Sviluppato da Andre Gareis e pubblicato in sinergia con Dear Villagers, Mindcop è un intrigante e sorprendente gioco di investigazione in 2D a scorrimento orizzontale, con elementi di puzzle game e che ti mette nella condizione di dover costruire, da solo, la propria indagine e di giungere a una soluzione entro 5 giorni ludici. Noi abbiamo effettuato più run insieme a Mindcop su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a sondare menti altrui per scovare l’assassino?
Mindcop e i segreti della mente
Mindcop è un titolo che sorprende in poco tempo grazie a una caratterizzazione splendida dei vari personaggi messi in scena, il tutto partendo dal due di protagonisti. Mindcop, il principale, colui di cui vestiremo i panni, è un borioso investigatore che si abbandona spesso in pensieri propri, narrando i sogni e sciorinando impressioni sulla società, tormentando la sua assistente… ops, volevamo dire partner, che funge da ottima spalla sia narrativa che ludica.
Ma procediamo con ordine partendo dall’obiettivo principale del gioco: scovare l’assassino di un omicidio. Rebecca, una giovane ragazza, è stata brutalmente uccisa e noi siamo incaricati di scovare l’assassino. Non solo, Mindcop, in tutta la sua spocchiosità, afferma di poterlo fare entro cinque giorni. Eccoci quindi costretti ad eseguire indagini, interrogatori, analisi di indizi e perquisizioni di domicili altrui scandendo ben bene il nostro tempo.
Lo diciamo subito: una run potrebbe non bastare a completare Mindcop. O meglio, potresti anche centrare subito il killer ma ti perderesti comunque tutta una serie di eventi paralleli che meritano di essere scoperti. Noi abbiamo impiegato 3 run per un totale di oltre quindici ore di gioco per poter analizzare quasi tutti i misteri del titoli (e alcuni siamo certi che ci siano sfuggiti). Il fatto è che il gioco è pieno zeppo di situazioni differenti e di indizi che portano fuori pista.
La scrittura, l’intreccio narrativo, la stesura del passato di ogni individuo e come questi vanno a collidere tra loro, dona vita a un mosaico affascinante, coinvolgente e di cui vieni spinto a conoscere di più. Sempre di più. Lo sviluppatore è stato in gamba nel non rendere subito evidente chi è il killer anche se la struttura ludica in sé (che analizzeremo a breve) può dar vita a scorciatoie anche casuali. Noi abbiamo scoperto ogni singolo passaggio, dalle motivazioni ai tempi di esecuzione di ogni colpo, riuscendo, nella terza run, anche a mettere i bastoni tra le ruote al piano in sé.
Questo perché, al termine di ogni run, il gioco si resetta e si riavvia, costringendoti a rigiocare tutte e cinque le giornate (saltando unicamente il tutorial). Personalmente, se possiamo solo stendere elogi per come le vicende sono state frastagliate bene e sulle diverse tematiche, anche molto serie (dall’alcolismo, al maltrattamento domestico di vario genere, ecc.), ci ritroviamo invece a storcere il naso su alcune decisioni narrative.
La prima riguarda l’elemento “surreale” e molto più ludico, nonché caratteristico, di Mindcop che non viene pienamente spiegato e approfondito e che trova l’apice della sua confusione proprio sul finale. Un finale in parte troppo sbrigativo e che soprattutto, scovato il criminale, non dona alcuno spazio a tutte le altre vicende di contorno. Un peccato, visto che avremo voluto scoprire la sorte di ogni singolo personaggio (perché sì, ti affezionerai a diversi di loro).
Come investigare
Mindcop è un’avventura in 2D a scorrimento orizzontale incentrata sull’esplorazione e sull’investigazione ma, soprattutto, sulla gestione del tempo. tutto in Mindcop ha un costo in tempo e noi avremo a disposizione solo 7 ore al giorno per 5 giorni. La parte strategica del titolo è quindi legata proprio alla gestione vitale del tempo. Entrare in un edificio, ad esempio, ci può costare dai 15 ai 30 minuti, analizzare un oggetto dai 2 ai 15 minuti, 30 se vogliamo scavare a fondo in date situazioni e così via.
