Mistover è un roguelike particolare, in grado di proporre un’esperienza difficile ma appagante, pensata soprattutto per gli appassionati più sfegatati del genere. Coloro che amano alla follia la morte permanente e la perdita di tutti i progressi, infatti, qui troveranno pane per i loro denti. Se invece sei abituato a esperienze più semplici o alla possibilità di conservare dei potenziamenti tra le partite, allora Mistover potrebbe scoraggiarti. Per gli amanti dei dungeon procedurali, invece, vale la pena acquistare il titolo? Vediamolo insieme.
La fine del mondo è vicina
Mistover propone una trama fantasy che ci porta sull’orlo dell’apocalisse. Di fatto, un enorme pilastro di nebbia simile a un uragano è apparso nel mondo e creature oscure e indescrivibili si sono riversate da esso verso le terre circostanti, portando morte, distruzione e rovina. Tutti i tentativi di fermare queste orde demoniache sono stati vani e ormai la fine di tutto sembra essere vicinissima.
Sono soltanto pochi i villaggi ancora in piedi, dove i sopravvissuti della razza umana hanno deciso di fondare dei corpi speciali composti da coraggiosi eroi che si possano avventurare nella nebbia della strana colonna, soprannominata Pilastro della Disperazione. Le diverse spedizioni hanno il compito di capire la provenienza delle mostruosità che sciamano dalla nebbia, al fine di trovare una soluzione all’apocalisse imminente, distruggendo la fonte di questo male.
Non abbiamo quindi un classico conflitto tra bene e male, ma un mondo sull’orlo della fine, dove le persone sono costrette a lottare per sopravvivere. Infatti, durante la progressione dell’avventura, ci imbatteremo in personaggi molto diversi tra loro e ben caratterizzati, ognuno con una backstory legata in qualche modo al Pilastro della Disperazione e ai suoi orrori. Purtroppo la trama è molto lineare, tuttavia il carisma dei comprimari dona un pizzico di vitalità ai dialoghi tra le missioni.
Dungeon dopo dungeon
Il gioco, in modo simile a Darkest Dungeons, è diviso in due fasi: una dentro la città, che è a tutti gli effetti un HUB centrale da cui svolgere diverse attività, e una nei dungeon delle spedizioni, dove le nostre azioni cambieranno letteralmente il destino del mondo (e della nostra partita, per essere precisi).
La città ci permette di prepararci al meglio alle spedizioni. Infatti, qui possiamo trovare diversi negozianti utili per ogni evenienza. Possiamo acquistare oggetti, fondamentali per avere qualche speranza di sopravvivere, reclutare nuovi eroi, equipaggiare oggetti e così via. In pratica, qui possiamo gestire la preparazione di ogni spedizione. Questa fase è fondamentale e va assolutamente sottovalutata, dato che Mistover sa essere molto punitivo con i giocatori meno accorti. Di fatto, come vedremo tra poco, ci sono oggetti fondamentali senza i quali è impossibile completare le esplorazioni e che quindi vanno sempre presi in considerazione.
Arriviamo al fulcro del gameplay, Mistover è un roguelike a tutti gli effetti: il cuore dell’esperienza è l’esplorazione di dungeon generati proceduralmente, divisi da una griglia, e con movimenti gestiti dai turni. A ogni nostro movimento, si muoveranno anche i nemici e scenderà la quantità di risorse disponibili; se invece ci fermiamo, anche il tempo intorno a noi farà altrettanto. Per fortuna l’esplorazione dona l’illusione di essere in tempo reale, quindi è possibile muoversi comodamente di diverse caselle anche senza fermarsi. Tieni conto, però, che la quantità estremamente limitata di risorse costringe a spostamenti ponderati e accorti.
I nostri avventurieri, infatti, hanno bisogno di mangiare per poter sopravvivere negli oscuri meandri del Pilastro della Disperazione, quindi ogni singola azione consumerà parte della barra della fame, costringendoci a utilizzare una razione di cibo qualora questa dovesse arrivare a zero. In questo caso, infatti, gli eroi cominceranno a perdere progressivamente salute.
