Sviluppato e pubblicato da Pyxeralia in sinergia con QUByte Interactive (che hanno editato anche Mars 2120 di cui puoi recuperare la nostra recensione), Mists of Noyah è un gioco di sopravvivenza con una struttura da gioco di ruolo in 2D a scorrimento orizzontale e un combat system prevalentemente action oltre ad avere una struttura esplorativa quasi come un metroidvania e un sistema di crafting integrato. Un mix di generi che cozzano in più punti dando vita a un’esperienza non sempre coesa. Noi abbiamo affrontato l’intera avventura su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Mists of Noyah non ha solo il problema della corruzione
In Mists of Noyah il nostro scopo è affrontare una spietata corruzione che sta dominando il pianeta, infettando le sue creature e dando vita a scenari ben poco idilliaci. Noi stessi esordiamo in una sorta di fortino abbandonato che dovremo ripopolare e ripotenziare cercando di sopravvivere all’orda di creature che ciclicamente verrà a trovarci per reclamare la nostra vita e mandare al diavolo i nostri progressi.
Purtroppo, tutto questo non ti viene spiegato o narrato nel gioco, anzi, Mists of Noyah ha un pessimo sistema sia narrativo che di tutorial. Nell’ordine, la narrazione è assente, spalmata goffamente e in modo non sempre convincente o coerente, in documenti di vario genere da localizzare e approfondire in modo del tutto opzionale. Il titolo ci butta subito nella mischia abbandonandoci a noi stessa senza alcuna conoscenza di location, personaggi nè tantomeno di cosa dobbiamo materialmente fare per progredire.
E se narrativamente si può anche accettare l’azzardata scelta di gettarci alla cieca in un mondo fantasy pieno di razze e con un nemici di vario genere da affrontare oltre che di biomi vari da esplorare, ci è decisamente più difficile digerire la totale assenza di un qualsivoglia tutorial o linea guida ludica. Letteralmente non saprai che accidenti fare in Mists of Noyah né come si gioca e no, i menù non agevolano affatto alla comprensione, venendo appesantiti da statistiche poco chiare e infarcito da elementi di crafting a conti fatti anche inutile.
Quello che salva in parte Mists of Noyah è la sua natura ciclica a cui ci si può presto adeguare, iniziando ad adattarsi ai suoi ritmi scanditi dal ciclo giorno notte e che sono riassumibili in: di giorno esplori e ti potenzi e di notte combatti e difendi il tuo forte e gli alleati soccorsi il giorno prima. Un modus operandi che, in quanto ciclico, viene a sua volta a noia nel giro di poche ore appesantito da un anonimato generale che corrode l’intera esperienza.
Avere cinque personaggi da conoscere e potenziare, infatti, è uno dei pochi elementi che regala varietà all’esperienza a sua volta infarcita da così tante cose diverse che ne escono tutte mediocri se non proprio male o risultando addirittura del tutto inutili o accessorie (come il pescare che oltre a completare determinate sotto missioni o a fornire energia vitale, non offre alcunché di significativo e la sua presenza risulta quasi forzata). Ma bando alle ciance e diamo un’occhiata ravvicinata al caotico gameplay di Mists of Noyah!
Il troppo stroppia
Mists of Noyah è un survival game con combattimenti in tempo reale di stampo action, una fase ciclica che include una difesa in stile tower defense con tanto di micro gestionale del fortino a cui si sommano un insieme statistiche e abilità del proprio personaggio alla gioco di ruolo, un’esplorazione in 2D simil metroidvania con ambienti procedurali, un sistema di crafting inutilmente articolato e attività secondario di vario genere come la già citata pesca.
Come puoi vedere, un calderone di cose estremamente variegate e che, abbastanza prevedibilmente, si amalgamano molto male tra loro. Si tratta di un mappazzone di elementi dove nessuno è sviluppato come si deve e che non regalano quasi nessuna soddisfazione. Ad esempio, il crafting che dovrebbe offrire buone attrezzature viene devastato dal sistema di loop di oggetti e attrezzature che puoi trovare, già pronte, esplorando l’ambiente in modo del tutto randomico.
Il sistema di combattimento, decisamente elementare, viene abbattuto da un sistema di nemici poco coerente e che presenta picchi di difficoltà ingiusti con zone, non segnalate, dove i pericoli s’impennano dando problemi soprattutto nelle fasi iniziale del gioco dove saremo decisamente depotenziati. A questo si aggiungono alcuni bug come proiettili nemici che percorrono le pareti che non fanno altro che avvantaggiarci ulteriormente.
Anche l’esplorazione ne esce sconfitta grazie a un level design pigro, essenzialmente vuoto e che invoglia ben poco a scoprire eventuali zone segrete. Il problema qui è che mancando un substrato narrativo e non spiccando per originalità visiva, si è ben poco motivati ad avanzare limitandosi spesso a rushare intere zone per concentrarsi sul grinding selvaggio e sull’ottenimento di un loop migliore per affrontare le fasi notturne alla tower defense. Queste sono inizialmente accattivanti ma ben presto cedono alla ripetitività.
Persino il sistema da gioco di ruolo presta il fianco a critiche con un albero di abilità, unico per ogni personaggio (ne sono cinque e sono discretamente vari e piacevoli da sperimentare), più che un albero è una linea retta con qualche vaga biforcazione. Decisamente poco, limitandosi a potenziare gli elementi già sbloccati sull’albero stesso. E a conti fatti, la sensazione di crescita del proprio personaggio è una delle cose che in Mists of Noyah risalta di più anche se si rischia l’effetto opposto rispetto alle prime fasi di gioco, ritrovandoci con un personaggio troppo forte rispetto ai nemici.
Grafica e sonoro
L’impatto grafico generale di Mists of Noyah è positivo, con una gradevole pixel art anche discretamente varia. Il problema è che tutto suona in modo terribilmente anonimo e poco ispirato. Giusto i protagonisti provano a spiccare dalla massa di nemici obsoleti (escludendo qualche bestiola e in special modo i boss) ma lasciano il tempo che trovano oltre a essere privi di qualsivoglia carisma e quindi anche facilmente dimenticabili. Buone le animazioni, peccato per diversi bug legati proprio all’esecuzione di specifiche abilità.
Il sonoro è abbastanza anonimo e dimenticabile, adagiandosi all’anonimato generale del titolo e faticando non poco nell’evitare di risultare ripetitivo. In compenso, il titolo ha i sottotitoli in lingua italiana, utile per i documenti sparpagliati in giro. Infine, il titolo si difende bene in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo anche se in portatile la trasposizione non è perfetta, offrendo rallentamenti più vistosi che in modalità doc, soprattutto quando ci sono molti elementi a schermo contemporaneamente.