettaglio, lungo il cammino che è la vita, ti ritroverai ad affrontare i cambiamenti dettati dalle stagioni, passeggiando in ambienti di vario genere ma mai troppo dettagliati. Gli elementi, d’altronde, avanzano e spariscono abbastanza velocemente e la cura al dettaglio non è tra gli obiettivi del gioco.
Le rape stesse si assomigliano un po’ troppo tra di loro e in gran numero, possono creare una certa confusione. Il sonoro non riesce a brillare, risultando gradevole e mai invadente ma per niente memorabile o degno di nota. Da segnalare la gradita presenza dei sottotitoli in lingua italiana seppur il titolo presenti un numero relativamente basso di contenuti scritti. Infine da segnalare che il titolo si difende discretamente bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo con quella portatile che offre un bonus in più, considerando anche la tipologia di gioco.