Partiamo dall’inizio e per inizio intendo proprio gli albori del videogaming.
Era il 1986 quando la Escape/Westland grazie a Sega riuscì a creare Wonder Boy, un capostipite del genere platform. Ma il successo meritato arrivò anche da noi sicuramente col successivo Wonder Boy in Monster Land del 1987, convertito poi anche sulle prime console comuni, titolo dalla base non comune nei coin-op a quell’epoca data la naturale lunghissima durata di titoli simili, capace di rendere povero anche il più intraprendente dei nipoti in un bar. Ricordo ancora come fosse umiliante girare nei primi livelli con un mutandone ed una spada prima di poter raccogliere le monete utili ad acquistare un’armatura degna di sì tanta maestosità.
Ed è qui che per un pò tutto cambiò: nei platform entrò a gamba tesa la componente rpg. Ora non dovevi solo accumulare punti, potevi evolverti ed il divertimento cominciò a prendere la piega giusta.
Monster Boy and the Cursed Kingdom (figlio di FDG Entertainment, Game Atelier e Sega) è il diretto successore di Wonder Boy in Monster Land come regalo per tutti per festeggiare i 30 anni (con un pò di ritardo) della saga, realizzato con la collaborazione di Ryuichi Nishizawa, l’autore della serie originale. E non è poco.
Gameplay e storia
In Monster Boy and the Cursed Kingdom vestiamo i panni di Jin, un giovane cavaliere dai capelli blu, che viene colpito dalla bacchetta di suo zio Nabu, reo di aver bevuto troppa pozione e di aver perso leggermente il controllo, al punto di maledire tutto il regno e trasformarne gli abitanti in animali e moltissimi animali in mostri. Un duro problema insomma che noi dovremmo risolvere, mentre veniamo trasformati di volta in volta in animali diversi. ( – nota – un appunto su zio Nabu: precedentemente, nella storia della saga, venne usato il titolo Wizard of Booze, ma fu ritenuto offensivo perchè usato nello slang per identificare le vittime dell’alcolismo.)
E qui che la storia dei vecchi titoli e il divertimento di Monster Boy and the Cursed Kingdom si fondono. Ogni nostra forma, 6 in tutto (umano, maiale, rana, drago, leone, serpente), prevederà bonus e malus, abilità extra e carattere accentuato, ma anche animazioni diverse che non smetteranno mai di divertire.
Adorabile il maialino pirata che quando attacca da steso sembra quasi annoiato e rilassato, tremendamente kawaiiii.
Il gioco è strutturato come da tradizione al pari di un comune platform con componenti rpg dove recuperare monete o rischiare in zone difficili o provare a trovare passaggi segreti è propedeutico non solo ad acquistare equipaggiamenti migliori o cariche delle magie ma anche a sbloccare poteri ed abilità che rendono il percorso più facile. Non è infatti difficile farsi incantare dall’atmosfera friendly e dal divertimento che permea moltissimi elementi del gioco, credo che in realtà lo stile sia voluto dagli autori per non farti *?#$%are quando tiri le cuoia: cosa che avviene spesso com’è giusto che sia in un titolo del genere. Per fortuna tra salvataggi automatici e checkpoint raramente bisogna ripetere gli scenari per troppo tempo e non diventa mai frustrante riprovare.
La giocabilità è alta ed è presa pari pari dai titoli originali soprattutto per i comandi (si salta, si attacca, si usa lo scudo); abbiamo dei cuori che rappresentano lo stato di salute e degli slot di carica di determinati poteri ed equipaggiamenti. Sulla giocabilità influiscono positivamente le animazioni dei movimenti del nostro eroe e degli avversari: è stato optato infatti nella versione definitiva di Monster Boy and the Cursed Kingdom per la realizzazione a mano di ogni singolo frame dei personaggi che ha reso la fluidità del gioco un unico susseguirsi di azione e gioia per gli occhi.
Da vedere ed ascoltare
Non a caso ogni singolo dettaglio di ogni elemento non è mai lasciato in sospeso: effetti di luce, scenari in primo piano e soprattutto nello sfondo, movimenti, anche le pose quando sono in attesa, tutto è fatto per piacere e ci riesce.
Favoloso anche lo stile grafico in stile jrpg con una palette cromatica carica di energia e di tensione, sempre adatta alla situazione, sia essa su una ridente spiaggia che in una buia caverna. Menzione d’onore alla varietà di nemici e boss, davvero impressionante, ognuno con i suoi punti di forza e con le sue debolezze, indispensabili da scoprire per non rendersi difficile la vita.
Per quanto riguarda il reparto audio, da un lato troviamo effetti sonori ben realizzati e da un altro la colonna sonora che risulta essere completa, ben arrangiata e piacevole, composta da celebri compositori giapponesi quali Yuzo Koshiro, Motoi Sakuraba, Michiru Yamane, Keiki Kobayashi e Takeshi Yanagawa. Si fa ascoltare con vero piacere, epica e divertente quanto ci si aspetta.
Monster Boy and the Cursed Kingdom è disponibile dal 4 dicembre 2018 per Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One, Microsoft Windows.