Diciamocela tutta, il baseball non è il nostro sport. Per noi italiani esiste solo il calcio, talvolta la Formula 1 ed ogni tanto salta alla ribalta una qualche disciplina che ci fa diventare tutti esperti, ma che nella realtà non ci siamo mai interessati, ma solo se un nostro connazionale va ad eccellere in quella (vedi il tennis con Sinner ultimamente, si sono riscoperti tutti grandi amanti del tennis). Possiamo quindi noi popolo di videogiocatori italiano, abituati ad uscire in anticipo da una partita online di FC 24 perché stiamo palesemente perdendo, apprezzare un’opera come MLB The Show 24? Sì, ma con le dovute riserve.
Che cos’è il baseball
Noi italiani non abbiamo il baseball nel sangue (anche se c’è da dire che se guardi su Wikipedia a livello europeo, non siamo messi malissimo, con la nazionale che è spesso piazzata nel podio) e la conosciamo come disciplina sportiva, principalmente per opere cinematografiche americane come ad esempio Major League Baseball – La squadra più scassata della Lega, ma difficilmente l’italiano medio è a conoscenza delle sue regole e sfaccettature.
Il baseball è uno sport dove due squadre, composte da 9 giocatori l’una, si sfidano e ogni partita è suddivisa in tempi chiamati Inning. Ogni squadra si alterna in attacco e in difesa. L’obbiettivo della squadra in attacco è quello di segnare punti, grazie ad un battitore che cercherà di colpire con una mazza la palla, lanciata da un lanciatore che fa parte della difesa.
La squadra in difesa è composta dal lanciatore, ricevitore e dagli interni, con lo scopo di prendere la palla o al volo, oppure facendola arrivare alle basi prima che ci arrivi il battitore della squadra in attacco. Se tutti i battitori vengono eliminati, la squadra in attacco non farà punti, ma se questa riuscirà a percorrere tutto il campo, ovvero le quattro basi, questa segnerà. Ovviamente, chi alla fine dei 9 inning, avrà fatto più punti (ovvero conquistato più basi), avrà vinto il match.
Ovviamente queste sono le regole basilari di questo sport, che in realtà è molto più complesso di così, ma ti servono per farti capire che cosa abbiamo i di fronte in MLB The Show 24. Mi piace credere che dall’altra parte del mondo, ci sia un redattore statunitense che spiega ai lettori che cos’è un fuorigioco, mentre sta facendo la recensione di FC 24.
Vacci piano campione!
Una volta che hai compreso in cosa consiste il gioco del baseball, è il momento di capire che cosa ci riserva il titolo PlayStation che, paradossalmente, è disponibile anche su Xbox e Nintendo Switch. MLB The Show 24 è un titolo pieno zeppo di contenuti, ci sono le modalità classiche che ti aspetteresti da un gioco del genere, ovvero la partita singola in amichevole, oppure la possibilità di fare una stagione intera. Ti piace solo battere? Nessun problema, puoi fare quello che ti pare e prendere i panni di qualsiasi giocatore in campo. Tuttavia la parte che sicuramente rende MLB The Show 24 parecchio interessante è la modalità Storylines.
In questa modalità potrai ricreare alcuni degli eventi più importanti che sono accaduti nella storia della Major League Baseball. Questa si suddivide fondamentalmente in due blocchi ovvero la parte dedicata a Derek Jeter (che per fare un analogismo con la nostra serie A può essere considerato il Paolo Maldini o il Francesco Totti del baseball, in quanto ha militato per ben 20 anni nei New York Yankees prendendo parte a ben 14 all star game) e le Negro Leagues.
La prima, ovvero quella dedicata a Derek Jeter, ci fa rivivere alcune delle partite dei New York Yankees in cui saranno presenti pure interviste, filmati storici e tutto ciò che ha segnato i primi anni duemila della nota squadra americana ovvero il periodo in cui Jeter era nelle sue fila, la seconda, invece, a tratti pure più affascinante, è quella dedicata alla Negro Leagues ovvero prendere i panni di giocatori afroamericani, in periodi in cui c’era la segregazione razziale e questi dovevano avere una lega a se stante, separata da quella dei bianchi.
Sia la prima che la seconda modalità, ti farà capire parecchio di questo sport e lo fa in maniera eccellente, in quanto San Diego Studio è riuscita nella titanica impresa di raccontare questi importanti eventi storici, pur mantenendo intatto il divertimento.
Per il resto il titolo si fa giocare molto bene, il gameplay tutto sommato non è nulla di troppo complesso nemmeno per chi non ha mai visto in vita sua una mazza da baseball, in quanto il tutorial (ovviamente tutto in inglese) ti spiega efficacemente le basi. Se sei in fase di difesa, dovrai lanciare la palla e ad ogni tasto corrisponderà un effetto diverso, mentre se sarai in attacco, dovrai capire quando fare lo swing per riuscire a prendere la palla; anche in questo caso ad ogni tasto equivale un modo diverso di colpire la palla e non sempre la potenza è la chiave per fare punti e vincere una partita.
Ma mettiamo caso che tu sappia già che cosa sia il baseball e la domenica invece di guardarti gli highlights della seria A, ti informi su quanti inning i New York Mets hanno fatto punti, beh potrai tranquillamente impostare una difficoltà ben più alta, che ti darà parecchio filo da torcere. Infatti qui MLB The Show 24 riesce ad essere molto più simulativo e a catturare perfettamente la difficoltà che uno sport del genere può dare.
MLB The Show 24 è spettacolare
Nel paragrafo dedicato al lato tecnico posso essere nettamente più oggettivo. Non esiste videogioco dedicato allo sport (che sia calcio, formula uno, tennis o in questo caso baseball) in cui la componente grafica non debba essere curata ed MLB The Show 24 non fa eccezione. La grafica è ottima e super dettagliata.
Le controparti poligonali dei giocatori sono una vera e propria gioia per gli occhi, ma soprattutto gli stadi ti faranno sentire il calore che un evento del genere può sviluppare. Anche gli intermezzi aggiunti danno quel tocco di spettacolarità che non guasta e a chiudere il cerchio ci sono i filmati della modalità storia davvero ben fatti. Insomma da un punto di vista visivo non ci si può affatto lamentare.
Per quanto riguarda parte audio anche qui i rumori ambientali, che possono essere la palla che viene colpita dalla mazza oppure la folla che esulta ad un fuoricampo, riescono ad aumentare il coinvolgimento e rendono benissimo la sensazione di stare a guardare una partita in televisione, tuttavia l’unico appunto che mi viene da fare è che la telecronaca risulta un attimo poco varia, visto che a lungo andare i due cronisti che ti accompagneranno nel match ripeteranno quasi sempre le stesse frasi.
Menzione d’onore, invece alla colonna sonora davvero bellissima, che spazia su tantissimi generi e va dal rock dei ZZ Top, passando per Stewie Wonder e accontenta pure gli appassionati del rap con Little Brother, ma giusto per citarne solo alcuni.