Sviluppato da Magic Pockets e pubblicato da GameMill Entertainment, Miraculous Rise of the Sphinx è il videogioco ufficiale ispirato alla nota serie animata Miraculous – Le storie di Ladybug e Chat Noir. Sarà riuscito questo action adventure a regalare le atmosfere originali della serie restando fedele al proprio stile? Scopriamolo nella nostra recensione della versione PlayStation 4!
Miraculous Rise of the Sphinx: Ladybug e Chat Noir devono difendere Parigi
Miraculous Rise of the Sphinx s’inserisce nella narrazione della serie originale (con una storia inedita) mettendoci a disposizione tanto Ladybug quanto Chat Noir e dando per scontato la nostra conoscenza del mondo e dei personaggi, nonché della nascita, dei singolari super eroi e super cattivi. Ma procediamo con ordine. Siamo a Parigi e i protagonisti sono Marinette Dupain-Cheng e Adrien Agreste. Sono due adolescenti abbastanza anonimi se non fosse che entrambi hanno dei superpoteri e che quindi sono due supereroi.
Marinette è Ladybug mentre Adrien è Chat Noir. I due hanno come scopo quello di difendere la loro città, se non il mondo, da singolari e spesso esilaranti, super malvagi. I poteri da eroe sono dati da particolari spiriti chiamati kwami a loro volta legati a determinati “gioielli magici” chiamati Miraculous. Marinette ha gli orecchini della coccinella mentre Adrien ha l’anello del Gatto Nero. Ma non sono gli unici a conoscere questi spiriti.
Papillon è il mega cattivo di turno ed è in grado di “akumizzare” le persone, risvegliando il loro lato malvagio e affidando loro poteri inediti per realizzare i desideri più oscuri. Ecco quindi che il prologo ci vede alle prese contro Mister Piccione, un super cattivo con lo scopo di far regnare i piccioni (sul serio, non stiamo scherzando). Il bizzarro cattivo è solo uno dei tanti che vanno a caratterizzare i singoli capitoli di un’avventura sufficientemente longeva (i più bravi possono terminare il gioco in meno di 10 ore).
La narrazione è in linea col target di riferimento, offrendo situazioni adolescenziali e mai eccessivamente drammatiche. C’è un umorismo leggero spalmato tra dialoghi non doppiati ma tradotti in italiano. Il doppiaggio (in inglese o francese) è invece presente solo in determinate situazioni ed è in linea col racconto. Racconto che non si prende mai troppo sul serio ma che fa di tutto per restare fedele alla serie, osando forse troppo poco.
Gameplay
Miraculous Rise of the Sphinx non osa neanche nel gameplay, seppur prova a differenziarsi a modo suo. Possiamo dire che il titolo è diviso in due fasi ben distinte. La prima è una sorta di macro hub dove possiamo girovagare in una mappa suddivisa in nove aree diverse. Siamo a Parigi eppure la città risulta spesso troppo anonima, peccando di caratterizzazione ed elementi identitari.
In compenso la mappa e il suo utilizzo è immediato e intuitivo. Aprendo il menu e andando sull’opzione “carta” avremo modo di selezionare una delle nove aree e teletrasportarci immediatamente lì, dopo un piccolo caricamento. Il gioco ha diversi caricamenti che fanno a spezzare il ritmo di gioco, rallentandolo. Per fortuna sono abbastanza veloci, quindi niente di gravissimo.
Per le aree della città potremo parlare con vari personaggi, tra cui i rispettivi amici di Marinette e Adrien. Perché sì, quando saremo in città, indosseremo i panni da adolescenti e potremo liberamente alternarci tra i due protagonisti con la semplice pressione di un tasto. A seconda di chi impersoneremo, i dialoghi cambieranno e avremo modo di stringere amicizie con tanto di barra, dialoghi a scelta e trofei sbloccabili.
Inoltre, sempre a seconda di chi impersoniamo, possiamo accedere ad alcune aree o menu particolari. Marinette, ad esempio, se parla con suo padre, può accedere al proprio diario dove sono raccolti i bozzetti, le musiche, gli adesivi (ossia i trofei sbloccati), gli amici e i momenti più importanti. Molti di questi collezionabili li potrai sbloccare scambiando i macaron (sì, i dolcetti) nel negozio del Maestro Fu (che troverai sempre a Parigi).