Non è tutto. I dungeon sono posti oscuri, che vanno necessariamente illuminati. Per questo motivo, in modo simile a Darkest Dungeon, c’è la necessità di portare con sé una fonte luminosa, che però si esaurisce progressivamente (ad ogni azione svolta, proprio come il cibo). La luminosità è ripristinabile utilizzando un seme luminoso, oppure avvicinadosi ai fiori sparsi per gli scenari. Questi, infatti, possono essere accesi sacrificando un pò di PV, in cambio di un aumento della barra di luminosità. Può sembrare uno scambio assurdo, ma spesso ti salverà la vita. Quando la luce arriva a zero, difatti, lo scenario intorno a noi risulterà meno visibile e sarà più facile rompere la formazione durante i combattimenti.
Restando in tema esplorazione, nei dungeon possiamo trovare anche dei forzieri contenenti preziosissimo loot, che tuttavia vanno aperti trovando la relativa chiave (anch’essa nascosta nello scenario). Inoltre, camminando possiamo imbatterci in cespugli da utilizzare per nascondersi e iniziare attacchi a sorpresa, o barriere che possono essere distrutte per accedere a luoghi altrimenti inaccessibili. Chiaramente, ogni singola azione svolta per distruggere, camminare o aprire forzieri, consuma cibo e luminosità.
Per questo motivo, ogni movimento nei dungeon deve essere ponderato molto, molto attentamente, dato che è facilissimo ritrovarsi subito a corto di risorse, impossibilitati a proseguire l’esplorazione. Chiaramente è possibile ritirarsi e ritentare, ma questo ci farà perdere tutti i punti esperienza e metà degli oggetti trovati. Inoltre, fallire troppe volte significa far avanzare l’Orologio dell’Apocalisse.
Per gestire al meglio le esplorazioni vengono in aiuto proprio i nostri protagonisti. Infatti, ognuno di essi appartiene a una classe ben precisa e, di conseguenza, possiede tratti e abilità unici. Durante la permanenza nei dungeon, il leader del gruppo può attivare un’abilità unica, in grado di modificare profondamente l’esplorazione in corso. Ad esempio, rompere ostacoli “costa” PV del gruppo, ma con una paladina è possibile distruggerli senza perdere nulla. Allo stesso modo, altre classi di personaggi hanno altre utili skill. In pratica, per avere successo in Mistover bisogna sfruttare per bene tutti gli strumenti a nostra disposizione.
Strategia a turni
Nei dungeon di Mistover, ovviamente, ci sono anche dei mostri. Queste creature sono di diversi tipi: alcune scapperanno da noi (di solito sono gli obiettivi delle missioni) e altri ci inseguono. In base al dungeon scelto, poi, potremmo trovare nemici di livello più o meno alto rispetto al nostro.
Dopo aver toccato la sagoma di un mostro, la schermata si sposta verso quella della battaglia, in modo simile ai vecchi Final Fantasy. Qui ci troviamo di fronte ai due schieramenti posizionati su due diverse griglie 3×3. Abbiamo quindi unità in prima, seconda e terza linea e lo stesso dicasi per i nemici. La formazione, chiaramente, è fondamentale. Infatti, eroi diversi possono utilizzare le loro abilità solo in determinate posizioni: per esempio il paladino non può attaccare corpo a corpo dalle retrovie e la strega non può castare incantesimi dalla prima linea. Ogni eroe vanta delle abilità uniche, che variano in base alla classe di appartenenza e al personaggio stesso, quindi è opportuno studiare le diverse posizioni favorevoli.
Non è tutto, le diverse posizioni della griglia possono influenzare anche diversi bonus passivi alle statistiche, nonché l’utilizzo di diversi attacchi. Anche lo schieramento nemico è disposto secondo le stesse regole e anche nel loro caso le posizioni contano: per esempio ci sono magie che colpiscono tutti i mostri in fila o in linea retta.
