Moonlighter è il titolo sviluppato da Digital Sun e pubblicizzato da 11 bit studios che è stato lanciato il 29 maggio scorso per Microsoft Windows, MacOS e Linux (Steam), PlayStation 4 e Xbox One. Il videogioco è ora disponibile al prezzo di 19.99 euro per ogni piattaforma che ho citato poco sopra, però non è disponibile una versione ufficiale in lingua italiana. Si tratta di un indie action-RPG (gioco di ruolo d’azione di sviluppo indipendente) in 2D e a giocatore singolo, quest’ultima è una caratteristica che ultimamente rischia di perdersi, ma che reputo fondamentale poiché è presente in un genere di videogames che riescono a isolarti dal mondo esterno e a farti entrare completamente nell’universo di gioco… e Moonlighter ci riesce benissimo!
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‘Passare da astuto mercante ad audace guerriero è un attimo!’ nel mondo di Moonlighter…
Nel piccolo villaggio di nome Rynoka sono stati scoperti degli strani cancelli che portano al mondo dei Dungeon, ovvero una serie di stanze diverse per ogni esploratore (generate proceduralmente diremmo noi ‘nerd‘) colme di pericoli e nemici, ma anche di infinite ricchezze. Strane creature abitano questi labirinti, da rocce che camminano e vasi che sputacchino chissà cosa a imponenti Boss dotati di abilità potenti e speciali. Esistono quattro portali differenti che portano a ‘regni‘ diversi; c’è poi un grande cancello che, per essere aperto, necessita di quattro chiavi, quattro come i regni citati poco fa.
Un tempo esistevano due tipi di persone che osavano varcare quei portali: i Mercanti e gli Eroi. In questa avventura vestiremo i panni di Will, un Mercante e unico proprietario del Moonlighter, un negozio in cui il protagonista rivende gli artefatti che riesce a recuperare nei dungeon. Il nostro obbiettivo sarà quello di aprire il grande cancello sigillato, perciò prima dovremo farci strada negli altri quattro regni… ma nel frattempo dovremo pur campare di qualcosa, ecco a cosa serve il Moonlighter!
Vivremo una sorta di doppia identità: di giorno apriremo il nostro piccolo negozio, esporremo gli oggetti in vendita scegliendone prezzo e quantità, assisteremo i clienti, faremo compere (diverse armi, armature e attrezzature) e aiuteremo a ripopolare la cittadina finanziando l’apertura di altre attività come un laboratorio del fabbro o una distilleria di pozioni; di notte entreremo nei Dungeon, combatteremo strani mostri, recupereremo più tesori che possiamo e seguiremo le tracce dei Boss che possiedono le chiavi del grande cancello. La generazione procedurale dei dungeon (casuale ogni volta che entreremo in un portale) è spiegata e integrata nella storia del gioco; questo fatto l’ho apprezzato molto, poiché pochi sviluppatori si cimentano in questa impresa. La spiegazione in-game è che i dungeon sono diversi per ognuno degli esploratori che varcano i portali, ma esistono comunque stanze comuni in cui può essere già passato qualcun’altro in precedenza.
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Il Gameplay
Uno dei punti di forza di Moonlighter sicuramente è il gameplay semplice e intuitivo, ma allo stesso tempo tattico e che richiede un buon tempismo. Ciò vale per i combattimenti, invece per quanto riguarda il lato ‘marketing’ della nostra piccola bottega da solo alla lunga rischia di annoiare, ma tenete in considerazione che esistono diverse centinaia di oggetti, reliquie e artefatti di cui non sappiamo nulla e che possiamo mettere in vendita. Dovremo osservare le reazioni dei clienti quando leggono il prezzo del prodotto, per poi modificarlo cercando di scovare quello più giusto. I risultati di queste piccole indagini saranno annotati nel nostro libretto del mercante…
Gli oggetti che recupereremo ci serviranno anche a craftare nuove attrezzature e pozioni, perciò state attenti e controllate quali materiali vi servono prima di mettere in vendita anche il vostro gatto. La varietà delle stanze dei dungeon è buona, ma dopo qualche ora di gioco si iniziano a incontrare le stesse caratteristiche, nonostante la generazione procedurale dei labirinti. Le tipologie dei mostri che dovremo affrontare sono molto varie e la difficoltà media degli scontri la trovo ben bilanciata. Le Boss Battle… beh su quelle non ho molto da dire, prima di arrivare al primo ‘gigante‘ di sicuro avrete trovato il vostro stile di gioco, perciò sono sicuro che riuscirete a trovare il giusto modo per sconfiggerli.
