In tedesco esiste una parola, coniata da Freud nel 1919. Anche se non esiste una traduzione perfetta in italiano, das Unheimlich rappresenta qualcosa di familiare e allo stesso tempo completamente estraneo. E per quello che è accaduto a Minecraft, siamo costretti ad appoggiarci al tedesco, perchè non può esistere definizione più calzante.
Da pixel a texture 8K
Digitial Dreams, un gruppo di artisti digitali che lavora con le MOD per ricreare i giochi in grafica next gen, più realistica dell’originale, ha posato stavolta il proprio sguardo su Minecraft. Nonostante gli oggetti mantengano i bordi spigolosi che hanno reso il gioco il leviatano videoludico odierno, ora hanno acquisito una dimensione unica. Oltre a questo, anche le ombre proiettate hanno qualcosa di strano e resta sempre quell’effetto lucido, tipico dei primi videogiochi in 3D.
Il fascino di Minecraft è ormai collegato alla sua grafica “pixelosa” e confortante per tutti i suoi giocatori. Questa semplicità ha contribuito a creare una community di modder, fan, youtuber e cosplayer. Per Mojang è essenziale mantenere questa dimensione invitante, al punto tale che l’ultimo titolo della casa produttrice, Minecraft Dungeons, ha tenuto questa estetica, pur avendo uno stile di gioco molto diverso.
Minecraft 2
Naturalmente da un lato è un sollievo sapere che il gioco non richiederà mai (o quasi) aggiornamenti dell’hardware oppure spazio aggiuntivo sul nostro hard disk. Non possiamo fare a meno di chiederci però se, in un futuro alternativo o in un ipotetico sequel, Minecraft non possa raggiungere tali vette.
Quello che queste MOD portano alla luce è il velo di artificialità che si nasconde al di sotto della grafica. Se un videogioco tripla A avesse uno stile definito, non sarebbe quello di Minecraft, bensì quello di Uncharted, o Dying light 2. Ovviamente non è un male, gli sviluppatori indipendenti per poter restare un minimo competitivi devono giocare sulla presentazione. Come ben sappiamo, un bel gioco può sopravvivere ad una grafica “brutta” mentre un brutto gioco non può essere salvato solo da una “bella” grafica.
Uncanny Valley
Il fenomeno che sta alla base di queste emozioni è la uncanny valley, scoperto da Masahiro Mori nel 1980, secondo cui conferendo troppe caratteristiche umane (come capelli, pelle, respiro, battito di palpebre…) diminuisce l’empatia verso l’oggetto guardato. Come si nota dal grafico in foto lo stesso principio può essere applicato anche agli zombie.
Potremmo ugualmente sfruttare l’ambiente e gli animali intorno a noi con la stessa tranquillità se alla morte non sparissero in una nuvola di fumo? Potremmo maneggiare metri cubi di deserto nel nostro inventario, quando ogni granello di sabbia ne è in piena vista? E le nostre case? Certamente dovremmo tenere conto dei bordi spigolosi sulle nostre colonne portanti, riflesso dei tronchi d’albero da cui le abbiamo prese.
A quanto pare la cosa non vale soltanto per la riproduzione che si avvicina troppo alla realtà, ma anche quando la realtà (nel caso specifico quella di Minecraft) viene riprodotta. Fino a che punto possiamo tirare la nostra sospensione dell’incredulità, o quanto siamo disposti a scendere a patti con i mondi virtuali di cui facciamo parte, non è così chiaro.
I remake di Resident Evil 2 e Resident Evil 3 ad esempio non suscitano lo stesso terrore esistenziale, perché pur aggiornando le grafiche mantengono le stesse meccaniche e la stessa atmosfera tesa archetipiche del genere horror. Applicare le stesse texture in ultra HD non ha lo stesso impatto nemmeno sugli odierni titoli tripla A: Digital Dreams ha rivisitato anche The Witcher 3, Skyrim e Ocarina of Time.
A questo proposito, essendo popolato da mostri (a volte banali, ma anche concettualmente spaventosi) forse un aggiornamento parziale delle texture aumenterebbe il senso di paura per questi incontri, che vada oltre il disturbo di ricostruire casa perché il maiale bipede di turno ha deciso di farsi esplodere.