Proprio per l’importanza del posizionamento, perdere luminosità diventa rischioso: un mostro che attacca per primo sulla griglia dei dungeon ha la possibilità di rompere la nostra formazione, facendoci iniziare il combattimento con lo svantaggio di avere i personaggi disposti casualmente, impossibilitati a utilizzare alcune abilità. Chiaramente, non sempre bisogna combattere e a volte è meglio scappare, ma questo dipende dalle risorse a nostra disposizione.
Mistover può vantare un sistema di combattimento sicuramente complesso e appagante, che però rischia di diventare noioso a causa dell’eccessiva lunghezza degli scontri. Gli avversari infatti sono delle vere e proprie spugne, che assorbono una quantità ingente di danni prima di morire: combattimenti più brevi non avrebbero per niente guastato.
L’apocalisse si avvicina
L’Orologio dell’Apocalisse è una meccanica molto originale che rende Mistover un roguelike a tutti gli effetti. Sbagliando troppe volte, infatti, si arriverà a un game over prematuro. In pratica, alla fine di ogni dungeon, il gioco ci mostra un particolare orologio che, una volta arrivato alla mezzanotte, segnerà la fine della nostra partita, costringendoci a ricominciare da capo tutto. Permanentemente.
Tuttavia, esplorando come si deve, abbiamo la possibilità di ritardare enormente l’imminente fine del mondo. Aprendo forzieri, uccidendo nemici e completando vari incarichi, invero, le lancette dell’orologio si muoveranno in senso anti-orario, regalandoci del tempo prezioso. Un’ottima trovata che impone di esplorare con cognizione di causa, rendendo ogni spedizione un rischio concreto.
C’è da dire, però, che l’eccessivo grinding richiesto nelle fasi avanzate dell’avventura cozza terribilmente con questa scelta, che rischia di diventare frustrante. Sicuramente sarebbe stato appropiato puntare a un farming meno pressante degli equipaggiamenti, dando modo al giocatore di reperirli più facilmente.
Tiriamo le somme
Mistover è un roguelike incredibilmente complesso, che richiede al giocatore di tenere a mente moltissimi elementi per andare avanti con successo nelle spedizioni. E’ importante prendere in considerazione la fame, la luminosità, gli eroi nel gruppo e le loro abilità, il livello di nemici, i soldi a disposizione per rifornimenti ed equipaggiamento e così via.
Tutti gli elementi interagiscono tra loro in una complessa economia che delinea un’esperienza punitiva e, per certi versi, persino sadica. Il team va composto con accortezza, i soldi vanno spesi con parsimonia e i rifornimenti sono sempre limitati. A questo si aggiungono dei combattimenti che impongono di prendere in seria considerazione il posizionamento dei vari eroi e la composizione della formazione.
La difficoltà generale è chiaramente voluta, tuttavia ci sono alcuni sbilanciamenti che rovinano inveitabilmente l’esperienza di gioco. Le barre della luminosità e della fame si esauriscono davvero troppo in fretta, rendendo frustrante esplorare i dungeon. Inoltre, la necessità di grindare in conseguenza della difficoltà degli scontri cozza pesantemente con la meccanica dell’Orologio dell’Apocalisse, che invece pone un conto alla rovescia.
In ultimo, va detto che la struttura alla base di Mistover, per quanto intrigante, è estremamente ripetitiva, dato che punta tutto sulla ripetizione continua delle stesse azioni, fino al completamento del gioco.
La realizzazione tecnica
Mistover vanta una realizzazione tecnica che, pur non facendo gridare al miracolo, svolge egregiamente il suo dovere. Gli scenari e i personaggi sono dettagliati e ben disegnati e le animazioni, per quanto elementari, sono ben fatte.
Il comparto artistico si attiene allo stesso livello, presentando uno stile anime molto bello, grazie a disegni ben fatti e a personaggi carismatici.
In ultimo, il comparto sonoro non raggiunge la stessa qualità di quello artistico, dato che presenta musiche ripetitive e dimenticabili. Il doppiaggio, invece, è solo giapponese, ma si attesta su un buon livello.