Dal Maestro Fu potrai anche spendere la seconda tipologia di collezionabile del gioco: le sfere luminose. Queste sono presenti in maggior numero rispetto ai macaron e potrai usarle per potenziare i due eroi o sbloccare nuove mosse. Ogni eroe ha i suoi parametri divisi in: punti salute, energia, danni base, destrezza e abilità. Potrai potenziare questi valori come preferisci oppure sbloccare nuovi potenziamenti utili anche nell’esplorazione dei vari livelli.
Combattiamo!
Miraculous Rise of the Sphinx è suddiviso in diversi capitoli (tutti liberamente rigiocabili trovando la “colonna Morris” col poster del relativo cattivo di turno) ognuno incentrato su un particolare malvagio e composti da una serie abbastanza lineare di combattimenti standard al cui culmine c’è il boss. Avanzare nei livelli non sarà mai troppo complicato e i combattimenti standard sono semplicemente elementari e facilissimi.
Perfino i boss non rappresentano un ostacolo rilevante, avendo pattern d’attacco semplici e facilmente memorizzabili. Il gameplay risulta quindi basilare (fin troppo) e il tutto ha un livello di difficoltà tarato verso il basso con trovate ludiche ripetitive se non fosse per alcune trovate nel level design. Ma procediamo con ordine.
Miraculous Rise of the Sphinx ha tre set di comandi, il primo riguarda l’esplorazione di Parigi, mentre gli altri due coinvolgono i vari livelli. Ogni livello ha le fasi di esplorazione e quelle di combattimento. Le prime sono la maggiore e ci vedranno camminare, saltare (abbiamo anche il doppio salto), cambiare personaggio e utilizzare le abilità esplorative. Queste ultime utili a raggiungere zone con collezionabili segreti. In effetti il gioco ha numerosi collezionabili e alcuni livelli richiedono di essere giocati più volte in quanto non avremo subito accesso a tutte le abilità esplorative.
La telecamera di gioco è fissa, a volo d’uccello, e non risulta sempre comodissima seppur potremo manovrarla un po’ con l’analogico. Alcune coperture sono troppo invadenti mentre in alcune situazioni non avremo a disposizione tutte le piattaforme. Questo ci costringerà (soprattutto se si vuole collezionare tutto) a vagare quasi alla cieca e col potenziale rischio di cadere (non vedendo appunto tutte le piattaforme).
Se l’esplorazione zoppica un po’, il combattimento addormenta. Anche qui, i comandi cambiano non appena entriamo in battaglia, solitamente in piccole arene circoscritte. I nostri eroi hanno attacchi semplici, un sistema di combo elementare, una parata temporanea e anche la schivata. C’è anche una finisher laddove si riesce a confondere l’avversario oltre alla possibilità di chiamare l’altro protagonista (per aiutarci o cambiare proprio il comando dell’eroe).
Il problema dei combattimenti è che sono semplicissimi, facili, ridondanti e ripetitivi, quasi accessori e fini a se stessi. Migliorano coi boss ma come detto, la sfida è tarata costantemente al ribasso il che è anche un bene se teniamo in considerazione il target principale ma una sfida maggiore avrebbe giovato sicuramente alla longevità e all’attrattività generale del titolo.
Nota positiva per la possibilità di vivere l’avventura in cooperativa con un amico, seppur unicamente in modalità locale. Purtroppo, questo va a depotenziare ulteriormente la difficoltà del gioco.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Miraculous Rise of the Sphinx è abbastanza anonimo nelle location (oltre che ripetitivo), salvo alcune trovate legate prevalentemente al boss di turno che va a modificare gli ambienti coinvolti. Buona la resa grafica dei protagonisti, fedele al cartoon originale anche se fatica a stupire nei dettagli. Chi è fan della saga originale, troverà comunque un prodotto abbastanza fedele e rispettoso.
Il sonoro non è perfetto, soprattutto negli effetti. Durante i combattimenti alcuni colpi diventano “muti” e quindi ci si ritrova a menare colpi di yo-yo in assoluto silenzio. Questo mina il coinvolgimento con gli scontri che, ancora una volta, risultano quasi estranei a tutto il resto.