Minecraft, il nostro sandbox preferito ne ha fatta di strada dal 2011. Un’infinità di aggiornamenti, migliorie e aggiunte che, anno dopo anno, hanno contribuito a rendere sempre più magica un’esperienza con alla base una ricetta tanto semplice quanto vincente: la libertà in un mondo “cubettoso” ed innocente che appartenesse solo e soltanto al videogiocatore. Ebbene, ad accorgersene quest’anno è stato lo Strong National Museum of Play, con sede a New york, che ha accolto Minecraft nella World Video Game Hall of Fame!
Cosa sarebbe questa Hall of Fame?
Questa Hall of Fame dei videogiochi è poco famosa perchè ancora abbastanza giovane, almeno rispetto ad altre onoreficenze simili che riguardano la musica oppure il cinema. Fu infatti fondata nel 2015 ed accolse sotto la sua luce di riconoscenza, ovviamente, tantissimi classici Pac-Man, Mortal Kombat e Pong ma anche perle più, relativamente, recenti come Grand Theft Auto III o The Sims. I metri di di giudizio utilizzati riguardano aspetti più, per così dire, commerciali, come il numero di copie vendute (Minecraft ne ha ufficialmente 200.000.000), insieme ad aspetti più storici come lo status di icona raggiunto da un videogioco nel corso degli anni e la sua influenza sulla cultura popolare.
Perchè proprio Minecraft?
Minecraft, a detta dei responsabili di tale nomina, non è stato scelto solamente per le copie vendute o per il gameplay. C’è da pensare che il gioco, inizialmente criticato o deriso da alcuni giocatori per il suo stile e le sue atmosfere giudicate infantili, ha comunque conquistato milioni di giocatori, creando attorno a sé una community variegata e numerosa, responsabile non soltanto di tutte le wiki nate per spiegarne le varie meccaniche oppure delle infinite mod, ma di tutto un mondo narrativo e creativo. Si va dagli spin-off come Minecraft: Story Mode o Minecraft: Dungeons, fino a gigantesche riproduzioni in scala del mondo reale come la mappa di Chernobyl, appena aggiornata, oppure la mappa di Harry Potter. E come dimenticare quegli aspetti più undergound, che oggi fanno tanto “internet dei primi anni 2000”, ma che solo fino ad un decennio fa ci facevano accapponare la pelle, come la creepypasta su Herobrine, lo spettro che, a detta dei giocatori, si nascondeva nel gioco. Insomma Minecraft ha raggiunto una tale grandezza da essere conosciuto anche da chi non ci ha mai neppure giocato o non è molto vicino al mondo videoludico. E dopo tante nottate estive passate nel letto con il computer, accompagnati dalle dolcissime colonne sonore di quel mondo a cubetti, oggi, nel 2020, siamo sempre, ancora pronti a creare un nuovo mondo ed iniziare l’ennesima avventura.