Se te lo stai chiedendo, non puoi tornare indietro sulle tue decisioni. Il gioco ha un sistema di autosave serrato e inoltre non tiene segno dei tuoi progressi di run in run e quindi dovrai ricordarti personalmente ogni tua scelta. Durante le investigazioni, ci sono ben due menù che andranno a riempirsi, il primo riguarda gli oggetti raccolti e affidati alla nostra fidata partner. Oggetti che potrai far analizzare a un’ulteriore assistente per un massimo di uno al giorno.
Il secondo menù, riguarda dei precisi argomenti che possono variare dal presente al passato, includendo dicerie, leggende, ecc. Questi argomenti possono essere oggetto di discussione a nostra libera scelta. Anche qui, ogni argomento ha un costo in tempo e tutti gli argomenti possono essere proposti una volta sola a ognuno dei personaggi coinvolti nel gioco. Banalmente, chiedere del bosco a un esperto di esplorazione potrà sbloccarti un nuovo percorso o nuovi argomenti.
Come avrai potuto intuire, c’è tantissima roba di cui trattare e ti assicuriamo che tre run non bastano ad analizzare tutto. C’è quindi un elemento estremamente affascinante che emerge: sei completamente libero di creare la tua personale indagine. Il titolo non ti guida in nulla, sei tu che decidi dove iniziare e come proseguire e questo ha un potere ludico ammaliante ma che, allo stesso tempo, può spaesare gli utenti abituati ad essere instradati in dati percorsi.
E all’improvviso… un match-3
Come abbiamo detto più volte, Mindcop ha un’abilità surreale particolare. Quale? Può intrufolarsi nella mente altrui. Come? Investendo del tempo ludico per surfare verso il cervello dell’interlocutore di turno (sì, puoi mindsurfare tutti i personaggi, inclusi gli animali). Ecco quindi che il titolo si trasforma in un accattivante match-3 (a tal proposito, hai già letto la nostra recensione di Jelly Juice?) con tanto di regole proprie che riesce a coinvolgere più del dovuto, andando oltre il banale minigame.
In pratica, avremo il controllo su un cervello quadrato di dimensioni 3×3 che potremo ruotare con l’obiettivo di intercettare i proiettili colorati che ci verranno contro da tutti e quattro i lati. Al primo match-3, quindi non appena allineeremo tre proiettili dello stesso colore, dallo schermo partirà un proiettile del medesimo colore che andrà a piantarsi al centro. Inoltre, se accumuliamo più proiettili dello stesso tipo nello stesso punto, quel punto offrirà più punti se eliminato.
L’obiettivo è di totalizzare punti e far progredire così la surfata su schermo del Mindcop che deve raggiungere il traguardo prima del game over. Nelle fasi più difficili, alle regole già descritte, se ne aggiunge un’altra: un ostacolo da cui difendersi sfruttando delle particolari barriere frangibili che si creano sul cervello quadrato. Da notare come alcune sfide risultano essere sorprendentemente impegnative al punto tale che il gioco offre anche la possibilità di skipparli a patto di avere un buon level up dei proiettili (in caso contrario, puoi settare la modalità easy).
Per quanto riguarda i livelli dei proiettili, questi sono potenziabili di uno dopo ogni mindsurfata riuscita. E se fin’ora abbiamo parlato in maniera positiva di praticamente tutto, tocca segnalare il lato negativo: la ripetitività di fondo delle run successive. Eseguire più run, infatti, non permette alcuno skip né dei dialoghi né delle mindsurfate (devi comunque avere dei level up dei proiettili per skipparle). Inoltre, il titolo non ti segnala le scelte già fatte, col potenziale rischio di dare nuovamente le stesse risposte.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Mindcop ha stile e colpisce nel segno. Le animazioni divertono e riescono a offrire la giusta emotività, agevolate da una colonna sonora incredibilmente azzeccata e coerente. Una combo grafica e sonoro che fatichiamo a criticare e che anzi, complice anche una scelta cromatica azzeccata, permette al titolo di spiccare nel catalogo.
Note di merito per i mondi all’interno della mente altrui, ossia quelli post mindusrf, dove ci ritroveremo a visitare tre porte diverse e a svelare pensieri, ricordi e problemi (veri, falsi o incerti) con trovate grafiche allucinanti e che in alcuni casi richiamano quasi l’horror. Insomma: tanta creatività ben spesa. Ultima segnalazione, purtroppo in negativo, è la mancata presenza della lingua italiana (assenti anche i sottotitoli). Un enorme peccato considerando che la mole di testo e la natura stessa del titolo, potrebbero tener lontani più di un giocatore.