I comandi non sono proprio tradizionali, infatti non potremo utilizzare il mouse, perciò vi consiglio di utilizzare un joystick dell’Xbox One o uno della PlayStation 4 se non siete dei veterani della tastiera. Ho letto in giro che qualcuno ha riscontrato problemi a far funzionare il joypad targato Sony, nel caso riscontraste questa difficoltà, vi consiglio di seguire questa guida del buon vecchio Salvatore Aranzulla che è sempre pronto per ‘metterci una pezza‘ nei momenti di difficoltà informatica. Il modo in cui il gioco risponde ai comandi è ottimo e rende il tutto molto dinamico, soprattutto quando dovremo fare lo slalom in mezzo ai nemici.
La storia viene raccontata solo tramite dialoghi con altri abitanti di Rynoka, o tramite molte note scritte a mano da vecchi esploratori all’interno delle stanze dei dungeon. Nessuna voce, nessun narratore. Ciò che ho apprezzato in questi dialoghi è stato lo humor un po’ sarcastico che riesce a strapparti un piccolo sorriso.
La longevità del gioco è notevole e posso assicurarvi che, in termini di tempo, è ben proporzionata rispetto al prezzo del titolo, i progressi sono abbastanza lenti, ma non troppo, poiché ogni giornata di gioco ci porta a scoprire una nuova stanza, un nuovo oggetto, un nuovo boss e via dicendo. Volendo, si possono passare ore a farmare gli svariati oggetti presenti nel gioco.
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La Grafica
La grafica è caratterizzata dalla classica visione in pixels del mondo di gioco, si tratta infatti di un Pixel Art Game, un genere predominante nella scena indie videoludica, e ciò porta dei vantaggi: a discapito del realismo, il videogioco sovraccarica ovviamente meno la GPU dell’hardware perciò, soprattutto nel mondo PC, anche videogiocatori che possiedono dispositivi scarsamente potenti possono partecipare a queste fantastiche avventure. Altri vantaggi sono la diminuzione del peso del videogioco e del tempo di sviluppo. In questo caso le animazioni sono realizzate molto bene e rendono fluido il gameplay.
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Musica e Effetti Sonori
Una delle poche pecche di questo titolo è la musica, le composizioni di sottofondo sono troppo monotone, e ciò è ancora più accentuato dall’assenza di dialoghi. In più, queste melodie fanno fatica a calare il giocatore nell’atmosfera giusta. Per fortuna a questo ovviano altre caratteristiche di questo videogioco.
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Supporti al Giocatore
L’inventario è semplice e schematico, la sua capacità risulta abbastanza ridotta durante le missioni nei dungeon, perciò ci ritroveremo spesso a dover scegliere cosa scartare, ma avanzando con i livelli ci sarà la possibilità di passare velocemente da casa per posare il bottino senza abbandonare per sempre quella sequenza di stanze già esplorata. Avremo a disposizione anche un libro del mercante che tiene nota di ogni oggetto scoperto e del prezzo di vendita ideale (una volta scovato anch’esso). Le impostazioni e il menù di gioco sono ben realizzati e ‘addobbati‘ in modo da non stonare nell’universo di gioco. L’interfaccia utente è basilare e non ingombra troppo durante il gameplay.